''LA TOVAGLIA'' di GIOVANNI PASCOLI
Data: Luned́, 02 novembre 2009 ore 00:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Oggi è il giorno dei morti. Un giorno triste, nel quale ricordiamo inostri cari defunti con dolore e amore. Vi dono questa bellissima poesia di Giovanni Pascoli, dove il poeta recupera una vecchia tradizione romagnola: se si lascia la tavola apparecchiata, arrivano i morti. La bambina ne ha paura, ma, diventata adulta, aspetta i poveri,i buoni estinti...perchè la morte ci accompagna tutta la vita e la vitanon è che una lunga preparazione alla morte...buona lettura by Silvana La Porta
Canti di Castelvecchio Giovanni Pascoli
La tovaglia
Le dicevano: - Bambina! che tu non lasci mai stesa, dalla sera alla mattina, ma porta dove l'hai presa, la tovaglia bianca, appena ch'è terminata la cena! Bada, che vengono i morti! i tristi, i pallidi morti! Entrano, ansimano muti. Ognuno è tanto mai stanco! E si fermano seduti la notte intorno a quel bianco. Stanno lì sino al domani, col capo tra le due mani, senza che nulla si senta, sotto la lampada spenta. - E` già grande la bambina: la casa regge, e lavora: fa il bucato e la cucina, fa tutto al modo d'allora. Pensa a tutto, ma non pensa a sparecchiare la mensa. Lascia che vengano i morti, i buoni, i poveri morti. Oh! la notte nera nera, di vento, d'acqua, di neve, lascia ch'entrino da sera, col loro anelito lieve; che alla mensa torno torno riposino fino a giorno, cercando fatti lontani col capo tra le due mani. Dalla sera alla mattina, cercando cose lontane, stanno fissi, a fronte china, su qualche bricia di pane, e volendo ricordare, bevono lagrime amare. Oh! non ricordano i morti, i cari, i cari suoi morti! - Pane, sì... pane si chiama, che noi spezzammo concordi: ricordate?... E` tela, a dama: ce n'era tanta: ricordi?... Queste?... Queste sono due, come le vostre e le tue, due nostre lagrime amare cadute nel ricordare! -
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