«Catania, Istituto d’Arte, addio! Una condanna a morte»
Data: Venerd́, 25 settembre 2009 ore 20:00:00 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


«E’ "inagibile" come l’80% delle strutture scolastiche

catanesi». Sacrificato dalla «ingiustificabile

caparbietà con la quale il sovrintendente ha ritenuto

possa farsi politica e fingere di salvare uno

dei maggiori monumenti architettonici di una

città che non conosce e non ama». «Avrebbe avuto

bisogno solo di manutenzione». La biblioteca

regionale poteva trovare posto altrove come «nell’ospedale

Santa Marta, in via di trasferimento, a

Villa Manganelli da anni in attesa di restauro»

Questo è il testo integrale inviato a La Sicilia dall’arch.

Rosario Leone, per lungo tempo

preside dell’Istituto d’Arte, e medaglia

d’oro del Presidente della Repubblica

quale "Benemerito della scuola, della

Cultura e dell’Arte".

 

«Si legge ancora oggi, con profonda

amarezza, che l’Istituto d’arte, è stato

dichiarato "inagibile" per motivi inesistenti

sino alla fine dello scorso anno

scolastico (carenze pari a quelle che

potrebbero riscontrarsi nell’80% degli

istituti scolastici di Catania). Tutto può

essere accaduto negli ultimi due

mesi, mentre si giustifica anche

il verdetto emanato dalla

Commissione istituita

dal Prefetto, che non poteva

assumersi la responsabilità

di ritenere agibile una

scuola nella quale, come in

quasi tutte le scuole della città,

può verificarsi un incidente, peraltro

mai riscontrato nei quaranta anni di

esercizio, assumendosi la responsabilità

di un giudizio che avrebbe compromesso

il proprio ruolo e le proprie funzioni.

L’unica vera responsabile del terremoto

che ha distrutto l’Istituto d’arte

è la ingiustificabile caparbietà con la

quale il Soprintendente ai Beni Culturali,

Arch. Campo, ha ritenuto possa farsi

politica e contemporaneamente fingere

di salvare uno dei maggiori monumenti

architettonici di una città che

non conosce e che non ama.

Il ruolo storico della via dei Crociferi

non può essere sacrificato per dare la

possibilità alla nuova sede della biblioteca

regionale, demolendo e ricostruendo

la totalità dei solai (che non

potrebbero sopportare il peso delle librerie

e dei libri) perché distruggerebbero

la veste originale che ha ispirato la

progettazione del Convento, occupando

l’ultimo monumento salvato dalla

superbia di enti regionali, che, così come

per gli altri edifici di inestimabile

valore storico e architettonico, lo destinerebbero

ad un ufficio pubblico rivestito

da una inimitabile veste architettonica.

E’ necessario che l’Arch. Campo

si renda conto che la Soprintendenza

non ha solo il compito di dare un giudizio

sulle nuove costruzioni in zone

vincolate ma ha anche l’obbligo istituzionale

di proteggere e salvaguardare i

valori

architettonici

della città e della Provincia. Il

Convento dei Gesuiti è l’unico edificio

di grande valore architettonico rimasto

nel contesto di una città che ha raggiunto

un degrado culturale inammissibile

per un centro di quell’importantissimo

valore turistico auspicato a parole

dal sindaco e dai nostri politici, e

che rimarrebbe fuori da ogni percorso

di interesse culturale se non potesse rivestire

il ruolo di richiamo per chi coltiva

ancora la validissima motivazione

di salvare quello che resta di via dei

Crociferi e che, con la istituzione di una

Galleria d’arte

moderna potrebbe

servire da richiamo

turistico e

culturale.







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