Università, tutte le novità della riforma
Data: Martedì, 03 novembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Comunicati


ROMA (29 ottobre) - Ecco cosa prevede il ddl di riforma universitaria varata ieri dal Consiglio dei minsitri.
Niente bilanci in rosso, pena il commissariamento. Se non avranno una sana e trasparente amministrazione e se non combatterannogli sprechi, il ministero ne terrà conto: i finanziamenti saranno inferiori. La «contabilità economico-patrimoniale» dovrà essere analitica e dovrà essere adottato un piano economico finanziario triennale. I fondi saranno in parte commisurati alla qualità e ai risultati ottenuti, non valgono più i criteri meramente quantitativi. Ci sarà un nucleo di valutazione d’ateneo, composto a maggioranza da professori esterni, che valuterà le perfomances. Attualmente è il contrario, i membri della commissione giudicante sono tutti interni.

Federazioni. Fusioni di atenei e professori in mobilità. L’articolo 3, punto 1, stabilisce che «al fine di migliorare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dell’attività didattica, di ricerca e gestionale, e al fine di razionalizzare la distribuzione delle sedi universitarie, due o più università possono federarsi, anche limitatamente ad alcuni settori di attività, oppure possono fondersi». La federazione o fusione ha luogo sulla base di un progetto che comprenda le compatibilità finanziarie e logistiche, e le «proposte di riallocazione dell’organico». Significa che professori e ricercatori potrebbero andare in mobilità (secondo la legge 210 del 1998). La mobilità dei docenti e quindi il trasferimento può scattare anche a «seguito dei processi di revisione e razionalizzazione dell’offerta formativa».

Studenti. Soldi all'eccellenza e “voti” ai docenti. Con l’articolo 4 il ddl Gelmini istituisce un “fondo speciale per il merito”, questa volta inteso come fondo «finalizzato a sviluppare l’eccellenza e il merito dei migliori studenti, individuati tramite prove nazionali standard». In particolare il fondo è destinato a erogare agli studenti meritevoli «borse e buoni studio da utilizzare per il pagamento di tasse e contributi nonché per la copertura delle spese di mantenimento durante gli studi». Più facili anche i “prestiti d’onore”. Gli studenti inoltre saranno chiamati a valutare i loro professori (in alcuni atenei la pratica è già diffusa). tale valutazione sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del Miur.

Nepotismo. Contro i conflitti di interesse un codice etico in ogni ateneo. Attualmente non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni e nell’amministrazione. In futuro ogni ateneo dovrà adottare un codice etico per evitare conflitti di interesse e fenomeni di parentopoli. Dopo l’approvazione della legge, gli atenei avranno sei mesi di tempo per approvare statuti contenenti questa norma. D’altra parte gli atenei saranno costretti a rispettare le nuove norme poiché chi non adotterà sistemi trasparenti e gestirà male le risorse si vedrà ridurre i finanziamenti da parte del ministero. Potrebbe essere una “cura” efficace contro la piaga del nepotismo e della parentopoli, fenomeni che tagliano la strada a tanti giovani meritevoli.

I Rettori non potranno avere più di due mandati. Al rettore viene attribuita «la rappresentanza legale dell’università e le funzioni di indirizzo», oltre al «coordinamento delle attività scientifiche e didattiche, secondo criteri di qualità, efficienza, trasparenza e meritocrazia». La regola della trasparenza riguarderà anche le nomine dei rettori. I capi degli atenei dovranno essere i primi ad evitare conflitti di interesse e mandati che durano “a vita”. Il punto “c” dell’articolo 2 della legge Gelmini recita che «la durata della carica di rettore sarà per non più di due mandati e per un massimo di otto anni, sei anni nel caso di mandato unico non rinnovabile». Verranno conteggiati anche gli anni trascorsi prima della riforma.

Dipartimenti: vietato istituire sedi con meno di 35 prof. E’ prevista la riorganizzazione dei Dipartimenti, attualmente sono troppi e frammentati, molti sono stati messi in piedi con pochi docenti. La politica contro gli sprechi spinge a dare regole più severe: «assicurando che a ciascuno di essi afferisca un numero di professori, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato non inferiore a 35», numero che sale a «45 nelle università con un numero di professori e ricercatori superiore a mille unità». I Dipartimenti, quindi, dovranno essere «raggruppati in relazione a criteri di affinità disciplinare». Le Facoltà, invece, cambieranno ruolo: avranno funzione di coordinamento e di raccordo, ma anche di razionalizzazione delle attività didattiche.

Governance: separazione dei poteri tra Cda e Senato accademico. Tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione ci sarà una netta distinzione di funzioni. Il primo dovrà governare tutti gli aspetti inereneti alla vita accademica, dalla didattica all’offerta formativa. Il secondo, invece, dovrà avere compiti esclusivi di alta amministrazione e programmazione. Il Senato in futuro avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il Cda ad avere la responsabilità chiara delle spese, delle assunzioni e delle spese che riguardano anche le sedi distaccate. Attualmente invece tra Cda e Senato vi è una grande confusione e ambiguità di competenze e funzioni. L’obiettivo è quello di migliorare la programmazione senza creare sovrapposizioni tra i due organi di governo.

Reclutamento: abilitazione nazionale e in busta paga scatti ai migliori.
Introdotta l’abilitazione nazionale come condizione per diventare professori associati e ordinari. Sarà attribuita da una commissione nazionale sulla base di parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati. Nelle commissioni membri autorevoli italiani e, per la prima volta, anche stranieri. Attribuzione dell’abilitazione a numero aperto. Distinzione tra reclutamento e progressione di carriera: basta con i concorsi banditi per finta solo per promuovere un interno. Quanto ai soldi in busta paga, scatti stipendiali solo ai migliori, in regola con ricerca e didattica.

da www.il messaggero.it







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-18554.html