Ad Acireale presentazione del libro del preside Sciacca
Data: Venerd́, 23 ottobre 2009 ore 21:49:06 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Sala gremitissima con un “parterre” di eccezione l’altra sera ad Acireale nella sala congressi del Credito Siciliano per la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Alfonso Sciacca “IL FILO DELLA TRAMA – Novellando con Erodoto”, sono presenti il Vescovo di Modica Mons. Malandrino, il S.to Procuratore M. Patanè, l’On. Tringali, il Sindaco di Acireale Avv. Garozzo e l’Ass. alla Pubb. Istruzione Nives Leonardi e i dirigenti Blanco, Castorina, Comparato, Di Maio, Lutri, Puzzo, Patanè, S. Raciti, Trovato sono altresì presenti numerosi docenti dell’Università di Catania, nonché un pubblico numeroso ma dotato di palato fine che ha affollato la sala come non mai.

 

Molta e palpabile la curiosità di tutti dopo la pubblicazione dell’ ”ANELLO DI GIGE”, del “IL RACCONTO DELL’ARTE”, “LE CHIESE NEL TERRITORIO DELLE ACI”, due lavori, tra loro diversi che hanno sollevato interesse, scalpore, e voglia di discussione nei lettori. Il primo per i temi che trattativa nel periodo dell’Italia di tangentopoli, il secondo per lo spirito di ricerca e di studio che lo nutriva, ma ambedue animati dal rispetto per determinati valori e principi.

 

La serata è stata aperta da Alfio Mazzaglia che l’ha condotta da perfetto gentleman, con signorilità e stile, nei preliminari di rito ha ricordato che l’iniziativa era stata organizzata da lui come Dirigente dal Liceo Psicopedagogico “R. Elena” e dalla direzione del Credito Siciliano e ha auspicato nel solco della grande tradizione culturale della città altri eventi simili. Ricorda subito, che non si soffermerà del romanzo saggio di A. Sciacca e che invece parlerà del suo particolare rapporto con la lettura e che non tutto ciò che si legge si presta ad essere letto ovvero, che ci sono letture che si volatilizzano e scompaiono e altre, invece, che  restano, perché ti catturano la mente e/o il cuore. La vera lettura deve produrre non solo l’emozione e la suggestione del momento ma anche il distacco che questa deve provocare con la meditazione, e in questo senso il libro di A. Sciacca si dimostra avvincente e seduttivo e vale la pena scorrerlo pagina per pagina in quanto è un input alla riflessione, con il suo “esprit de géométrie e esprit de finesse. Invita, poi, considerata la ristrettezza dei tempi, la Prof.ssa Rosalba Leotta ad iniziare la sua relazione.

 

La Prof.ssa Rosalba Leotta dà alla sua relazione o un taglio analitico o parla delle categorie letterarie utilizzate dall’autore (es: quella del doppio), delle virtù semantiche del suo linguaggio, del filo sottile che lega il parallelismo dei contenuti e dei messaggi, sottolinea, poi, l’enorme valenza dei segni sul piano simbolico e l’importanza del tempo visto nella prospettiva della “linearità”o ella circolarità dell’ ”eterno ritorno”.

 

La relatrice propone esemplificazioni continue supportate da analisi testuali, ed evidenzia i continui rimandi in cui lo scrittore si produce e che tengono costantemente vivo l’attenzione del lettore.

 

Policrate Deiokes, eventi e situazioni storiche, vicende singole e collettive, miti e culture, ella dice con la penna di Alfonso Sciacca si metabolizzano e si aprono a diverse possibili chiavi di letture che si intersecano tra di loro in una teoria dei contrati, dove fatti, personaggi, vita dei singoli e delle comunità dialetticamente si superano in un gioco di specchi dentro il quale si svolge quell’enigma che “IL FILO DELLA TRAMA” novellando con Erodoto cerca di svelare.

 

Diverso, invece, il taglio usato dal prof. Salvo Valastro, la sua relazione si muove o per flash o zoomando o per spaccati e grandi sintesi, per dimostrare meglio la profondità del lavoro e l’ampiezza del suo respiro.

 

Non dà nulla per acquisito o scontato, al suo sguardo di lettore appassionato ma anche di critico freddo e (si) propone con freddezza filologica e critica. Scruta, sembra a volte sezionare il testo, rivolgerlo pur di trovare delle spie e delle scorciatoie che aiutano a decifrarne meglio i movimenti e i messaggi nascosti.

 

Cita Montaigne e i suoi saggi per ricordare che anche A. Sciacca come scrittore cerca di incamminarsi sulla stessa strada ricorda che questo colloquio dell’autore con Erodoto è una scelta mirata, voluta, perché Erodoto offre più spazi, più opportunità all’esercizio della fantasia e dell’immaginazione e quindi della scrittura.

 

Chiude, invitando chi non l’avesse già fatto a leggere “IL FILO DELLA TRAMA” dove il lettore troverà dopo lo Sciacca cronista e critico d’arte un A. Sciacca diverso ma non meno interessante.

 

Chiusa la fase dei relatori, il Preside Alfio Mazzaglia passa direttamente all’autore. A. Sciacca non entra nel merito del “il filo della trama” che lascia al giudizio del lettore e che tocca “en passant” si sofferma brevemente solo sull’importanza del mondo classico e dei valori di cui è portatore. Il suo studio sottolinea lo scrittore non è una fuga dal mondo attuale perché è da lì che noi  partiamo ed è lì che noi troviamo la nostra nascita alle le nostre radici. Certo il mondo classico non è stato un “età dell’oro” perché una dimensione simile non esiste ma è da Alicarnasso, Samo, Mileto Atene, che è nata quella civiltà occidentale a cui da secoli guarda tutto il mondo. In questi luoghi è nata la scienza e la filosofia, ma anche la commedia, la tragedia , la poesia, la storia; quella storia di cui Erodoto è stato il padre fondatore, storia che tanti hanno cercato di capire per continuare il suo cammino.

 

Filippo Laganà

 







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