''LASCIAMOCI COSI', SOMMESSAMENTE'' - JOHN DONNE
Data: Luned́, 14 dicembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


JOHN DONNE

 

 

Commiato. Tentativo di evitarle il dispiacere

Trad. Augusto Ponzio

 

 

Come quieti dipartono gli onesti

Sottovoce dicendosi che è l’ora,

Mentre commentano alcuni amici mesti:

— Va via il respiro—, ed altri: —non ancora—,

 

Lasciamoci così, sommessamente,

Senza di pianto e di sospir tremore.

È profanar gioie che ognun di noi sente

Rivelare a questo mondo il nostro amore.

 

Tremor di terra fa paura e disastri,

E sul suo senso l’uomo fa domande,

Ma la trepidazione che han gli astri

È innocente benché tanto sia grande.

 

Nei rozzi amanti sublunari amore

—La cui anima è il senso — non regge affatto

L’assenza, che è il pericolo maggiore

Delle cose di cui esso è stato fatto.

 

Ma noi,  dall’amor così raffinato,

Che neppure noi ne conosciam l’essenza,

La mente resa certa del suo stato,

Men d’occhi, labbra e mani urta l’assenza.

 

Le anime nostre nella loro unione,

Benché io debba partire contro voglia,

Non avvertono frattura, ma espansione,

Come oro che battuto si fa sfoglia.

 

Siamo due, così come nel compasso

Due sono anche i gemelli austeri; e dove

Sembra non fare la tua anima un passo,

Piè fisso è e all’altro teso, se si muove.

 

E benché essa rimanga nel suo centro,

Mentre l’altra più lontano si spinge,

Si inclina, la richiama e aspetta il rientro

Tornando eretta se a rientrar si accinge.

 

Così a me che per oblique vie andar pertiene,

Simile sei all’altro piede, andar spedito,

Sei il punto fermo e il cerchio chiude bene,

E fai che io torni dove son partito.







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