SCUOLA/ Invalsi, rapporto degli apprendimenti 2008-2009 della primaria
Data: Mercoledì, 25 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Comunicati


Dopo lunga attesa, dopo i rilevamenti effettuati il 26 e 28 maggio 2009, dopo le previsioni indotte dagli studi internazionali ecco finalmente giungere il tanto aspettato rapporto Invalsi. “Rilevazioni degli apprendimenti 2008-09 nella scuola primaria. Aspetti operativi e prime valutazioni sugli apprendimenti degli studenti”. 5.303 le scuole prese in esame. I dati sono accessibili al pubblico dal sito dell’Invalsi. A commentare l’uscita del rapporto il responsabile scientifico della rilevazione Invalsi, R.R.

Un’esperienza quasi “nuova” anche per l’istituto, dal momento che questi dati rappresentano una metodologia innovativa, rispetto alle scorse edizioni, per fare indagini di valutazione sulle nostre scuole. «Gli studenti interessati» dice il responsabile «sono bambini di seconda e di quinta primaria. Hanno sostenuto una prova di italiano e una prova di matematica un pochino differenziate anche nella struttura. Ovviamente per motivi anagrafici». Che cosa significa? In poche parole, come viene facile intuire, i test erano differenziati. «I bambini di seconda hanno fatto una prova cosiddetta di “decodifica di lettura”, un fascicoletto con 40 parole e immagini da associare le une alle altre. Questo per capire appunto se un livello sufficiente di decodifica di lettura viene acquisito oppure no nei tempi previsti dalla norma. Ovviamente questa prova non è da quinta elementare. Poi sono seguite numerose altre prove tipo il riconoscimento di sostantivi uguali e contrari e così via. Gli alunni più “grandicelli” sono stati testati sulla capacità di lettura di un testo molto più articolato, abbiamo sottoposto loro prove di ortografia. Inoltre agli alunni di quinta è stato dato da compilare il “questionario studente” all’interno del quale sono state loro poste alcune domande sul loro metodo di studio, come si comportano rispetto a una consegna di italiano o di matematica di modo da avere una relazione sull’autoefficacia e sul clima di scuola percepito. Si tratta di variabili di contesto molto importanti che non possono però essere chieste a bambini più piccoli».

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