E' MORTO C. L. STRAUSS: PADRE DELL'ANTROPOLOGIA
Data: Giovedì, 05 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Comunicati


PARIGI (3 novembre) - Claude Lévi-Strauss, antropologo, etnologo, psicologo e filosofo, massimo teorico dello strutturalismo, è morto la notte fra sabato e domenica a Parigi all'età di 100 anni. Lo rende noto l'Ecole des hautes etudes en sciences sociales. Nato a Bruxelles da genitori francesi di origine ebraica, Lévi-Strauss avrebbe compiuto 101 anni il prossimo 28 novembre.

I funerali si sono già svolti a Lignerolles, nella regione francese della Borgogna. Lo ha detto all'Agenzia France Presse Philippe Descola, il professore che gli è succeduto alla guida del laboratorio di antropologia sociale a Parigi: «Claude Lévi-Strauss è stato seppellitto a Lignerolles, nel Morvan, dove aveva una proprietà. Due anni fa si era rotto l'osso del femore, e da allora era molto stanco, è morto di vecchiaia», ha detto Descola, secondo il quale l'antropologo sarebbe morto lo scorso venerdì. Descola ha aggiunto che considera il suo predecessore come «l'antropologo la cui opera ha esercitato la più grande influenza nel corso del Novecento».

Unanime in Francia il cordoglio. L'Academie Française renderà omaggio al primo etnologo ammesso fra gli "immortali" giovedì 5 novembre. Il ministro degli Esteri Bernard Kouchner ha detto che Lévi-Strauss è stato «un visionario erede dell'Illuminismo», che ha rotto «con una visione etnocentrica della storia dell'umanità. Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, ha sottolineato il contributo essenziale dell'antropologo allo sviluppo delle scienze umane. Lo scrittore Jean D'Ormesson ha ricordato la fama internazionale dell'antropologo e ha osservato che «lui ha trasformato l'etnologia, mettendo alla portata del grande pubblico dei problemi complessi. È stato un maestro assoluto nel suo campo di studi e al tempo stesso un uomo dalla cultura letteraria straordinaria, che è diventato una sorta di icona mondiale». Lo storico Max Gallo ha affermato: «È stato uno dei monumenti del pensiero francese del XX secolo, capace di creare dei modi nuovi di pensare, di comprendere il funzionamento delle credenze ed ha regalato a tutta l'umanità un sistema per scoprire le strutture di una società».

Claude Lévi-Strauss compì i suoi studi a Parigi dove si laureò in filosofia nel 1931. Poi diresse il suo interesse verso l'antropologia e la sociologia: con la sua utilizzazione della linguistica strutturale nelle indagini sulle strutture della parentela e sui miti, e con le sue teorie generali sul concetto di struttura, contribuì alla formulazione e alla diffusione di quello che è stato chiamato strutturalismo. Nel 1935 si trasferì in Brasile, per insegnare sociologia all'università di San Paolo e per ricerche sulle popolazioni indigene del Mato Grosso e dell'Amazzonia. Nel 1939 tornò in Francia, per rifugiarsi poi negli Stati Uniti, dove insegnò a New York, stringendo amicizia con il linguista russo Roman Jakobson. Rientrò in Francia nel 1947, nel 1950 insegnò all'Ecole Pratique des Hautes Etudes e dal 1954 Antropologia sociale al Collège de France; nel 1973 venne eletto accademico di Francia.

Tra le sue opere principali: Le strutture elementari della parentela (1949), Tristi tropici (1955), Antropologia strutturale (1958), Il totemismo oggi (1962), Il pensiero selvaggio (1962), Mitologiche (1964-1971), Antropologia strutturale due (1973) e Lo sguardo da lontano (1983).

da www.ilmessaggero.it







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