LETTERA AL SEN. POSSA: CONCORSO DIRIGENTI, QUALE MERITO?
Data: Domenica, 08 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Opinioni


RISPOSTA al Senatore Possa,
Presidente della VII Commissione

Egregio Senatore Guido Possa,
                                      per caso abbiamo  avuto modo di leggere la Sua risposta in merito alla questione legata all’emendamento salva presidi approvato recentemente dalla Camera e che si appresta ad essere confermato dal Senato. Lei scrive  in riferimento alla nostra lamentela sulla sanatoria, nell'ambito del decreto-legge n. 134, con riferimento ai dirigenti scolastici siciliani che hanno partecipato al corso-concorso indetto con decreto del 22 novembre 2004, disposta dalla Camera dei deputati nonostante le sentenze in senso contrario del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana che comprende senz'altro la Nostra  indignazione nei confronti di un provvedimento legislativo che forzi atti giurisdizionali.  Ma dall'altra parte, occorre tuttavia tenere presente anche la condizione dei dirigenti scolastici nominati, i quali rischiano di portare la colpa di scelte certamente non loro attribuibili, quale quella di istituire una commissione con un numero di componenti inferiore a tre.
Perciò, stante la delicatezza della questione, che inevitabilmente incide sugli interessi legittimi delle persone, ed in considerazione della difficoltà di modificare il provvedimento senza rischiarne la mancata conversione nei termini costituzionali, il Senato si accinge ad esaminare un ordine del giorno con cui impegnare il Governo ad una riflessione più approfondita della vicenda nella distinta sede di un nuovo disegno di legge, che raccolga le problematiche lasciate insolute dal decreto-legge n. 134 e consegua una soluzione di equità.

Confessiamo che non ci stupisce più di tanto la Sua risposta.  In Parlamento di questi tempi ne accadono di cose, tanto da farLe dichiarare che di fronte ad un atto palesemente incostituzionale che mina la struttura stessa dei principi su cui si fonda lo Stato di Diritto è opportuno tutelare l’interesse derivato dalla “condizione dei dirigenti scolastici nominati,i quali rischiano di portare la colpa di scelte non loro attribuibili, quale quella di istituire una commissione con un numero di componenti inferiore a tre”.

Forse Senatore, qualcuno, scientemente, Le avrà dato delle notizie decisamente infondate e destituite di qualsiasi legame con la realtà dei fatti.

Invero, la Commissione era correttamente formata. Era il presidente che invece di regolamentare i lavori partecipando come suo obbligo a ciascuna commissione in tempi diversi, ha fatto in modo che le due commissioni operassero contemporaneamente. In tal modo di fatto veniva a mancare il numero legale per procedere all’esame.

Questo certamente è il motivo che da solo determina la nullità del concorso, ma non è l’unico.

Ci sono altri vizi tra i quali possiamo annoverare quello che gli elaborati non sono stati corretti (circostanza ammessa anche dal Direttore generale regionale).
Infatti, in verbale vengono riportati tempi di correzione di un paio di minuti per l’esame degli elaborati che erano in gran parte  costituiti da sei otto, o dieci facciate.
Vi è di più. Ad acclarare maggiormente la tesi della non correzione, alcuni elaborati valutati con  punteggi prossimi alle quotazioni massime, presentano gravi errori concettuali e grammaticali. Le cito uno dei tanti errori di un elaborato valutato con un voto medio alto: il dirigente induce ha ricercare (errore ripetuto in brutta e in bella)

A questo punto, sig. Senatore, rappresentante del Popolo italiano, perché non si chiede sulla base di cosa sono state redatte le graduatorie di “merito” se manca il presupposto fondamentale della correzione degli elaborati?

Quale diritto possono vantare coloro che sono stati dichiarati vincitori in presenza di una assenza di valutazione?

Ci chiediamo e le chiediamo sig. Senatore, alla luce delle “nuove” informazioni che le abbiamo riferito quale pensa  sia stato il criterio operato per la redazione della graduatoria?

Sulla base di cosa può ritenere che gli esclusi abbiano meritato l’esclusione vista, lo ripetiamo, la totale mancanza della valutazione, o meglio della impossibilità di una valutazione sulla scorta dei dati che emergono dal verbale?

E, Le chiediamo, che diritto hanno coloro che sono stati dichiarati vincitori pur in presenza di elaborati decisamente sgrammaticati?

Riteniamo che Ella fosse già al corrente di questi aspetti della vicenda, tuttavia ha ritenuto di dare corso alla difesa di quanti, immeritatamente pretendono di salvaguardare la loro posizione ottenuta sulla base di atti illegittimi che vengono certificati con provvedimenti legislativi macchiati di incostituzionalità

A prescindere, comunque, dalle considerazioni di merito sulla vicenda concorsuale quello che ci indigna, molto di più delle illegittimità commesse, è che un Senatore della Repubblica  sottoscriva un atto, pur nella certezza che tale atto viola i principi costituzionali, per garantire che i c.d. dirigenti  dichiarati “vincitori” mantengano il loro status ancorché  fondato su atti illegittimi riconosciuti e dichiarati tali dalla magistratura con sentenza passata in giudicato.

Il Parlamento sta infliggendo in questo modo un vulnus irreparabile al sistema giuridico fondato sul principio della divisione dei poteri, tutti saranno legittimati a non  rispettare alcuna sentenza, poiché basta  un politico di turno che, dinnanzi a sentenze definitive, presenti un emendamento e renda legittimo ciò che la giustizia dopo il lungo e faticoso iter ha dichiarato illegittimo e illegale.

A che serve che il cittadino si rivolga ai tribunali?

Nel ringraziarla per la cortese attenzione, con l’occasione Le porgiamo distinti ossequi.
Per il coordinamento
A. Pappalardo






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