ISTRUZIONE ARTISTICA: QUALE FUTURO? RESOCONTO AUDIZIONE ALLA CAMERA
Data: Marted́, 01 dicembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Redazione


RESOCONTO AUDIZIONE 24 NOVEMBRE 2009

L’audizione svoltasi martedì 24 novembre, presso l’aula della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio, è stata contraddistinta dalla compresenza di altre cinque delegazioni di coordinamenti, associazioni e rappresentanze varie degli istituti tecnici, psicopedagogici, dell’area matematica, scientifica e storica.

Alla presenza della Presidente, On.le Valentina Aprea e di una rappresentanza, piuttosto esigua, dei partiti dell’arco parlamentare, in seduta congiunta dalle 11,00 alle 13,30, si è svolta l’audizione per la quale abbiamo prodotto e consegnato una memoria scritta e copia della Proposta CIAN di modifica dello Schema di regolamento presentato al MIUR nel luglio scorso.

Con un tempo utile di 10 minuti circa per relatore, si è dovuto “provare” ad esporre, con quale  efficacia si può immaginare, le rispettive differenti istanze.
Quasi tutti gli interventi hanno posto in evidenza l’arbitrarietà di scelte presenti nella riforma della scuola superiore a discapito dei profili generali degli istituti, degli ambiti disciplinari, dei tempi della didattica, delle professionalità e dell’organizzazione complessiva.

A fronte delle legittime osservazioni e analisi critiche manifestate dai vari relatori si è sottolineato da parte del CIAN la scarsa rilevanza che, anche in questa occasione, si è attribuita a quella che attualmente rappresenta nell’ambito dei licei il terzo settore formativo e più in generale il ruolo che l’istruzione artistica meriterebbe nei processi educativi per la valorizzazione della cultura ed il patrimonio, così come autorevolmente confermato dal Parlamento europeo.
Si è messa in risalto la contraddizione fra le alte finalità del profilo educativo e gli indirizzi con i relativi quadri orari previsti, fortemente penalizzati e penalizzanti.
Così pure la sottovalutazione degli effetti prodotti dai nuovi tre indirizzi rispetto agli assetti ordinamentali esistenti, la precarizzazione delle professionalità aggravata dall’accorpamento delle classi di concorso probabilmente in misura superiore alle previsioni.

Tra i deputati presenti si è preso atto delle criticità emergenti, dal banco dell’opposizione sull’iter   della riforma si è detto di “… una strada alla rovescia: prima i “soldi”, poi “i quadri orari” e poi i profili educativi…”. Si è fatto cenno, un po’ genericamente, anche alla esiguità del tempo dedicato all’attività laboratoriale.

I pareri degli esponenti della maggioranza concordano sulla importante opportunità offerta da questa riforma (a costo pure di una necessaria soprannumerarietà) che, nel comprimere le quantità orarie, intende esaltarne il “potenziale qualitativo”.

L’attenzione, gentilmente frettolosa e sbrigativa, manifestata dalla presidenza a fronte del peso specifico dei rilievi sollevati dai relatori ha rafforzato il convincimento che l’iter della riforma potrebbe proseguire senza deviazioni sensibili o arresti.

A fronte del consueto trionfalismo auto celebrativo con cui il Ministro annuncia un giorno dopo l’altro il prossimo varo della riforma,  restano agli atti, ampiamente documentate, le molteplici severe riserve e richieste di rinvio non solo del CIAN, ma anche quelle già espresse da importanti settori dell’associazionismo dei docenti, ADI, CIDI, ecc., del sindacato, Cobas, Gilda, Cgil-flc.

Restano altresì, come testimonianza di una valutazione critica, in qualche caso di dissenso, i documenti ufficiali obbligatori per l’emanazione del decreto: i Pareri, prodotti tra luglio ed ottobre dal CNPI, dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, e dalla Conferenza Unificata.


MEMORIA SCRITTA PER L'AUDIZIONE


PROPOSTA DI MODIFICA



RESOCONTO SEMINARIO NAZIONALE FIRENZE SUI LICEI ARTISTICI

Resoconto del Seminario Nazionale per il Liceo Artistico

tenutosi a Firenze il 23 e 24 novembre 2009

A CURA DEI REFERENTI CIAN PRESENTI

(2 docenti delegati da preside)



Si era pensato che il Seminario potesse servire a ribadire il risultato di mesi di dibattito e riflessione e ad avanzare le nostre proposte.

Ma la presentazione della riforma da parte di M. Bruschi, le relazioni di Barbato, Meconi e Ragazzini hanno messo in chiaro che:

la riforma si attuerà senza che ci sia possibilità di cambiamenti rispetto alla articolazione prevista, per cui rispetto alla proposta di inserire nel Figurativo la sezione “Opzione tutela e valorizzazione del patrimonio artistico” (premesso che le tematiche relative alla tutela e conservazione del patrimonio artistico sono trasversali ai piani di studio) si dovranno formare le competenze relative a questo settore mediante curvature ed approfondimenti delle discipline afferenti;
allo stesso modo si prospetta il recupero delle attività più professionalizzanti  attraverso l’utilizzo della quota di flessibilità del monte orario (riguardo a questo si è fatto notare che le ore di 60 minuti recupererebbero il tempo orario alle discipline di indirizzo che hanno avuto la più forte riduzione; è opportuno precisare che non si tratta di più forte riduzione in quanto a subire un taglio netto sono esclusivamente le discipline artistiche).


La confluenza nei Licei (per gli Istituti d’arte) realizza le seguenti condizioni:

di avere il nucleo formativo di base identico fra tutti i Licei, da cui l’impossibilità di rivedere il monte orario delle discipline di base;
di riconoscere i laboratori come elemento caratterizzante il liceo artistico ( questa la ragione  del piano di studi con 34-35 ore a differenza delle 32 degli altri Licei).
Si è chiesto di non pensare a quello che eravamo, ma di compiere un salto verso una nuova  figura di “creativo”, lontana da quella dell’artista o artigiano con i suoi strumenti e attrezzi  tradizionali, con un bagaglio culturale più solido,conoscenza dell’inglese e competenza delle nuove tecnologie.

Si è auspicata la formazione di una rete fra le scuole (mancata fino ad ora) per poter far circolare le esperienze didattiche più significative, omettendo che il CIAN opera da più di un anno.

Hanno fatto seguito gli interventi dei dirigenti scolastici che si sono dichiarati sostanzialmente d’accordo o entusiasti della bozza di riforma, che a loro parere porterà ad innalzare il livello qualitativo della formazione artistica e a garantire alle scuole di istruzione artistica una utenza migliore di quella che fino ad ora ha determinato il suo scadimento .

L’ intervento della referente CIAN (doveroso in un contesto che sembrava aperto al dibattito, ma in realtà mirante a registrare consensi e ad accogliere suggerimenti solo sugli aspetti più tecnico-attuativi della riforma) ha inteso mettere in evidenza:

 la parzialità degli inviti al seminario, dove erano presenti tutti i dirigenti (esclusivamente di Istituto d’Arte) che già un anno fa si erano dichiarati soddisfatti della prima bozza di riforma (con i quadri orari peggiori di quelli attuali);
che la dichiarata apertura a suggerimenti e proposte avviene solo ora ignorando il lungo e complesso lavoro di quanti, docenti, dirigenti e personale della scuola, hanno nei collegi, convegni, contribuito alla riflessione sull’Istruzione artistica confluita nel documento unitario del CIAN;
 l’esistenza di un Coordinamento (CIAN) e di un sito (www.istruzioneartistica.it) dove lo scambio di esperienze avrebbe potuto aver luogo già da tempo.
I relatori hanno dichiarato di essere perfettamente a conoscenza dell’attività del CIAN e dei documenti prodotti, ma hanno altresì dichiarato che le soluzioni prospettate dal coordinamento non sono praticabili e che sarebbero un passo indietro, liquidando così ogni ulteriore riflessione sulla riforma.

A fine serata l’impressione avuta è stata quella di un dibattito solo formale, a giochi già fatti, dove si era parlato poco di scuola, nel senso di didattica, di esigenze di formazione degli alunni e del lavoro dei docenti e molto su come rendere le nostre scuole d’ istruzione artistica scuole di pari dignità e decoro rispetto agli altri licei.

Il giorno seguente (24 novembre) nel gruppo di lavoro“La convergenza da vecchie esperienze e sperimentazioni e l’articolazione del nuovo indirizzo Architettura design ambiente sezione design”,  che ha operato assieme al gruppo di lavoro per l’indirizzo Arti Figurative, erano presenti i presidi (tutti dell’Istituto d’arte) Maria Grazia Dardanelli, Maria Grazia Diana, Dario Bina, Rolando Giovannini, coordinatori, e l’Ispettore Italo Barbato.

In questa sede il dibattito è stato più aperto e costruttivo, pur partendo dalla considerazione preliminare dei coordinatori che lo spazio di azione è minimo. Le proposte, non tutte condivise  hanno riguardato:

l’attribuzione delle 3 ore di laboratorio artistico del biennio a tutte le classi di concorso di laboratorio della progettazione delle sezioni presenti nella scuola, oltre che alle classi relative a discipline pittoriche, geometriche e plastiche; l’ articolazione oraria di questo insegnamento prevede una turnazione  e comunque l’ attribuzione di ore nelle 18 curricolari, con possibilità di modularle diversamente nel corso dell’ anno;
la possibilità di istituire classi bisezionali data l’esigenza di suddividere un  adeguato numero di studenti nei laboratori, oltre che per garantire l’ iscrizione a corsi diversi in prime con un numero insufficiente di alunni per corso;
la possibilità di inserire una sezione in due diversi indirizzi del Liceo artistico per salvaguardare eccellenze didattiche non confluibili in un unico percorso;
la proposta di inserire Fisica nell’ indirizzo Figurativo (a discapito delle materie d’indirizzo già massacrate!!!) per rendere quest’ultimo omogeneo agli altri, considerata la necessità di avere il nucleo delle discipline di base comune a tutti gli indirizzi del Liceo Artistico;

lo slittamento di Scienze dal triennio ai primi due anni lasciando la Chimica al quinto anno al fine, per la stessa ragione, di uniformare la formazione di base del primo biennio agli altri Licei;

la proposta inoltre di inserire di Disegno Geometrico nel triennio dell’indirizzo Figurativo, sottraendo quote orarie a Discipline Plastiche e Pittoriche (Idem come sopra!!!!!!).

Le relazioni dei rispettivi gruppi di lavoro comunque saranno presto resi noti  sul sito  nuovi licei.indire.it

Considerazioni a margine

In maniera frettolosa e superficiale, specie per il settore dell’istruzione artistica, la riforma viene avviata alla sua attuazione. Un vero progetto formativo sembra ancora oggi mancare, né sono risolti i nodi problematici legati alla corrispondenza fra il PECUP e i piani di studio. Di fatto si rimanda alla quota di flessibilità la risoluzione del recupero di attività più professionalizzanti quasi che queste siano da considerarsi una aggiunta (neanche un valore aggiunto) ad un percorso che per avere dignità deve essere fotocopia di quello degli altri licei; cosa a cui i presidi presenti  tenevano particolarmente, rinnegando il potenziale  umano e creativo dell’utenza delle nostre scuole e dichiarando fallimentare l’attuale istruzione artistica.

I suggerimenti richiesti riguardavano solo aspetti legati a particolari confluenze di indirizzi o accorpamenti di classi di concorso, materia complicata e da loro non risolta, ovviamente la loro preoccupazione era di ordine organizzativo e formale, non certamente quella della perdita della professionalità dei docenti che diverranno soprannumerari rimpastandoli in classi di concorso per cui non sono preparati e per i quali non si è data nessuna risposta riguardo i tempi e le modalità previste  per le riconversioni .

Premesso che il monte orario rimane delle 34-35 ore, che le ore delle discipline di base non si possono cambiare, resta da chiedersi come fare per applicare, senza generare lotte fra gli insegnanti delle materie artistiche, la quota di flessibilità.

E inoltre se in qualche maniera i dirigenti riuscissero a far quadrare il cerchio dell’attribuzione oraria, avremmo scuole diverse come competenze in uscita, con tanti saluti alla pretesa di uniformità dei percorsi.

Alla figura del nuovo artista, architetto, designer che opera con i nuovi software e tecnologie multimediali, vengono sacrificati secoli di tecniche pittoriche, scultoree e di arti applicate, recuperabili solo come artigianato artistico nelle scuole professionali, dove, svuotate di progettualità e di contenuti innovativi non sopravvivranno, schiacciate dalla produzione a basso costo proveniente dai paesi asiatici, peraltro già più avanti di noi in quanto a tecnologia.





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