''RICREAZIONE'' : GAE, CODE E PETTINE: LO STATO DELL'ARTE
Data: Giovedì, 08 ottobre 2009 ore 15:49:43 CEST
Argomento: Opinioni


GAE, CODE E PETTINE: LO STATO DELL'ARTE
 
C’è una nuova moda nella scuola italiana. Farsi strada nell’intricato mondo delle graduatorie a colpi di sentenze e a furia di avvocati. Già. Perché la bella Italia è una nazione piena zeppa di furbastri che fiutano l’affare e agiscono di conseguenza. La scuola è una giungla di gente affamata di assunzioni? E che ci vuole? Basta trovare il cavillo giusto, il codicillo adatto e il gioco è fatto. Basta trovare il busillis e intentare tanti bei ricorsi, naturalmente nominali, così chi li fa e sborsa soldini ottiene, gli altri a bocca asciutta. D’altronde per questi ricorsi collettivi ci vogliono soldini, ma non tantissimi da non poterci provare. L’ultimo, peraltro di una lunga serie, riguarda l’inserimento a pettine nelle graduatorie ad esaurimento. Tanti precari, appoggiati da un sindacato di nome Anief, hanno presentato ricorso al Tar del Lazio per evitare la coda e ottenere un inserimento in base al proprio punteggio. E una recente sentenza del Consiglio di Stato sembra aver dato ragione ai ricorrenti: con ordinanza n. 4796/2009 il Consiglio di Stato non ha infatti accolto l'appello del Miur per l'annullamento della sospensiva del Tar Lazio, generando uno sconquasso generale e la necessità di rifare nomine e graduatorie in tutta Italia. Significa annullamento delle immissioni in ruolo appena effettuate, delle nomine a tempo determinato appena conferite, licenziamento degli individuati e sostituzione con altri docenti ad anno scolastico già avviato.
Solo che…solo che c’è un problemino, cui gli avvocati sembrano non badare. O forse non ci hanno fatto caso. La giurisdizione, nel caso delle graduatorie permanenti, secondo alcune recenti sentenze della Cassazione, non spetta al giudice amministrativo, bensì a quello ordinario. In sintesi i ricorsi sono stati indirizzati all’organismo sbagliato, perché le graduatorie ad esaurimento non costituiscono procedura concorsuale, mancando un bando, la procedura di valutazione, e un atto di approvazione finale che individui i vincitori. Dal canto suo l’Anief ribatte che le affermazioni della Gilda sono   "patetiche, ignoranti e ingannevoli". Secondo il sindacato degli educatori in formazione e dei sissini quella della gestione delle graduatorie è senza dubbio "materia di competenza esclusiva del Tribunale amministrativo regionale e non del tribunale del Lavoro, così come si evince anche dallo stesso art. 12 comma 4 del DM 42/09, e ciò per scelta dell'organo legislativo e delle organizzazioni firmatarie di contratto. Ricordiamo inoltre - continua il sindacato guidato da Marcello Pacifico - che tra queste organizzazioni firmatarie di contratto ci sono le stesse che oggi indicano come incompetenti in materia il Tar e il Consiglio di Stato. Forse adesso abbiamo un'idea più ampia di dove alberghi veramente l'incompetenza".
E alla fine in questa diatriba nella quale non si capisce dove sta il torto e la ragione, interviene il Miur con la nota 14935/09 del Direttore Generale con la quale agli Uffici Scolastici Regionali si forniscono indicazioni per l'inserimento a pettine dei ricorrenti, ma con riserva. Si chiede anche di procedere ad una ricognizione degli effetti che tale inserimento, una volta definitivo, potrebbe determinare sulle assunzioni a tempo indeterminato e determinato e a notificare le modifiche effettuate alle graduatorie ai contro interessati…
Bene sottolinea la Cgil che " i contro interessati, qualora si procedesse definitivamente all'inserimento a pettine, potranno a loro volta rivolgersi al TAR per tutelare legittimamente il loro diritto a non essere scavalcati in base a quanto indicato nella nota 5485/07 di accompagnamento al decreto istitutivo delle graduatorie ad esaurimento (DDG 16 marzo 2007) che prevedeva esplicitamente, nei successivi aggiornamenti, il cambio di provincia solo in coda."
In sostanza il Miur se ne lava le mani, dilazionando il più possibile la soluzione. E non vorremmo che se le stropicciasse l'un l'altra come se se le lavasse davvero, in omaggio al buon Manzoni.
E per evitare che qualcuno faccia questo brutto pensiero ieri la Gelmini nella sua audizione in Commissione cultura alla Camera ha esplicitamente detto che si tratta di una soluzione pro tempore, sottolineando che sarà il Parlamento a fare una legge. probabilmente, verrà inserito un emendamento in sede di conversione al Dl 134 salva precari.
In sintesi, Tar del Lazio o non Tar del Lazio, passeranno possibilmente anni prima che si sappia di che morte moriranno i precari battaglieri e quelli non? Per ora resta ai ricorrenti la soddisfazione di vedere accanto al loro nome la R di riserva…E’ pur sempre un risultato.

SILVANA LA PORTA






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-18073.html