LA PROF, LE BOTTE E I LIVIDI
Data: Giovedì, 26 novembre 2009 ore 13:45:21 CET
Argomento: Opinioni


LA PROF, LE BOTTE E I LIVIDI

Tanti nostri alunni sono figli di colleghi. E quando ci sono gli incontri scuola famiglia va a finire che, mentre si parla della figlia e del suo rendimento a scuola, si finisce per parlare di un’altra scuola. Quella dove insegna la malcapitata o il malcapitato collega genitore, naturalmente.
Dunque arriva questa mia cara collega, madre di una mia alunna, mi saluta affettuosamente, si siede. Chissà perché, visto anche che la figlia è brava e non mi dà problemi, le chiedo, quasi presagendo turbini e tempeste: “Come va a scuola?”
E questa è la domanda che non bisognerebbe mai fare. Quasi quasi mi mordo le labbra. Alla mia richiesta, però stranamente, lei non proferisce parola, non fa motto.
Perché non parla? – mi chiedo io, già un po’ ansiosa.
Poi è un attimo. La vedo abbassarsi, tirare su con mani tremanti il pantalone largo della tuta. Mostra la gamba nuda. Piena di lividi.
Che t’è successo? – faccio io allibita. Ieri a scuola. Una lita tra ragazzi, alti, immensi. Nessuno interveniva, l’ho fatto io. E ho preso botte – fa lei rassegnata.
Mi sono sentita salire il sangue alla testa. Cavolo, ma questo è un lavoro? O una guerra, dove la mattina parti e non sai in che condizioni tornerai?
Ambienti difficili, ragazzi senza famiglia, situazioni di degrado: ma gli insegnanti perché vengono lasciati soli? Sono in grado di affrontare certe situazioni?
Botte e lividi, tristezza e rabbia, per una scuola che ha perso le rotte e allontana tutti da sé, per primi, spiace dirlo, i professori.

SILVANA LA PORTA






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