Docenti precari: una realtà sulla quale non si può più tacere
Data: Martedì, 20 ottobre 2009 ore 21:24:32 CEST
Argomento: Opinioni


Docenti precari: una realtà sulla quale non si può più tacere

 

 

 

Nell’aggiornamento biennale delle graduatorie ad esaurimento (ex permanenti) del maggio scorso per i docenti abilitati, il Miur, dopo aver vietato ad essi lo spostamento in altra provincia diversa da quella di precedente iscrizione, ha consentito il riaggiornamento delle graduatorie stesse con una vergognosa opzione di scelta di tre province aggiuntive su territorio italiano. Con tale opzione infatti i docenti abilitati hanno potuto  inserirsi in ulteriori “graduatorie di coda”, ossia senza il riconoscimento della propria posizione con il proprio punteggio nelle graduatorie ad esaurimento. E’ stata una sorta di contentino che il Miur ha inteso dare per non consentire lo spostamento dei tanti insegnanti meridionali in province del Nord. L’interesse della Lega su tale questione e dei sindacati con essa sponsorizzati è stato così portato avanti in un clima antidemocratico e anticostituzionale, che vede interessi di parte senza considerare la scuola, le sue esigenze e la realtà di tante persone laureate, professionisti abilitati, che si trovano avviliti e affondati nelle affollatissime graduatorie ad esaurimento del Meridione in primis e senza lavoro. Tale azione è stata combattuta legalmente ricorrendo, con il tramite di ricorsi promossi dalla associazione professionale Anief in particolare, pro inserimento “pettine” nelle tre province aggiuntive cioè vale a dire nelle graduatorie ad esaurimento con il proprio punteggio. Migliaia di ricorrenti hanno vinto la causa presso il Tar del Lazio e nella giurisprudenza superiore (CdS) dopo l’appello del Miur per l’annullamento delle sentenze stesse. A questo punto il Miur “ha rassicurato tutti” legiferando in parlamento un provvedimento ad hoc che vietasse ipso facto l’inserimento a pettine e confermando quello in coda, un’ennesima manovra in sintesi per cacciare i docenti precari dalla scuola. D’altra parte i tagli alla scuola sono stati numerosissimi, tanti docenti si sono trovati già dall’anno scorso a non lavorare o a doversi accontentare nelle migliori e rare ipotesi a piccole supplenze brevi presso la scuola pubblica o a doversi rifugiare ancora una volta in una scuola paritaria che, nelle maggior parte dei casi non pagando o pagando miserevolmente, consentisse almeno la garanzia del punteggio per i successivi aggiornamenti in graduatoria. Una situazione incresciosa che è sotto gli occhi di tutti persino del Miur stesso che in ultimo, accorgendosi dell’omicidio dei precari, ha consentito a pochissimi eletti di rientrare nel cosiddetto “decreto salva-precari”. Si tratta di un decreto che consente solo ed esclusivamente a quei pochissimi non attualmente occupati che hanno lavorato fino al 30 giugno o fino al 31 agosto di inserirsi in una ulteriore graduatoria dove sono garantiti i dodici punti annuali e una indennità  di disoccupazione data dall’Inps, che si è scoperto essere nient’altro che la indennità di disoccupazione ordinaria che viene corrisposta dall’Inps ove ci siano i requisiti predisposti dall’ente, un altro finto contentino in pratica che già esisteva di fatto. Questa ulteriore graduatoria si inserirà nel novembre prossimo come elenco per l’assegnazione con precedenza assoluta alle supplenze temporanee in sostituzione dei docenti assenti in una data provincia, tagliando ingiustamente ulteriori possibilità a tanti altri docenti di essere chiamati dalle venti scuole scelte in fase di aggiornamento delle graduatorie di circolo e di istituto: il decreto non consente anche a chi ha lavorato per un anno intero e fino al termine delle lezioni (intorno al 9 giugno diciamo) di rientrare in queste graduatorie “speciali”. In sintesi un ulteriore danno per i precari, che dopo avere speso tanti soldi appellandosi alla Magistratura per le ingiustizie già subite, si trovano anche a dover ricorrere disperatamente alla Magistratura contro questa ulteriore iniquità perpetuata dalla Ministra.

 D’altra parte in questo nero panorama si è prospettato un rinvio delle elezioni delle RSU, perché “forse” molti sindacati non sono interessati a un voto che con molta probabilità non avrebbero, un ulteriore elemento grave perché se si avesse una rappresentanza mera dei docenti essi non dovrebbero ricorrere alla Magistratura per vedere il riconoscimento dei propri diritti o delle proprie richieste. Ecco i sondaggi emersi che leggo su Professione Insegnante che, insieme ad altri siti di informazione mera,   combatte quotidianamente tutto questo scempio meravigliosamente offensivo e dittatoriale:

Nelle prossime elezioni RSU (1-3 dicembre prossimo), ai fini della rappresentativita', per quale organizzazione sindacale voteresti, considerando le posizioni assunte dalla stessa di recente?

Percent

 

 

Votes

 

 

1

 

 

 

 

 

FLC CGIL

 

 

38%

 

 

273

 

 

2

 

 

 

 

 

CISL Scuola

 

 

8%

 

 

56

 

 

3

 

 

 

 

 

UIL Scuola

 

 

2%

 

 

15

 

 

4

 

 

 

 

 

SNALS

 

 

7%

 

 

47

 

 

5

 

 

 

 

 

FGU (ex-GIlda)

 

 

14%

 

 

97

 

 

6

 

 

 

 

 

COBAS

 

 

11%

 

 

79

 

 

7

 

 

 

 

 

UNICOBAS

 

 

1%

 

 

6

 

 

8

 

 

 

 

 

Altre sigle

 

 

20%

 

 

140

 

 

E’ evidente quale sia lo schieramento e forse la probabile paura del voto da parte di chi non ha difeso gli interessi di molti ma di chi, schierato con il Governo e con la Lega, non voglia guardare agli interessi della scuola bensì ad interessi personali, economici e che è aggrappato a culture razzistiche. La lesione del diritto personale, l’arroganza del nostro governo, l’anticostituzionalità dei principi attuati vanno avanti senza freno, a danno della scuola e della sua qualità e a danno dei docenti precari che non possono più lavorare e a cui è stata tolta la dignità di professionisti, umili e abili uomini al servizio di uno Stato che li sta uccidendo.

D’altra parte le promesse 67.000 immissioni in ruolo per personale ATA e docenti sono state vanificate e sostituite da sole 8.000, tutti gli altri docenti pochi “fortunati” vengono assunti con un contratto a tempo determinato e senza prospettive per il futuro, a danno della costante mancanza di continuità didattica per gli alunni.

La questione al sud in particolare è diventata troppo grave per non prendere in considerazione delle iniziative anche regionali autonome per combattere il governo da un lato e per dare un mero sostegno ai docenti precari con lo stanziamento di fondi per poter loro permettere di lavorare e di guadagnare uno stipendio esercitando una professione conquistata con molta fatica, peraltro lo stipendio più basso di Europa e forse del mondo per i docenti.

 

20-10-2009 Christian di Martino

 

 

 







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