GIUSTIZIA PER I DS VINCITORI DEL CONCORSO ORDINARIO 2004
Data: Mercoledì, 18 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Opinioni


LETTERA APERTA

A Sua Ecc.Za On.Le Presidente Della Repubblica Italiana
Al Presidente Del Senato
Agli On.Li Senatori Della Repubblica
Agli On.Li Deputati Della Repubblica
Al Presidente Della Camera
Al Presidente Del Governo
Al Ministro Della Istruzione Universita’ e Ricerca
Al Presidente Della Regione Sicilia
All’assessore Alla Pubblica Istruzione Regione Sicilia

Oggetto: Giustizia per i dirigenti scolastici siciliani vincitori del concorso ordinario del 2004.
Nel novembre del 2004, dopo tanti anni di attesa, venne bandito un concorso ordinario per dirigenti scolastici, ordinario, cioè senza sconti o privilegi, un concorso lungo e complesso come mai forse era stato immaginato; con una preselezione per titoli, due prove scritte, due orali – una di gruppo e una individuale – nove mesi di corso, un tirocinio all’interno di una scuola.
Un percorso ad ostacoli che in tanti abbiamo affrontato ed in pochi abbiamo superato solo grazie al sacrificio ed all’ impegno. Nel mese di settembre del 2007, in Sicilia, come nel resto d’ Italia, noi
neo-dirigenti scolastici, diverse centinaia, siamo stati finalmente immessi in ruolo, diventando a tutti gli effetti dirigenti dello Stato. Ci viene affidato il difficile ruolo di dirigere le istituzioni
scolastiche in un delicato momento di transizione e di riforme. Ognuno di noi si reinventa un profilo professionale, allarga l’orizzonte di docente, ricomincia in qualche caso a viaggiare per raggiungere sedi lontane dal proprio domicilio,si trasferisce in altre città con l’intero nucleo familiare, abbandona molte attività che prima si conciliavano con la professione di docente ( attività sindacale,
politica, libere professioni) per dedicarsi interamente a questo entusiasmante e totalizzante mestiere di dirigente scolastico a cui sono affidati docenti, alunni, personale amministrativo, rapporti con
il territorio, edifici fatiscenti ecc. ecc.
Alcuni hanno perfino rinunciato al comodo percorso del concorso riservato, ritenendo più corretto proseguire sulla strada di quello ordinario, senza scorciatoie, legittimante anche agli occhi della
pubblica opinione.
Per tre anni abbiamo svolto il nostro ruolo, assumendoci in pieno la responsabilità di gestire spesso le scuole più difficili o più scomode da raggiungere, quelle che i colleghi più anziani hanno lasciato da tempo che anelavano un dirigente di ruolo pieno di entusiasmo.
Non è stato lo stipendio ad allettarci del quale non siamo certo contenti perché non compensa affatto le maggiori responsabilità – ma solo la convinzione che avremmo potuto contribuire positivamente all’immagine vituperata della scuola, siamo fieri di rappresentare la parte migliore questo Stato: siamo orgogliosi di contribuire alla costruzione del futuro dei giovani a noi affidati; la gran parte di noi è motivata e piena di entusiasmo e una ventata di novità attraversa il panorama scolastico.
Sembrava tutto a posto ma all’orizzonte si addensano nuvoloni, e nel mese di maggio 2009, in barba a qualsiasi logica e allo stesso giudicato del TAR Palermo, il CGA siciliano ritiene che il concorso
citato debba essere annullato. La motivazione è formale ma, secondo i giudici del Consiglio di Giustizia Amministrativa, ineludibile: la Commissione che ha corretto gli elaborati scritti non ha agito nella giusta composizione, cioè ha agito con due sottocommissioni che hanno operato contemporaneamente e, quindi, con un collegio imperfetto – due componenti stabili e uno (il Presidente) che si alternava. Tale imperfezione procedurale anche se dimostrata dai ricorrenti solo per qualche caso, assurge, senza una verifica approfondita, a costante tipica della procedura seguita estendendo il suo effetto devastante a tutti i concorrenti per giungere fino alla caducazione della nomina della stessa commissione.
La vicenda, inoltre, si colora di particolari irrilevanti sul piano giudiziario nel qual merito il tribunale non è entrato, ma scandalosamente attraenti sul piano giornalistico, poiché viene
rinvenuto qualche compito con errori ortografici e i tempi di correzione degli elaborati diventano oggetto di scherno sulla incapacità siciliana di gestire un concorso così serio. E tutte le testate giornalistiche, locali e nazionali, godono nel riempire i loro articoli di aggettivi che dipingono noi, nuovi presidi, come “asini” e “abusivi”.
Noi siamo sbigottiti, attendiamo, tacciamo, non per accettazione di quella che sappiamo essere un’ingiustizia ma per fiducia nelle istituzioni dello Stato,per incredulità e sgomento; mentre gli esclusi dal concorso esultano: da un lato perché la loro incapacità a superare il concorso viene attenuata dall’illiceità presunta del concorso stesso, dall’altro perché vedono riaprirsi una ennesima opportunità (la quarta) per loro.
Molti legali da noi consultati sono sbalorditi. Come è possibile che senza impugnare la graduatoria finale, senza che nessun organo giudiziario né il TAR né il CGA abbiano attivato il contraddittorio
con i terzi lesi, cioè noi, senza che il CGA tenesse conto del giudizio di improcedibilità del ricorso, pronunciato dal TAR ampiamente e correttamente motivato, senza tenere conto della giurisprudenza consolidata secondo la quale nessuno può essere leso in un diritto acquisito se lo ha conseguito in buona fede e se non è stato ascoltato, come è possibile, insomma, che ci si possa privare di
ciò che abbiamo conseguito in buona fede, con enormi sacrifici, senza nemmeno darci la possibilità di difenderci, annullando fin dalla radice l’intera procedura concorsuale?
Quale sarebbe, poi, la nostra “colpa”? Potevamo noi incidere sulla composizione o sul modus operandi della stessa? Non vi è dubbio che GIUSTIZIA, non quella formale ma sostanziale, vorrebbe che se qualcuno è stato “danneggiato” dal comportamento errato di una commissione è
costui che deve essere risarcito senza punire colui che nulla ha fatto per contribuire a tale ingiustizia. Nel modo in cui si stanno svolgendo i fatti, invece, si otterrebbe il paradossale risultato di “punire” tutti gli incolpevoli, senza beneficio per nessuno, lasciando fuori dalla tempesta proprio quelli che, commettendo l’errore procedurale in questione, hanno generato tutto questo disastro che
avrà evidenti riflessi sulla nostra condizione professionale e psicologica, ma soprattutto sull’organizzazione scolastica isolana, e in caso di esito nefasto, anche sulle casse dello Stato ( chi
risarcirà, infatti, i 416 dirigenti scolastici che hanno superato il concorso e tutti i docenti che sono stati nominati sui nostri posti resi liberi?).
Il Parlamento italiano, per adesso solo alla Camera dei Deputati, intuendo la portata reale dell’ingiustizia che si sta perpetrando nei nostri confronti in nome della giustizia, ha ritenuto con uno specifico emendamento inserito del decreto-legge 134/2007cd.
salva-precari – di restituire ordine e logicità ad una vicenda paradossale e incredibile e garantire il regolare funzionamento della scuole italiane incluse quelle siciliane.
Gli On.li Deputati, cioè, hanno applicato il principio consolidato di salvaguardare coloro i quali hanno conseguito un diritto senza “barare” e senza contribuire in alcun modo agli eventuali profili di illegittimità rilevati dall’autorità giudiziaria. Non è, dunque, una sanatoria perché noi non siamo né abusivi né abbiamo conseguito illegittimamente il nostro posto di dirigente scolastico.
Non è neanche un modo per superare un “giudicato”, cosa che potrebbe configurare profili di illegittimità costituzionale, ma rappresenta un modo, a nostro parere assolutamente legittimo, di salvaguardare la posizione di chi ha stipulato un contratto di lavoro in buona fede,
anche in applicazione analogica di norme del Codice Civile, relative a persone giuridiche, per come asserito ad esempio dal Consiglio di Stato.
Per quanto sopra e per quella Giustizia in cui ancora, nonostante tutto, crediamo, chiediamo agli On.li Senatori della Repubblica e a Sua Ecc.za On.le Presidente della Repubblica di voler approvare e promulgare la legge citata che restituisce, con l’emendamento inserito dagli On.li Deputati, la correttezza sostanziale a questa vicenda, ridando agli scriventi dirigenti scolastici ed alle Istituzioni che ci sono state affidate quella serenità necessaria per continuare a servire correttamente ed onestamente lo Stato italiano.
I Dirigenti Scolastici Vincitori del concorso ordinario del 2004






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