IL DRAMMA DEI PRECARI ATA A CATANIA: LETTERA A MICHELE SANTORO
Data: Venerd́, 25 settembre 2009 ore 14:51:12 CEST
Argomento: Comunicati


Richiesta urgente intervento in trasmissione: Anno Zero

Egr. Michele Santoro,
porgo un cordiale saluto a nome mio e della categoria degli assistenti amministrativi (A.T.A.) di Catania.
Da circa un mese, come lei ben sa,  in coincidenza della pubblicazione del Regolamento Personale A.T.A. pubblicato sulla G.U. del 17 agosto 2009 n. 119, e in contrasto con la Legge n. 133 del 6 agosto 2008 che ha recepito il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, nonchè di tutte le politiche di ridimensionamento scolastico, che sanno più di smantellamento che di riorganizzazione della scuola pubblica, si susseguono proteste di vario genere, che hanno trovato la loro sede ideale e la loro espressione attraverso:
presidi permanenti in diversi U.S.P. d’Italia, proteste davanti alle prefetture, scioperi della fame e della sete, etc., per la perdita di migliaia di posti di lavoro, STRAPPATI ad una categoria, umile ma senz’altro necessaria per il funzionamento della scuola.
Appartengo anch’io da circa 6 anni alla categoria degli assistenti amministrativi (A.T.A.) di Catania e non mi sono mai sentito così precario come quest’anno:

“5 ore di viaggio “A RISCHIO” + 6 di lavoro = PRECARIO.
A RISCHIO DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO TRA UNO O DUE ANNI!”

GRAZIE MINISTRO DELLA P.I. GELMINI!.

SI INFORMI QUALI DISSERVIZI HO CREATO NELLE SCUOLE DI CATANIA, a proposito con quella di quest’anno sono 9.
SE MAI NE TROVERA’, ME LO COMUNICHI E GIUSTIFICHI A ME E A CHI HA BEN OPERATO, QUESTO MIGLIORAMENTO DI CARRIERA, QUESTO PREMIO ALLA MERITOCRAZIA, PERCHE’ AHIME’ NON SONO L’UNICO.
POI PER CHI HA PERSO IL LAVORO E’ HA UN MUTUO IN CORSO O UNA FAMIGLIA NON C’E’ PROBLEMA, SARA’ RIVITALIZZATO, PER LORO E’ TUTTO A POSTO… O QUASI, ALMENO PER QUEST’ANNO!
“E PENSARE CHE TUTTI NOI OTTEMPERIAMO AL DIRITTO DOVERE DEL VOTO DI CUI  CI SENTIAMO ORGOGLIOSI CONFIDANDO NEL VOSTRO BUON OPERATO”

ma ciò non ha fatto altro che scatenare dentro di me energie positive, i cui riflessi si sono tradotti in migliaia di letture su interventi fatti precedentemente, ma soprattutto nelle proteste civili di una categoria CHE FINALMENTE, si è svegliata e sta sentendo l’appartenenza a qualcosa a cui non vuole rinunciare e che nessun Ministro! si può permettere di togliere, il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione.


Alcuni quotidiani specializzati della scuola, la Tecnica della Scuola, Scuola Oggi, in concomitanza con il Consorzio Aetnanet, e il giornale La Sicilia, hanno trovato brillanti le problematiche menzionate e ne hanno subito divulgato i contenuti, lasciando alle Autorità competenti spazio e tempo per riflettere:
In sostanza dire No, ai tagli operati dal governo,  cosa significa per la categoria?
impedire che si realizzi quel processo di smantellamento della scuola pubblica e del Sindacato, autorevole e indiscutibile rappresentante, che di fatto ne hanno sensibilmente ridotto il funzionamento, traducibile nella diminuzione del numero dei posti disponibili nei vari profili (A.T.A.) di appartenenza, togliendo risorse necessarie ad una scuola di qualità, ad una scuola di eccellenza, d’elite, così come auspicata nell’inaugurazione dell’anno scolastico dal Presidente della Repubblica, con tre tipi di conseguenze, gravissime e inevitabili:

CONSEGUENZE ORGANIZZATIVE
∑ Diminuzione degli assistenti amministrativi significa in concreto:
- avere le segreterie aperte al pubblico, con sovraccarichi di lavoro e un servizio meno qualitativo, tempi di attesa maggiori per qualsiasi certificato (iscrizioni, attestato d’iscrizione e/o frequenza, diploma, pagella, Nulla Osta, libretti vari);
-  personale stressato, demotivato, sfiduciato con conseguenze gravissime sullo stato psicofisico del lavoratore a cui viene demandato uno sforzo maggiore nell’espletamento delle sue funzioni amministrative;
-  un peggiore funzionamento della scuola, con serie difficoltà di organizzazione dei servizi amministrativi interni da parte dei D.S.G.A. in sinergia con i D.S., necessari al regolare funzionamento della didattica., (stampe di elenchi, monitoraggi, statistiche, anagrafe scolastica, borse di studio, buono libro, esami di stato), e degli altri settori amministrativi, il personale, l’amministrazione, il magazzino, la biblioteca.
∑ Una forte riduzione dei collaboratori scolastici che di fatto si traduce, in serie difficoltà per l’apertura di tutti i plessi presenti nelle varie scuole, con meno vigilanza, e meno
pulizia, minore sinergia con le segreterie, che in concreto significa servizi meno qualitativi e scuole meno sicure.
∑ Meno assistenti tecnici significa impedire l’utilizzo dei vari
laboratori tecnici per tutte le ore necessarie, con la conseguente perdita di figure importantissime nell’equilibrio della macchina amministrativa.

CONSEGUENZE OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI
Di fatto tutto ciò rapportato all’età media di un precario circa 40-45 anni, con la normativa vigente in Italia, non consente vie d’uscita alternative e percorribili perché qualsiasi procedura concorsuale, privilegia senz’altro chi è più giovane e con un titolo di laurea di 1° o 2° LIVELLO, master o dottorato o concorsi universitari che danno accesso a professioni ove però vige il vincolo del numero chiuso, così tanto auspicati dalla P.I..
In definitiva a causa di tempi inaccettabili e ingiustificati di precariato, PAGATI A CARO PREZZO, in contrasto con le Direttive Europee, la Costituzione, etc., tanti precari pagati tra l’altro poco rispetto ad altri Stati comunitari dove essere precari, significa sì, non avere il posto fisso, ma almeno uno stipendio adeguato e la possibilità di poter trovare un altro lavoro più facilmente rispetto all’Italia, è diventato per costoro, PRECARI DI NUOVO E LUNGO CORSO, solo un sogno raggiungere un migliore e più qualitativo sbocco professionale, che di fatto ne ha limitato, anzi precluso, la carriera, condannando una grande fetta della categoria, che ha speso una vita per la scuola, ad un PRECARIATO IN COSTANZA DI SERVIZIO, con la concreta possibilità di restare fuori dal mondo del lavoro, oltre i quarant’anni, con inevitabile, ingiustificata, perdita di chance da lavoro e grandi frustrazioni.


CONSEGUENZE ETICO - MORALI
La seria probabilità di non poter realizzare un’obiettivo importante nell’equilibrio di un individuo, ovvero quello di creare una famiglia, acquistare una casa, condurre una vita dignitosa, diritti negati, a chi è titolare di un contratto a Tempo Determinato: E’ INACCETTABILE!.
Allora le proposte e le proteste, che credo siano ampiamente condivisibili e proponibili da tutti gli attori coinvolti alle istituzioni regionali e di Governo, passano attraverso interventi urgenti rivolti:
∑ alla copertura di tutti posti vacanti A.T.A. per profilo di appartenenza;
∑ alla chiusura delle graduatorie di 1^ Fascia fino ad esaurimento;
∑ alla revisione urgente del  D.M. 119 del 17/08/2009;
Lascio a lei e ai suoi collaboratori, la possibilità, ma soprattutto l’opportunità in autunno di poter vagliare la possibilità di un incontro in trasmissione, per giustificare e raccogliere le istanze di migliaia di precari della scuola catanesi., a cui non resta che dare la giusta visibilità ad un problema le cui ripercussioni graveranno su lavoratori, famiglie, funzionamento delle scuole, etc., e il cui unico scopo resta quello di recuperare valori e dignità di una scuola che va a pezzi, insieme ai suoi protagonisti di sempre. L’e-mail inviata di recente alla Redazione di Anno Zero per chiedere l’incontro in trasmissione, che preannunciava un autunno caldo si è rivelata premonitrice di un malessere nazionale che ha interessato migliaia di lavoratori, e persone a vario titolo, in particolare nelle regioni del Sud Italia, le cui avvisaglie, si sono viste all'U.S.P. di Agrigento, ma che in seguito si sono allargate al resto della Sicilia e al resto d’Italia con legittime proteste più o meno incisive e simboliche manifestate senza soluzione di continuità a testimonianza di un disagio sempre più grande e dilagante.
Siccome è notizia recente, che il problema dei precari di Catania è stato portato all’attenzione della Trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, non vedo perchè attraverso la sua trasmissione che ha sempre ben evidenziato e rappresentato le istanze non solo dei precari della scuola!, e tutte le principali questioni riguardanti questa nazione, non possa essere avviato un tavolo permanente che funga da messaggio mediatico forte e incisivo alle Istituzioni di questo paese.
Si deve a chi ha fatto lo sciopero della fame e della sete, o a chi ha occupato gli U.S.P.d’Italia o a chi ha manifestato in mutande, etc., e lasciatemelo dire anche a tutti coloro i quali scrivendo su giornali, quotidiani, hanno solo voluto testimoniare un disagio personale o collettivo, temendo che potesse degenerare in problemi di ordine pubblico poco graditi a tutti,  se il problema è stato trasferito nelle Regioni di concerto con i Sindacati e i Comitati dei precari A.T.A:, richiamando a breve nuovi incontri a Roma alla presenza dei vertici nazionali per trovare soluzioni efficaci attraverso misure che mettano d’accordo le esigenze dei precari con le casse dello Stato.
In definitiva Dott. Michele Santoro,
i precari, le famiglie, gli alunni, i politici a vario titolo, non aspettano altro che intervenire, per poter meglio evidenziare le strategie possibili, utili alla soluzione rapida degli annosi problemi che coinvolgono l’intera comunità scolastica… traducibili in migliaia di persone.
Grazie davvero a nome mio e di tutti i precari (A.T.A.) di Catania, di tutti i precari della scuola, di tutta la comunità scolastica, se ci darà la giusta visibilità e lo spazio necessario affinché possa giungere forte il grido di disappunto! a questo Governo le cui politiche restano inopportune, in un momento in cui anziché licenziare bisognerebbe solo e soltanto assumere.
Altro che uscire dalla crisi così ci entriamo fino al collo.
Grazie se ci darà questa occasione.




Vogliamo che ANNO ZERO di cui lei è l’autorevole presentatore, con la stima riservata al suo più valido collaboratore il Giornalista Marco Travaglio, riceva il giusto riconoscimento da parte della comunità scolastica catanese e di tutti i telespettatori italiani.
L’Europa di cui l’Italia fa parte non ci vuole precari e quello che vogliamo dire al governo è che: SIAMO UNA COSA SOLA!
LA SCUOLA PUBBLICA APPARTIENE A TUTTI NESSUNO ESCLUSO!
Scommettiamo sulla scuola per farne un motivo di coesione, non di divisione, per farne un’esempio per chi verrà dopo di noi!

Con sincera amicizia e stima
 
L’assistente amministrativo
Mario Di Nuzzo
e i colleghi A.T.A. di Catania






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