MARIASTELLA, LA MINISTRA CONTADINA, E LA MALAFEDE DEI GIORNALISTI
Data: Marted́, 22 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


L’Espresso di questa settimana mostra in prima pagina la foto del nostro venerando ministro dell’Istruzione, con un giudizio eclatante: il ministro sei meno meno. Bel pezzo, a dire  il vero, bel titolo, ben scritto, in perfetto stile giornalistico. Peccato, però, che al di là dello stile, sia anche un esempio di giornalismo in malafede, quello del semipettegolezzo, dello sfruculiamento nel passato della gente per confezionare un bel prodotto, che, nel momento attuale, nel bel mezzo di queste sacrosante rimostranze del personale precario, si guadagna un bel plauso da parte di tutti.
A me, sinceramente, al di là dell’esibita tecnica, questo pezzo non è piaciuto. Troppo lontano dal giornalismo di stile, quello dell’analisi sincera e spassionata, troppo intriso di luoghi comuni, troppo in malafede, con obiezioni ai limiti dell’ovvietà: una su tutte quella che per fare carriera bisogna andare d’accordo con tutti. E chi non l’ha fatto in Italia? Mariastella Gelmini e tutti gli altri, di destra e di sinistra.
Poi l’excursus sulla sua carriera scolastica, non eccellente certo, ma, ai fini della sua funzione di ministro, che ce ne frega? Scommetto che, se fosse stata una prima della classe, sarebbe stata etichettata come una di destra nata, una aristocratica doc. Pettegolezzo puro: ha cambiato liceo più volte (per quale motivo non è però spiegato) , non era una cima, una volta aveva preso cinque in latino, poi è migliorata. Siamo ben lontani da disamine serie. Per esempio della Gelmini si potrebbe dire che è una persona cerebrale, poco emotiva, che tira dritta per la sua strada senza guardare in faccia niente e nessuno. Un’acqua cheta che sa il fatto suo. E c’è da spaventarsi, perché nessuno la smonta. Che di problemi dell’istruzione se ne intende poco, ma è ben indottrinata.  Che ha messo mano a una riforma della scuola partendo dai piedi e non dalla testa. Invece di rivedere con apposite commissioni l’impianto educativo e soprattutto didattico della scuola italiana, con, in primis, una seria revisione dei programmi, ha obbedito ad alcuni diktat di Tremonti, ha tagliato indiscriminatamente, ha riempito le classi all’inverosimile, impedendo agli insegnanti di lavorare serenamente. Questo dobbiamo dire di Mariastella Gelmini, che, come quasi tutti i precedenti ministri dell’istruzione (mai siamo stati nelle giuste mani), di scuola ne capisce poco perché non è mai entrata in una classe e non sa come operiamo, in mezzo a quali difficoltà, con questa scuola vecchia di secoli, con questo impianto obsoleto, con questi stipendi minimi e inconsistenti, con cumuli di insoddisfazione sulle spalle, che rendono il corpo docente stanco e apatico.
Che ce ne frega, dunque,  se questo ministro viene da una famiglia di contadini? Che a scuola non era bravissima? Questioni oziose. Che non arricchiscono i lettori, ma soddisfano solo la voglia di giornalismo di parte, senza onestà intellettuale, come tanto ne esiste in Italia, beninteso sia a destra sia a sinistra.
E poi, a ben pensarci, la Sinistra dovrebbe essere contenta, no? Mariastella Gelmini, la figlia del contadino nata in una cascina, vissuta in cascina fino ai quindici anni di età, è riuscita a diventare ministro. La mobilità sociale, in questa bella e onesta Italia, piena zeppa di arrivisti, la mobilità sociale, al di là delle differenze economiche e sociali, esiste. Tutt’al più deve stupirci che, pur provenendo dal basso, questo “mediocre” ministro non riesca a cogliere le istanze dei precari della scuola. Ma si sa, quando si fa carriera, ci si dimentica delle proprie umili origini…

SILVANA LA PORTA
 
 

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