PRECARIATO E INSERIMENTO IN CODA: NON ERA SOLO UNA CHIMERA
Data: Marted́, 29 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


KISS THE RAIN
 Il titolo non è casuale visto il mal tempo di questi giorni che per fortuna (eufemismo..!!)sto scansando da lontano. Mi trovo a Treviso dove da due anni insegno sostegno, dopo aver avuto il mio primo incarico di docenza a Catania. la mia trafila prima di poter arrivare alle famigerate GE è stato completo: Sissis, Sos (a Venezia) e chi più ne ha più ne metta. In questi giorni qui splende il sole e le temperature sono molto “Sicule”, ma in cuor mio mi sento molto rabbuiato per quello che sto affrontando e quello che ho sentito e potuto vedere fin quando sono stato nella mia amata terra. Vengo chiamato lo scorso anno tramite GI, quest’anno tramite graduatoria in coda al numero 158. Alla prima convocazione GE, su 140 cattedre disponibili ne vengono assegnate 28. Alle convocazioni in coda scelgo per quindicesimo o giù di li. Spero che si riesca a capire con queste semplici informazioni cosa significhi ciò, e cosa stiano pensando i miei conterranei (cose da pazzi.)in tempi di magra. Risparmio ai lettori gli enormi disagi affrontati e le enormi spese sostenute finora.
Vengo al dunque: non so se questo mio prodigarmi serva a qualcosa per il futuro, considerando le prospettive attuali e future della scuola. Se un sacrificio pensavo di fare, era per essere domani avvicinato a casa anche se da precario perenne, ma adesso che sono subentrati i contratti di disponibilità e il punteggio viene comunque attribuito, a cosa stanno servendo i miei sacrifici? Eppure io che due anni fa avevo avuto incarico a Catania perché non dovrei pensare di aver diritto al contratto di disponibilità.
Mi sarei compiaciuto se tutti coloro che porteranno in dote il punteggio anche per l’anno in corso, comunque e senza lavorare, avessero sfruttato il primo contentino che il governo aveva concesso a tutti noi precari: la possibilità di inserirsi in tre altre province non era una chimera, ma semplicemente la possibilità concreta e riscontrata, per molti di noi precari del sud, di prendere un incarico annuale. Molti invece l’hanno visto semplicemente come una seccatura in più nella compilazione delle domande d’aggiornamento. Molti invece non la penseranno così, ma alla fin fine resta il fatto che io come tanti altri rimarremo precari al nord, mentre gli altri avranno lottato per rimanere precari al sud, non si sa ancora per quanto tempo. Io non scavalcherò nessuno pur avendo lavorato e fatto sacrifici, loro non prenderanno posto comunque visto che i tagli continueranno a quanto pare. Che bella lotta vero?
FULVIO BRUNO






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