Roma, scoperta sul Palatino la sala da pranzo 'rotante' di Nerone
Data: Domenica, 04 ottobre 2009 ore 12:34:41 CEST
Argomento: Comunicati



''E' stata una scoperta casuale - spiega Mariantonietta Tomei, direttrice del Palatino - Stavamo effettuando i lavori di ordinaria amministrazione della sovrintendenza per effettuare sondaggi idrogeologici. Abbiamo iniziato a scavare ed abbiamo trovato una poderosa struttura, mai vista prima, che ci fa pensare ad un'aula rotante riconducibile alla sala da pranzo di Nerone''. I lavori, iniziati a giugno continueranno fino allo svuotamento totale della zona per capire quale fosse il funzionamento di questa stanza rotante: ''Per ora abbiamo trovato due piloni - continua Tomei - e degli incassi riempiti di una sostanza che permetteva la rotazione di una costruzione che, secondo Svetonio, girava lentamente ed era ornata da cascate di fiori''.
A mettere in evidenza questa meraviglia del passato, senza eguali nell'architettura romana, è tutta la struttura rinvenuta: una sorta di torre eretta a picco sulla Valle del Colosseo, che all'epoca era occupata da un lago artificiale, consentendo una panoramica a 360 gradi dal Campidoglio all'Aventino, dal Celio al Colle della Velia. La struttura è databile dopo l'incendio del 64 d.C. e prima della damnatio memoriae di Nerone, cominciata con i Flavi, che spazzarono via tutto.

Della rotonda dell'intera struttura, che potrebbe estendersi su circa 60 metri di lunghezza, finora è visibile un tratto del muro perimetrale dello spessore di 2 metri e 10, che disegna un cerchio di 16 metri. Pilone e muri perimetrali dell'intera struttura sono collegati da due serie sovrapposte di archi a raggiera, che coprono rispettivamente il primo piano, ancora in corso di scavo, e un secondo livello. Sono visibili attualmente sette archi: quattro del livello superiore, di cui uno solo integro, e tre di quello inferiore. Al piano superiore si aprono una porta e una finestra. La particolarità di questo livello è data dalla presenza di incassi circolari, riempiti di una sostanza scura non identificata che sarà analizzata. E' questo il particolare che, insieme alla forma circolare del fabbricato e alla sorprendente potenza del pilone centrale, lascia ipotizzare la presenza dell'ennesima stravaganza dell'eccentrico imperatore romano: una stanza rotonda dal pavimento di legno appoggiata ad una ruota dal diametro di 12 metri e con un pilastro di quattro metri, che ruotava su sè stessa giorno e notte attraverso cuscinetti a sfera e con il pavimento poggiato sull'acqua. Un congegno geniale al servizio della follia di un imperatore che, sentendosi un dio al centro del pianeta, era convinto di poter ricreare 'il mondo in una stanza'.

Si ergeva a picco sulla valle del Colosseo, allora occupata da un lago artificiale, consentendo una panoramica a 360° dal Campidoglio all'Aventino, dal Celio al colle della Velia. Per continuare lo scavo il commissario all'area archeologica di Roma, Roberto Cecchi, ha erogato un finanziamento pari a 200.000 euro.

Durante la presentazione dell'imponente struttura di epoca neroniana, il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro ha sottolineato che ''Roma deve puntare sul suo patrimonio archeologico tagliando eventualmente i fondi per altri progetti, come ad esempio la Formula1". ''Una struttura come questa della 'coenatio rotunda', la sala da pranzo di Nerone, mai stata scoperta prima, ci convince che dobbiamo investire le risorse disponibili per il recupero di quello che è conosciuto e la scoperta di ciò che ancora non conosciamo. L'archeologia - continua il sottosegretario - è la priorità assoluta insieme al rilancio dei musei romani. Non è possibile tenere aperta la Galleria Corsini a via della Lungara. Dai dati di affluenza che abbiamo si rilevano poche decine di turisti al giorno. Sarebbe bene chiuderla e trasferire i reperti conservati a Palazzo Barberini che sarà presto restituito ai romani''.
''E' necessario riorganizzare la rete dei musei - continua Giro - al centro della quale inserire Palazzo Barberini e Palazzo Venezia. Ripensiamo anche alla questione delle mostre. Siamo il Paese del 'mostrificio'. Basta con le mostre alla Galleria Borghese - sottolinea - già colma di opere d'arte, valorizziamo quelle piuttosto che sovraccaricarla di altre''.






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