Rivoluzione nell'alfabeto online non pių solo caratteri latini
Data: Venerdė, 30 ottobre 2009 ore 20:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


INTERNET è di fronte a una svolta epocale che non riguarda da vicino il mondo occidentale, ma renderà presto la vita più facile a chi quotidianamente scrive e legge in arabo, cinese oppure greco, indi o cirillico: si tratta della metà degli utenti online, che si stima sia intorno a 1,6 miliardi di persone.

Finora tutti i domini e indirizzi internet erano limitati ai 26 caratteri dell'alfabeto latino impiegati nella lingua inglese (insieme ai dieci caratteri numerici e al trattino "-") ma questa notte a Seoul è stata presa una decisione che segnerà la storia del Web: l'Icann (Internet corporation for assigned names and numbers) ha approvato l'uso di indirizzi e domini web con caratteri non latini. I primi domini arriveranno già per la metà del 2010, dato che l'ente sta lavorando alla sperimentazione delle procedure da due anni.

Dal punto di vista tecnico, il cambiamento può avvenire grazie a un sistema di traduzione che consente a differenti alfabeti di essere convertiti nel giusto indirizzo, che peraltro di fatto tutti i computer mutano, senza che noi ce ne rendiamo conto, in una sequenza numerica: quest'ultima in universali numeri arabi.

La decisione, adottata dopo anni di dibattiti e di esperimenti, apre la strada ai governi o agli organismi da loro incaricati, per presentare richieste specifiche a partire dal 16 novembre e consentirà agli utenti di internet di utilizzare le nuove pagine probabilmente già con il nuovo anno. I caratteri più richiesti sono quelli dell'alfabeto arabo e cinese.

Inizialmente ci saranno alcune restrizioni tecniche. I singoli paesi potranno richiedere un solo suffisso per le loro lingue ufficiali e il suffisso dovrà in qualche modo rispecchiare la denominazione del paese stesso. Inoltre, per qualche anno non saranno consentite versioni non latine dei suffissi .com e .org fino a quando l'Icann non deciderà questioni di carattere generale. Ad esempio quella di stabilire se un operatore di un dominio .com possa avere automaticamente la sua versione in lingua cinese o se, come richiede il governo di Pechino, questo aspetto sia di competenza cinese.

L'Icann proibirà inoltre i caratteri latini diversi dai 37 fino a oggi ammessi e che includono la tilde, le lettere accentate e altri caratteri speciali. E gli sviluppatori di software dovranno accertarsi che le loro applicazioni funzionino anche con caratteri diversi da quelli latini. I principali browser per navigare su internet, ad esempio, già lo fanno ma alcuni programmi di posta elettronica no.

Ad avvantaggiarsi inizialmente delle nuove possibilità varate dall'Icann sarà proprio la Cina che è uno dei Paesi che ha insistito con più forza per ammettere anche caratteri diversi da quelli latini e che potrebbe essere il primo paese ad avere un nuovo dominio con caratteri diversi, come ha anticipato Tina Dam, direttore dell'Icann per i domini internet. Circa 50 nuovi domini, ha aggiunto, saranno approvati nei primi anni.(da repubblica.it)







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