MENO TAGLI AGLI ORGANICI DEL PREVISTO: CAUSE E CONSEGUENZE
Data: Martedì, 06 ottobre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Organico/1. Alla fine i posti in meno sono 28 mila invece che 42 mila


14 mila tagli in meno del previsto. Il ministero dell'istruzione è indietro nella tabella di marcia della razionalizzazione imposta dalla manovra finanziaria di un anno fa. E ciò potrebbe comportare o la mancata disponibilità di fondi per il merito, o l'applicazione della clausola di salvaguardia per le già disastrate finanze di viale Trastevere. Ma analizziamo i dati ufficiali.

Il piano programmatico aveva previsto che per conseguire una riduzione complessiva di organico docenti di 87.341 unità nel triennio 2009-2011, per questo primo anno di applicazione avrebbero dovuto esserci 42.105 posti in meno. Dall'organico di diritto per il 2009-10 pubblicato nei giorni scorsi dal Miur risulta che i posti in meno sono invece "soltanto" 28.091. Un terzo in meno di quelli previsti.

Il "buco" di 14 mila posti potrebbe ancora essere colmato in organico di fatto. Ma se ciò non avvenisse, verrebbe rinviato al prossimo anno con la possibile tagliola della clausola di salvaguardia che potrebbe scattare in caso di mancato obiettivo di risparmio. A meno che non siano già intervenuti accordi tra il Miur ed il Ministero dell'economia di far valere i mancati risparmi non tanto sugli stanziamenti ordinari del Ministero della Pubblica istruzione ma - almeno per il primo anno - sulla "quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 (art. 64 decreto legge112/2008)... destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola...con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico".

Organico/2. La mappa dei 28 mila tagli per grado di scuola


È la scuola secondaria di I grado che paga quest'anno il tributo più alto di riduzione di organici del personale docente: 11.527 cattedre in meno, scendendo dalle 167.229 dell'anno scorso a 155.702 di quest'anno.

Per gli anni prossimi le riduzioni di organico in questo settore scolastico dovrebbero essere minime (i nuovi assetti hanno toccato contestualmente tutti gli anni di corso), mentre saranno i settori della primaria e della secondaria superiore a dover far fronte alle residue riduzioni di organico.

Il primo, interessato dalla graduale attuazione del docente unico, cederà gradualmente nei prossimi quattro anni gli organici utilizzati per i moduli. Per quest'anno ha "lasciato sul campo" 9.447 posti; l'anno prossimo potrebbe perderne poco meno, senza però contare i risparmi di organico per la chiusura delle piccole scuole (piano ancora in alto mare).

La scuola secondaria di II grado è stata graziata dal rinvio della riforma, ma ha perso, anche per il sensibile calo di studenti (23 mila in meno rispetto all'anno scorso) e del conseguente calo di classi, 7.117 cattedre in organico di diritto. L'anno prossimo, per effetto della drastica riduzione degli orari settimanali di lezione previsti nel primo biennio riformato, dovrà cedere diverse migliaia di posti.

Soltanto la scuola dell'infanzia, grazie anche all'aumento di iscritti per l'anticipo, ha avuto un incremento di organico: 710 posti.

 

Organico/3. Tagli più ridotti del previsto: cause e conseguenze


I dati ufficiali del Miur, così come emergono dalla pubblicazione nei giorni scorsi dei dati sull'organico di diritto per il 2009-10, evidenziano, dunque, una riduzione dei posti (28.091), che, rispetto ai 42 mila tagli previsti dal piano programmatico di un anno fa, risulta inferiore di circa 14 mila unità, un terzo un meno dei posti da ridurre.

Una buona notizia tutto sommato per chi lavora nella scuola, che dovrebbe far rientrare almeno in parte gli strali rivolti da sindacati e associazioni al ministro Gelmini; sulla quale però potrebbero piovere quelli del collega dell'economia. Se la minor riduzione pari a 14 mila posti sarà confermata in organico di fatto, con il divario finanziario conseguente, potrebbero infatti crearsi alcune situazioni problematiche.

Prima di tutto, però, c'è da chiedersi quali sono le cause di questo divario di organico, rispetto ai 42 mila posti da ridurre già dal 2009-10.

Sono sostanzialmente due le cause, non prevedibili al momento del varo del piano programmatico: il rinvio di un anno della riforma delle superiori e la non attuazione del ridimensionamento delle istituzioni scolastiche e della revisione della rete scolastica (in primis chiusura delle piccole scuole).

Se l'organico di fatto per il 2009-10 non aiuterà a colmare il "buco" (il risparmio atteso non può essere inferiore a 456 milioni di euro per l'anno 2009), quali potrebbero essere le conseguenze?

A rischio per il 2010 potrebbe esserci quella quota del 30% prevista per la valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola, perché essa può essere utilizzata "con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico", cioè a condizione che i risparmi attesi si verifichino effettivamente.

E potrebbe esserci anche, se questo non bastasse, l'applicazione della clausola di salvaguardia che prevede la rivalsa sul bilancio del ministero dell'istruzione...

 

La manovra sugli organici, l'andamento demografico e il Sud...


Nella manovra finale per i nuovi organici avrebbero dovuto confluire, integrandosi, gli effetti veri e propri dell'azione di razionalizzazione e quelli naturali delle variazioni determinate dalle dinamiche demografiche della popolazione scolastica. In effetti questo è avvenuto solo in parte.

Nelle regioni meridionali e insulari la diminuzione di organico di diritto nella scuola primaria è stata alla fine di 5.921 posti, ma, tenendo conto dei posti in meno che avrebbero dovuto essere considerati per effetto del calo di alunni (- 671), avrebbe dovuto essere di 6.592.

Nelle stesse regioni per la secondaria di I grado il calo definitivo di posti/cattedre è stato di 6.747, ma avrebbe dovuto essere di 7.251. Nella secondaria di II grado il calo è stato di 3.713 posti/cattedre ma avrebbe dovuto essere di 5.917.

In poche parole, le aree meridionali e insulari avrebbero dovuto perdere 19.759 posti, anziché, come avvenuto, 16.381: sono state "graziate" per 3.378 posti.

Nelle regioni settentrionali e centrali è avvenuto il contrario.

Grazie al saldo positivo (virtuale) per l'incremento di organico connesso con le variazioni della popolazione scolastica, nella scuola primaria avrebbe dovuto esserci un calo di 934 posti, ma in effetti il decremento è stato di 2.232; nella secondaria di I grado il calo di organico avrebbe dovuto essere di 1.453 cattedre, ma è stato alla fine di 3.346; nella secondaria superiore avrebbe dovuto essere di 1.648 cattedre, ma è stato in effetti di 2.115.

Complessivamente nelle regioni settentrionali il calo di organico avrebbe dovuto essere di 3.658 posti/cattedre in meno. Nelle regioni centrali, analogamente a quanto avvenuto in quelle settentrionali, avrebbe dovuto esserci una minor riduzione di organico pari a 448 posti/cattedre...

Insomma, è vero che i maggiori tagli si sono concentrati al sud, ma è altrettanto vero che, a causa dell'andamento demografico contrastante (meno alunni al sud, più alunni al nord), i tagli avrebbero dovuto essere ancora di più al sud e meno al centro-nord.







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