CONCORSO DIRIGENTI: UN MATRIMONIO SI PUO' ANNULLARE...MA NON I FIGLI GENERATI
Data: Marted́, 17 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa



 
La sentenza, in Sicilia, del CGA che annulla il concorso dei dirigenti scolastici del 22/11/2004 dopo parecchio tempo rischia di essere ingiusta e al di fuori del buon senso. Infatti, se da una tale decisione si volesse concludere che andrebbero eliminati tutti i prodotti successivi sarebbe come condannare a morte una persona dopo tanti anni dall’aver commesso il fatto. Sarebbe come voler bocciare un bambino che è ora in terza elementare conosce la grammatica e legge, studia e spiega bene intere pagine di storia di geografia ecc. solo perche all’inizio della prima elementare non sapeva scrivere correttamente alcune parole. Entrambe queste persone non sono più le stesse, sono letteralmente cambiate. I dirigenti in questione sono professionalmente “nati”; dopo lo scritto, hanno sostenuto ben due esami orali molto impegnativi, nei quali oltretutto un buon  40 per cento non è stato ammesso alle prove successive. Hanno partecipato a un Corso di nove mesi in aula e on line con specialisti di fama nazionale e internazionale, dove hanno svolto dei moduli professionali nei quali è stato sviscerato tutto lo scibile professionale necessario a un dirigente. Hanno frequentato corsi di tirocinio sotto la guida di altri dirigenti di provata professionalità.  E poi un anno di prova, sostenuti dai direttori tecnici regionali. E poi ancora, hanno traghettato le scuole nel nuovo sistema sulla sicurezza, nella nuova Riforma degli ordinamenti, negli aggiornati sistemi informatici/organizzativi ministeriali….
Chi è rimasto allo scritto, e volesse rimettere in gioco tali “creazioni” specialistiche ormai avvenute, si è fermato ai primordi della storia professionale di un dirigente. Tale sentenza guarda a “com’eravamo” e non certamente a “come siamo”. Quelle persone che hanno partecipato alla selezione degli scritti ormai non esistono più. Sono diventati dirigenti. Il loro cammino formativo li ha radicalmente trasformati. Certamente non si può perdere tanta professionalità acquisita con fatica e sudore, personale e di tutta la collettività. La legge è per gli uomini e per la società, e non è vuoto esercizio di giustizialismo. Come insegna la psico-pedagogia, e non gli esperti in giurisprudenza, a meno che non si voglia demandare tutto a loro (politica,  educazione, morale …), una sanzione o si commina subito o, dopo tempo, non ha più senso. Figurarsi dopo un percorso formativo. Insomma, anche un matrimonio si può annullare … ma non i figli generati.
È anche vero, però, che a chi è stato tolto un bene gli debba essere riconosciuto.
A me pare che alcuni stiano rischiando di perdere il buon senso.

Paola Capone






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