''RICREAZIONE'': I PRECARI DELLA SCUOLA SONO TUTTI UGUALI...ANZI NO
Data: Giovedì, 17 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


I PRECARI DELLA SCUOLA SONO TUTTI UGUALI, ANZI NO
 
 
Tutti i precari della scuola sono uguali. Anzi no. Non tutti i precari della scuola sono uguali. Non diciamo eresie. Esistono varie categorie di precari. E se no, dove sarebbe il bello, se non ci fosse un po’ di varietà, di differenza?
I primi in classifica, quelli di serie A, sono i precari precari, quelli che quasi quasi erano inseriti nell’antico doppio canale. Sono i precari giurassici, stagionati, quelli che è da una vita che tentano di entrare nella scuola; da anni hanno sempre lavorato con incarico annuale, ma da qualche giorno, grazie ai tagli del duo Tremonti- Gelmini, si ritrovano a tornare giovincelli, cioè a elemosinare qualche supplenzina qua e là. Fortuna che sono venuti fuori i contratti di disponibilità, cioè una forma di sussidio per tutti i fortunati che l’anno scorso hanno avuto un’assunzione fino a fine anno, grazie a un accordo tra Miur, Inps e Regione siciliana. E dunque qualcuno di questi, non tutti i precari di serie A, attenzione, sono salvi.
Poi ci sono i precari di serie B. Sono i nuovi abilitati, i sissini, quelli che sperano in una supplenza dai presidi, dalle graduatorie d’istituto. Per loro quest’anno le porte si chiudono, perché sono di serie B: se non lavorano quelli di serie A, che fine vogliamo che facciano questi giovani di belle speranze? In sostanza queste Ssis tanto osannate e tanto criticate hanno sfornato, soprattutto nelle ultime tornate, giovani abilitati semidisperati con scarse possibilità di lavoro futuro.
Infine, nell’amara graduatoria dei precari, ci sono quelli di serie C. Non sono precari storici, meno male, almeno non si definiscono stagionati. Non sono sissini, non ce l’hanno fatta a rientrare nella frenetica giostra delle specializzazioni sul campo. Sono in cerca di abilitazione, cioè di un modo per abilitarsi. Questi 18.000 docenti precari non abilitati, che da anni fanno anch’essi  i tappabuchi per assicurare il normale svolgimento delle lezioni di che morte moriranno? Andranno ad aumentare il numero dei senza lavoro, senza alcun sostegno economico da parte di nessuno?
A, B, C: qualunque sia la lettera, è in agguato la parola disoccupazione…

SILVANA LA PORTA








Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-17672.html