3 GIORNI PER MOTIVI PERSONALI, SE NON RICHIESTI, VENGONO RETRIBUITI?
Data: Sabato, 12 dicembre 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Redazione


Domanda

Non ho mai richiesto i 3 giorni per motivi personali e quindi mi chiedevo se nel caso non se ne sia usufruito vengano retribuiti. Inoltre vorrei sapere: 1. il Dirigente può negarli? 2. Si deve informare il Dirigente del motivo per cui si chiedono i 3 giorni? 3. Bisogna fornire una documentazione scritta a "giustificazione"? 4. E quali sarebbere dei "buoni motivi" per poter richiedere i 3 giorni?

Risposta

Il Giudice del lavoro di Terni, in una pronuncia emessa in sede di reclamo nel maggio 2001, ha spiegato che: “Trattasi in sostanza di un diritto del lavoratore che copre (per soli tre giorni ad anno) eventi particolari di natura personale o familiare. A questo diritto speciale di permesso non possono essere di ostacolo le esigenze organizzative del datore di lavoro. Ciò in considerazione del limitato periodo, e pertanto la semplice domanda documentata comporta la concessione del permesso. All’interpretazione della norma contrattuale rileva la voluta genericità ed elasticità della stessa, quanto si riferisce a motivi "personali" non specificando altro dato o contenuto.”. Quanto all’oggetto di tali permessi il Giudice del lavoro di Milano, con sentenza 1863 del 21.06.2001 ha chiarito che: “Non può essere ritenuto un valido motivo familiare o personale il desiderio di fruire con il proprio nucleo familiare di una vacanza in una nota località turistica in pieno periodo lavorativo.”. Secondo la Corte dei conti, inoltre, nell'espressione “motivi di famiglia” rientrano i motivi di studio, compresa la frequenza di corsi universitari, atteso che nei motivi di famiglia devono essere annoverate tutte le situazioni meritevoli di apprezzamento e di tutela, in quanto attinenti al benessere, allo sviluppo e al progresso del dipendente, inteso come membro di una famiglia o come persona singola (sezione di controllo, 3 febbraio 1984, n.1415).

DA TRECCANI.IT







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