''RICREAZIONE'': CRISTO, CROCE E ALLAH
Data: Giovedì, 12 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Opinioni


Benedetto Croce aveva un bel dire che non possiamo non dirci cristiani. E’ vero, la nostra tradizione è fondata sulla parola di Cristo e sulla istituzionalizzazione che di essa ha fatto la Chiesa di Roma. Ma che c’entra il crocefisso nelle scuole? Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo di qualche giorno fa, che ne vieta l’uso, si è scatenato un putiferio. E che volete che succedesse in uno stato laico solo di nome come quello italiano?  E in effetti, se poniamo attenzione, non esiste una legge statale che ne impone l’uso, se non due regi decreti di mussoliniana memoria che non fanno testo. Quel crocefisso alle spalle degli insegnanti e rivolto tristemente agli alunni non avrebbe motivo di esistere, perché la scuola non ha un colore religioso, è frequentata da tutti, credenti, non credenti, miscredenti e popoli di altre religioni, è, o dovrebbe essere, laica. Ma il nostro problema è storico. Duemila anni di monarchia papale sono duri a morire, duemila anni di cristianesimo, punto di riferimento storico ineludibile, sia pure per odiarlo, non si possono cancellare con un decreto. E c’è un vecchio articolo nientemeno che dello Statuto albertino, il quale risuona ancora minaccioso: “la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato.”
Oggi non è affatto la sola. Non è di tutti. Il senso del sacro, dopo tante affermazioni della Dea ragione, non è più molto vivo.  Allah fa una spietata concorrenza al nostro Cristo in croce. Possiamo anche eliminarlo dalle nostre aule, in nome della laicità dell’istruzione pubblica. Sopravviveremo. Quasi nessuno se ne accorgerà. Ma non vorremmo che ci venisse la subdola tentazione, con questo gesto, di negare le nostre profonde, vituperate, denigrate, esaltate, controverse quanto vogliamo, origini. “Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai compiuta: così grande che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall'alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo nuovo.”Sono parole di Croce. La croce potrà non esserci più nelle nostre classi. Ma quel miracolo dell’amore può parlare ancora ai cuori dei nostri alunni.

SILVANA LA PORTA






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