MILANO: SI CERCANO PRECARI, MA TANTI NON SI PRESENTANO
Data: Marted́, 22 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


nomine scuola
 I precari non si presentano, su 600 convocazioni solo venti risposte

Cattedre vuote, «no» anche dai docenti del Sud. Il provveditore: il sistema non ha retto

MILANO - Non sono bastate 48 ore. Il direttore scolastico regionale, Giuseppe Colosio, l’aveva pro­messo, in due giorni coprire mo tutte le cattedre delle scuo la milanesi. Non c’è riuscito. Perché i precari non si sono presentati a prendere il posto, perché i docenti del Sud «han no preferito rimanere nel loro paese, magari con un sussidio di disoccupazione e un’integra zione aggiuntiva, piuttosto che affrontare il carovita al Nord». Su 600 convocazioni, ieri, han no risposto solo in venti. Quan to basta per mandare su tutte le furie il provveditore milane se Antonio Lupacchino: «Que sto sistema è stato un flop, en tro sabato convocheremo altri seimila docenti da altre provin ce, poi basta».

Milano, si cercano precari. Perfino le «code», termine tec nico per definire i docenti che per la prima volta quest’anno sono inseriti nelle graduatorie, non si sono fatte vedere. Sem brava tutto risolto: prima i mi lanesi, poi gli altri. E invece no. Bastava vedere il deserto, ieri, alla elementare di via Vespri Si ciliani, una delle scuole polo dove si tengono le assegnazio ni dei posti, e guardare le facce sconsolate di quattro presidi eroi (Roberto Bellini, Anna San di, Carla Daverio e Maria Elena Borgnino) che compilavano e verbalizzavano tutte le rinun ce. Al momento, i 600 inse gnanti di sostegno che lunedì mancavano nelle scuole (in al cuni casi addirittura dieci per plesso), continuano a essere la titanti. Oltre a trecento prof tra cattedre intere (tipo: italiano, storia, geografia), insegnanti d’inglese e cattedre «spezzate» (da 12 a 18 ore settimanali). «Noi ce la mettiamo tutta, ma questo sistema è da cambia re. Ci mettiamo ore e fatica e poi arrivano le rinunce via fax. E quando assegniamo una cat tedra, sorgono i problemi o le richieste di trasferimento». Ag giunge Anna Sandi: «Dicono che la nostra è un’azienda, ma è l’unica azienda in cui non pos so vedere neanche per cinque minuti chi sto per assumere. Serve una svolta. Io voglio po ter scegliere i miei professori».

Sommersi da carte, concen trati sui verbali, tono gentile e attenzione a non fare errori nel le assegnazioni, per evitare po lemiche o ricorsi al Tar. Sul ta volo delle nomine anche una cartina di Milano: «Arrivano da fuori, stanno dai parenti, e cer cano una scuola vicino a casa, magari portandosi la mappa con i mezzi pubblici». Qualcu no si organizza: «Le più getto nate sono le scuole a nord e ovest, lì gli affitti costano me no» . Altri casi limite: i titolari di cattedra che chiedono tra sferimento all’estero, i neoassunti che do vrebbero rimane re tre anni e do po un mese tor nano al loro pa ese d’origine «perché la mamma è mala ta o rimangono incinte».

È una macchina farragino sa che va avanti «solo grazie alla buona volontà di qualche professore». Come i quattro moschettieri che oggi e domani continueran no a fare le loro 10 mila convo cazioni. O come la preside Fran cesca Lavizzari che, come gli al tri, dal 27 agosto si occupa del le nomine solo «per spirito di servizio», per far funzionare una macchina che altrimenti si sarebbe già fermata. Il provveditore Lupacchino scuote la testa: «Come faccia mo? Non si presenta nessuno! Le code sono un flop, ci hanno appesantito e basta. Sabato con voco tutti i prof che vengono da fuori città e vediamo chi si presenta. Poi basta, per me la partita è chiusa». A quel punto, toccherà ai presidi di ogni sin gola scuola individuare i sup plenti. Operazione complessa: «Io, l’anno scorso, ho speso duemila euro in telegrammi per convocare i supplenti», di ce il preside Bellini. Un’altra sfi da per le scuole milanesi.

Annachiara Sacchi
18 settembre 2009






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-17767.html