VIA I CLASSICI LATINI,BASTA QUALCHE FOTOCOPIA
Data: Domenica, 27 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


"Via i classici latini qualche fotocopia così quadrano i conti"

Divina Commedia "consigliata", file da Internet: le rinunce dei professori. Il docente: "Non dateci colpe c'è un patto di cartello tra case editrici"

 

«C´è una sproporzione enorme tra il tetto di spesa stabilito dal ministero e i prezzi reali dei libri». Di fronte alle polemiche sui costi eccessivi dei testi scolastici, i professori si difendono e respingono le accuse che, dicono, finiscono per colpire solo l´anello debole. «Bisogna guardare agli interessi delle case editrici - accusa Silvio Vitellaro, docente di storia e filosofia al classico "Meli" - I libri scolastici arrivano a costare anche il doppio rispetto ad altri con contenuti analoghi: io, ad esempio, ho adottato l´Abbagnano, che nell´edizione diffusa comunemente in libreria ha un costo molto più basso». Il problema, dice Vitellaro, è che manca una vera concorrenza: «Spesso le case editrici finiscono per accordarsi sul prezzo medio, creando veri e propri cartelli. Perciò, ai fini della spesa, la nostra scelta diventa sostanzialmente ininfluente».

 

I modi per non superare il budget, però, ci sono. Ma anche così c´è un prezzo da pagare: «Siamo stati costretti a fare enormi sacrifici sul piano didattico - racconta Claudio Leto, vicepreside dello scientifico "Cannizzaro" - Stilando gli elenchi, abbiamo cercato di contemperare tutte le esigenze. Ma per far quadrare i conti siamo stati costretti a trasformare la Divina Commedia in testo consigliato, cioè non obbligatorio». Al classico, le rinunce sono ancora più diffuse: «L´adozione dei libri di testo è ridotta all´osso e non include più i classici greci e latini», dice Mariella Rinaudo, docente di greco all´"Umberto I". Così, ci si arrangia con soluzioni alternative: «Ormai da anni ricorro alle fotocopie per integrare il materiale di base. Poi lavoro molto con le biblioteche on line. I libri consigliati? Nei nostri elenchi non li abbiamo neppure considerati». Ma il fai-da-te a scuola non sempre basta: «Quando si è costretti a scegliere solo in base a criteri economici, la qualità inevitabilmente ne risente», ammette.

 

 

 







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