''RICREAZIONE'': LA MAMMA NON VUOLE ANDARE A SCUOLA
Data: Venerd́, 02 ottobre 2009 ore 09:12:20 CEST
Argomento: Opinioni


LA MAMMA  NON VUOLE ANDARE A SCUOLA

Nelle nostre classi ci sono tanti tanti figli di colleghi. Alcuni li conosciamo, altri no, ma va a a finire che, vuoi o non vuoi, si sentono certe affermazioni che ci fanno saltare in aria, di quelle che non ti aspetti. Dunque, qualche giorno fa, mi giunge una voce sottovoce dal primo banco che dice: “Mamma mia, non vedo l’ora che venga giugno.”
Eccola lì, la solita stanchezza d’inizio d’anno degli alunni che li fa delirare: ma come, abbiamo appena iniziato e già volete che arrivi la conclusione della scuola? Bah, meglio far finta di non sentire. Abbasso gli occhi, per nascondere il lampo minaccioso che li trascorre, quando sento un’altra voce, da un altro banco, stavolta un po’ meno sommessa, che afferma: “ A me mi sa che il problema è un altro, il problema è dei professori. Mia mamma a scuola non ci vuole andare più.”
E qui la cosa si fa interessante. Alzo gli occhi dal mio registro personale, mi volto verso l’alunno che ha fatto tale bizzarrra, inusitata, impensabile affermazione, gli chiedo di ripetere. Probabilmente non avrò sentito bene. E il ragazzo ripete a voce spiegata stavolta, tra la sorpresa generale dei compagni, la stessa comica frase: “Mia mamma a scuola non ci vuole andare più.”
Accidenti, e come mai? Una volta erano i bambini a recalcitrare davanti alla soglia dell’edificio scolastico, piangevano, si attaccavano alle gonne della mamma, affinchè li riportassero nel caldo e comodo ambiente delle loro case. E invece, nell’odierna scuola di oggi, se c’è qualcuno che proprio là non ci vuole andare, questi sono i docenti. Perché oggi si ha paura di insegnare: la povera mamma collega sarà finita in una di quelle scuole dove i ragazzi non vogliono fare niente e ti insultano, in una classe numerosa e sovraffollata, che prima di entrarci ogni volta ti fai il segno della croce, con alunni caratteriali che, chissà perché sono finiti tutti lì.
E così la mattina si alza e, mentre magari la figlia bel bella afferra i libri, sospira malinconicamente: “Vi prego, a scuola no, non ci voglio andar!”
 
SILVANA LA PORTA






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