Meno ore per i Prof
Data: Domenica, 20 settembre 2009 ore 18:10:29 CEST Argomento: Redazione
Le vere novità quest’anno a
scuola non le troveranno i ragazzi ma gli insegnanti, a cominciare
dalle riduzioni dell’orario di lezione settimanale nella ex
media (le superiori le troveranno l’anno venturo) e finire
con l’aumento del numero di alunni per classe persino alle
elementari dove si insedia il maestro unico che sarebbe prevalente solo
se ci fossero con lui l’insegnante di inglese e di religione.
La ministra Gelmini parla di innovazioni e miglioramenti, ma la realtà
è diversa, compreso il monito ai professori a non fare politica che fa
denotare solo un luogo comune, visto che perfino i regimi totalitari
sanno bene che rientra nella configurazione stessa della istruzione
l’aspetto politico, tanto che essi impongono il loro. Per quanto
riguarda le innovazioni, quella più lodata a partire da quest’anno è
l’insegnamento di Cittadinanza e costituzione nella secondaria di primo
grado, a cui però sarà dedicata solo un’ora a settimana e che verrà
ritagliata da una delle due ore prima assegnate alla geografia.
In pratica mentre fino all’anno scorso un docente di lettere aveva a
disposizione 7 ore di italiano più 2 ore di storia e 2 di geografia,
per un totale di 11 ore, quest’anno troverà 6 ore di italiano, 2 di
storia, 1 di geografia e 1 di Cittadinanza e
costituzione, per un totale di 9 ore. In pratica 1 ora di geografia (la
materia che dovrebbe contribuire a dare l’idea del mondo e dei suoi
confini) è sacrificata per una materia dentro la quale i
docenti dovrebbero includere tutte le altre educazioni:
stradale, alimentare, ambientale, alla salute (sessuale) ecc.
Contestualmente nei cosiddetti miglioramenti della ministra entra
l’organizzazione interna dell’orario che non consente più ai docenti
ore a disposizione per le supplenze, dal momento che tutte le cattedre
dovranno essere di non meno di 18 ore. Molti professori dunque avranno
ore eccedenti, pagate è vero, ma tolte ai supplenti che, anche per tale
motivo, non troveranno mai più un posto di lavoro, mentre a rischio di
perderlo incominciano a essere perfino gli insegnanti di ruolo.
Appare in fine prevedibile, a causa dell’aumento di alunni per classe,
che i comportamenti dei discenti siano meno controllabili, spingendo
così il professore a fare più pressione nei pulsanti della repressione
più che a fare la politica didattica.
La Sicilia 20 settembre 2009
PASQUALE
ALMIRANTE
|
|