CONCORSO DIRIGENTI: ADESSO SI SPERA IN UN DECRETO SALVA PRESIDI
Data: Sabato, 14 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Comunicati


Dal sito web “La Sicilia “ di Catania

Scuola. Il concorso per dirigenti annullato dal CGA. FLC-CGIL: le sentenze vanno rispettate. Andis:servono bandi nazionali

E ORA SI SPERA IN UN DECRETO “SALVAPRESIDI”

La notizia dell'annullamento del concorso di 200 presidi indetto con decreto dirigenziale del 22 novembre 2004 ha creato un vespaio nella scuola. In particolare negli istituti in cui i presidi vincitori delle procedure concorsuali prestano servizio. Nel primo reclutamento sono stati nominati 200 vincitori del concorso, ma negli anni sono stati assunti ulteriori candidati idonei tramite lo scorrimento della graduatoria, per cui gli immessi nei ruoli sarebbero oltre 300.
Sconforto, quindi, per questi dirigenti scolastici, molti di loro preparati sia dal punto di vista didattico sia legislativo, che stanno dirigendo scuole con apprezzata competenza, ben voluti dai docenti, alunni e loro familiari. A questo punto la colpa di tutto non potrà essere attribuita ai dirigenti scolastici che hanno superato un concorso, ma, secondo l'ordinanza del Cga, all'ufficio scolastico regionale che avrebbe gestito un esame così importante con molta "fantasia". È assurdo, infatti, come si legge nell'ordinanza del Cga, sdoppiare la commissione «attribuendo ad una persona fisica l'incarico di presidente per imprimere impulso acceleratorio alla correzione degli elaborati mediante la contemporaneità operativa». In altri termini, un presidente "a scavalco", transitando dall'uno all'altro dei due organi, senza che i commissari fossero tenuti a interrompere o sospendere le operazioni di valutazione degli elaborati in sua assenza.
Il responsabile dell'ufficio scolastico regionale è a conoscenza (come del resto il medesimo presidente delle due commissioni) che in qualsiasi esame, anche di maturità, i lavori dovranno essere sospesi se il collegio della commissione esaminatrice non è perfetto, financo per l'assenza di un commissario. Il direttore dell'ufficio scolastico regionale sa con certezza che in un concorso con la già avvenuta correzione e valutazione degli elaborati, fino alla apertura della busta piccola contenente il nominativo dei candidati, si procede nell'anonimato, per cui a questo punto sarebbe assurda la ricorrezione degli elaborati, già identificati e che hanno avuto attribuito un voto. E' certo, come si è detto, che di tutte queste negligenze non hanno alcuna colpa i candidati. C'è da dire, a titolo informativo, che si cura del settore dirigenti scolastici il vicedirettore dell'ufficio scolastico regionale Giuseppe Italia che, a scavalco, ha un altro importante incarico, la direzione dell'ufficio scolastico provinciale di Siracusa.
Italia avrà seguito tutto l'iter del concorso, forse più del dirigente Di Stefano. Ora i presidi sperano in una sorta di decreto "salvaprecari", che a questo punto avrebbe l'appendice "salvapresidi", con un emendamento che a quanto pare è stato patrocinato da un parlamentare catanese ed inserito in una proposta di legge in corso di trattazione al Senato, anche se i legali dei ricorrenti vincitori al Cga hanno già preannunciato l'incostituzionalità di una simile misura. Il segretario della Flc Cgil Fasciana in un comunicato sostiene che «il Cga rileva, nel dispositivo, che la correzione degli elaborati dei due ricorrenti effettuata dalla nuova commissione nominata dal direttore generale non risponde alle prescrizioni indicate nelle sentenze adottate nel mese di maggio e, pertanto, ordina all'amministrazione di ottemperare alla sentenza attraverso la rinnovazione delle procedure concorsuali. Nel caso di inadempienza, passati i 60 giorni, il Cga nominerà un commissario ad acta. Al di là delle legittime rivendicazioni che potranno essere avanzate nelle apposite sedi dei vincitori del concorso ai quali non possono essere addebitate le altrui colpe, il pronunciamento del Cga chiude una vicenda indecorosa che ha ingenerato un forte senso di sfiducia nelle istituzioni. Rimaniamo dell'avviso che le sentenze dei giudici debbano essere sempre rispettate, anche quando sono dolorose per chi le subisce».
Il presidente dell'Andis Santo Molino, preso atto che negli ultimi anni si sono susseguite modalità confuse nel reclutamento dei capi di istituto, sottolinea «l'importanza di reintrodurre, come per il passato, un'unica procedura nazionale di selezione. Per quanto concerne la sentenza del Cga, accanto al problema della legalità occorre considerare il ruolo delle persone e della professionalità messa in campo in questi tre anni. Bisogna trovare il modo di coniugare le giuste esigenze che emergono dalla sentenza con la possibilità di non arrecare danni incalcolabili a dirigenti scolastici che hanno svolto la loro attività con competenza e dedizione e che non possono fare da parafulmine alle storture amministrative addebitabili alla commissione di concorso».
Il dibattito tra i sindacati, le associazioni professionali e i partiti politici risulta estremamente vivace considerato che si sta sviluppando un notevole consenso sull'affermazione di principi di legalità che osteggiano la nascita di un "lodo" a vantaggio di una procedura concorsuale che è stata azzerata dalla Magistratura. Dall'altro lato si è aperto un dibattito al fine di individuare le linee di tutela possibile nei confronti di dirigenti scolastici in servizio, che rischiano di trovarsi delegittimati nello svolgimento del loro ruolo. In conclusione, ci pare possibile trarre il convincimento della necessità di ritrovare autorevolezza e certezza del diritto nel reclutamento dei presidi, attraverso una procedura unificata, nazionale che possa porre freno alle storture che talvolta si registrano in ambito regionale o locale.
Catania 13.11.2009
MARIO CASTRO






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