VALDITARA: RISOLVERO' IL PRECARIATO E I PREPENSIONAMENTI ANDRANNO IN PORTO
Data: Giovedì, 19 novembre 2009 ore 11:13:01 CET
Argomento: Comunicati


 

 

ECCOVI L'INTERVENTO DEL SEN. VALDITARA ALLA SEDUTA DEL SENATO DI IERI.  A QUANTO DICE, TREMONTI E' GIA' INFORMATO DEI PREPENSIONAMENTI E DARA' (?!) L'OK...

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Valditara. Ne ha facoltà.
*VALDITARA (PdL). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, colleghi, al di là degli aspetti tecnici che poi illustrerò molto sinteticamente, credo che dobbiamo svolgere un ragionamento molto più ampio: è in atto, con questo Governo, una importante riforma della scuola.
Sappiamo che negli ultimi trent'anni la scuola è stata considerata una sorta di ammortizzatore sociale. Le statistiche, che ricordo persino il ministro Fioroni citò in 7a Commissione, qui in Senato, e che sono di organismi internazionali e dunque non inventate dal Governo Berlusconi o dalla maggioranza, dicono che il numero di insegnanti della scuola italiana è il più alto tra tutti i Paesi occidentali e dicono anche che gli stipendi dei docenti della scuola italiana sono tra i più bassi di tutti quelli dei Paesi occidentali. Si è quindi investito sulla quantità e non sulla valorizzazione professionale.
Negli anni Settanta e Ottanta, si sono espletati corsi-concorso che hanno immesso migliaia di docenti nella scuola italiana in alcuni casi senza un vaglio serio della professionalità. Devo peraltro aggiungere che gran parte di quei docenti ha espresso una professionalità senz'altro adeguata e apprezzabile.
Nella scorsa finanziaria il Governo ha voluto razionalizzare gli organici della scuola italiana, prevedendo tagli certamente importanti, ma voglio aggiungere che tagli importanti vennero realizzati anche dal centrosinistra nella precedente legislatura. I tagli realizzati dall'allora ministro Fioroni incidevano su un sistema del tutto identico al precedente e quindi era un po' come un vestito che rimaneva lo stesso, ma il soggetto che lo indossava era cresciuto di peso e dunque il sistema rischiava di esplodere. D'altro canto, non vi erano risorse per valorizzare i docenti della scuola italiana. Da una parte, vi era dunque una riforma che tagliava 47.000 posti di lavoro, quella dell'allora ministro Fioroni, e che non rinnovava la scuola italiana in senso meritocratico e qualitativo, né la rendeva più europea e occidentale; dall'altra parte, non era prevista alcuna valorizzazione professionale per i docenti.Noi invece prevediamo che il 30 per cento delle risorse risparmiate vengano destinate a pagare di più gli insegnanti più bravi, quelli più preparati: è una rivoluzione. Sono 2,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni, la cifra più alta mai stanziata per valorizzare la professionalità docente, e il ministro Gelmini ha annunciato qui in Senato che 600 milioni sono già stati accantonati e nei prossimi sei mesi elaborerà anche i criteri per distribuire queste risorse premiando i docenti preparati e di qualità. Questo è un passaggio assolutamente importante.
È logico che per qualche anno i pensionamenti siano inferiori ai tagli di organico, soprattutto per quest'anno, perché poi la situazione è destinata a migliorare sensibilmente nei prossimi anni e i dati del Ministero della pubblica istruzione dicono che già nel prossimo anno dovrebbe esservi sostanzialmente una equivalenza tra posti resi liberi con i pensionamenti e tagli di organico. Proprio per gestire questo anno di emergenza è stato concepito il decreto-legge in esame, che serve anzitutto ad evitare un pregiudizio a coloro che avevano svolto supplenze annuali e poi, grazie ad un importante emendamento approvato alla Camera che citerò subito, anche ad altri precari, impedendo che rimangano senza una retribuzione coloro che sono costretti a rimanere a casa per via della riforma. Innanzitutto, hanno una priorità assoluta quegli insegnanti precari che hanno svolto un insegnamento con contratto annuale nell'anno precedente ovvero, in base all'emendamento della Camera, una supplenza di 180 giorni. Voglio aggiungere che il Ministero, con intelligenza politica, ha consentito a coloro che tuttavia rimanessero esclusi da queste supplenze annuali, e che dovrebbero essere peraltro in numero assai limitato, di partecipare a progetti regionali finanziati con fondi dell'Unione europea.Ovviamente, tutti quei precari che rimanessero a casa per il prossimo anno scolastico godranno - questo è scontato - del 60 per cento dell'indennità di disoccupazione. Secondo calcoli del Ministero dell'istruzione e stando ad una dichiarazione politica importante, impegnativa del Ministro, veramente pochi saranno coloro che non avranno una retribuzione pressoché equivalente a quella goduta fino ad ora. Inoltre, anche quei pochi che rimarranno a casa avranno comunque riconosciuto il punteggio ai fini delle graduatorie. Credo che tutto questo denoti un comportamento responsabile, certamente doloroso per alcuni, lo dico con grande franchezza, ma il Ministero si è comportato in modo responsabile e le prospettive per l'avvenire sono quantomeno rassicuranti.
 Devo anche aggiungere che è apprezzabile l'impegno assunto dal Governo su stimolo parlamentare a far sì che nel futuro inserimento a pettine nelle graduatorie non vengano avvantaggiati i cosiddetti furbi, cioè coloro che magari abbiano fittiziamente prestato servizio in qualche scuola non statale, cioè senza che venissero pagati i contributi, in sostanza accordandosi in modo truffaldino con una scuola che fingeva l'assunzione soltanto al fine di guadagnare punteggio. Questa è la situazione.
Ciò detto, chiedo ovviamente un impegno al Governo e auspico l'accoglimento dell'ordine del giorno G1.105, che ho presentato come primo firmatario insieme a molti altri colleghi: dobbiamo attuare la riforma della formazione e del reclutamento degli insegnanti, una delle riforme più importanti della scuola italiana, dobbiamo cioè rendere europea anche la selezione dei nostri docenti. Ci sono 230.000 precari iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, ci sono 130.000 precari con contratto annuale, delle cifre veramente imponenti.
Il problema del precariato è un problema vecchio, lo sappiamo perfettamente, deriva da un sistema unico in tutto l'Occidente, da un sistema inventato nella prima Repubblica, proprio da quelle magagne e da quelle carenze che avevo prima evidenziato. Ritengo però indegno di un Paese civile che famiglie che si reggono su uno stipendio che peraltro è già assai modesto non sappiano ogni anno quale sarà il proprio futuro. Ritengo che il sistema del precariato, come sistema in sé, debba essere eliminato una volta per tutte; ritengo anche che sia indegno di un Paese civile che si seguano, come hanno seguito i Governi del passato, logiche levantine per cui conviene di più pagare dieci mesi un insegnante che svolge un servizio per tutto l'anno. Il ministro Fioroni aveva a suo tempo presentato un piano di assunzioni che non solo era limitato, ma che non era coperto, era l'ennesima truffa della politica che alla vigilia delle elezioni dice: «vi assumeremo tutti » e non aveva stanziato le risorse per coprire questo impegno.Vi chiedo che nel prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria si faccia una programmazione annuale, si dica cioè in quanti anni si vuole risolvere il problema del precariato prevedendo le riforme adeguate, perché tutti questi docenti, che sono docenti che hanno vinto un concorso nazionale, che hanno svolto scuole di specializzazione, che hanno una loro professionalità, abbiano diritto, con gradualità, ma con certezza, ad essere assunti.
Ringrazio anche il Governo di aver accolto come vincolante un mio ordine del giorno, firmato anche da altri colleghi, con cui si chiede che si avviino dei prepensionamenti per favorire il turnover, per consentire cioè a quegli insegnanti anziani, che magari sono anche ormai demotivati, a cui mancano due anni per poter andare in pensione, di andare in pensione anticipatamente. Sappiamo che questo provvedimento è praticamente a costo zero (c'è un problema legato al TFR, che però può essere comunque tranquillamente pagato alla data di scadenza) e garantirebbe almeno 20.000 posti liberi all'anno, consentendo quindi di risolvere in pochi anni il problema del precariato della scuola italiana. Ripresenteremo questo emendamento in un prossimo provvedimento.
Abbiamo l'assicurazione del Ministero dell'economia e delle finanze che questo provvedimento potrà andare in porto. Crediamo che sia un fatto di civiltà risolvere il problema del precariato. Il decreto-legge in esame dà una risposta contingente temporanea ad una grande riforma della scuola come quella che questo Governo sta iniziando ad attuare ed intende portare a compimento. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).







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