Tutti i bambini uruguayani hanno un computer
Data: Marted́, 15 settembre 2009 ore 09:38:14 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il mandato di Tabaré Vázquez, che si concluderà con le elezioni generali del 25 ottobre, lascerà all'Uruguay alcune grandi conquiste sociali, che lo mettono all'avanguardia non solo dell'America Latina, ma anche del mondo. Non solo il riconoscimento delle unioni civili tra omosessuali e conseguente possibilità di adottare un bambino per le coppie dello stesso sesso, ma anche un importante progresso nel miglioramento dell'istruzione dei giovani. Mancano ormai solo due settimane perché tutti gli studenti del piccolo Paese sudamericano abbiano un computer portatile personale con cui connettersi a Internet ed effettuare le proprie ricerche: l'Uruguay è il primo Paese del mondo a raggiungere questo risultato

Il progetto, chiamato Plan Ceibal, è stato lanciato dal governo di Tabaré Vázquez tre anni fa, grazie ad una proposta lanciata da Nicholas Negroponte e ascoltata dal presidente al Foro Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. Il celebre informatico statunitense chiedeva la produzione di computers low-cost da distribuire nei Paesi più poveri, in modo da chiudere la breccia che separa i bambini del Terzo Mondo da quelli dei Paesi con le economie più avanzate. E' stato allora che Tabaré Vázquez, ispirato dal piano di Negroponte, ha promesso che entro tre anni tutti i bambini uruguayani avrebbero avuto un portatile di loro proprietà, in modo da poter familiarizzare con tastiere, programmi e web, senza rimanere indietro rispetto ai coetanei del Primo Mondo. Viene in mente a questo proposito una frase pronunciata dal cantautore guatemalteco Ricardo Arjona durante una conferenza che ha tenuto pochi giorni fa all'Università di Harvard, negli Stati Uniti, sul ruolo degli artisti nei cambiamenti sociali: "I nuovi analfabeti del nostro tempo, nei Paesi più avanzati, sono quelli che non sanno l'inglese e non sanno usare un computer; nei nostri Paesi ci sono persone che non sanno né leggere né scrivere". La breccia di cui parla Arjona appare incolmabile, ma non sempre è così, se i governi investono con lungimiranza le risorse pubbliche.

Il costo totale del Plan Ceibal è di 120 milioni di dollari in tre anni, il costo medio di ogni computer è di 230 dollari comprese le tasse. La piattaforma scelta è Linux, che è open source e non ha i costi di Windows, alcuni programmi sono stati disegnati apposta per questo progetto diretto ai giovani, la navigazione su Internet, ad esempio, ha dei filtri che impediscono l'ingresso in alcune pagine. Sono già stati consegnati 369mila portatili, alcuni appositamente studiati per bambini ciechi o con qualche handicap. Per completare il piano mancano 33 scuole di Montevideo: è stata curiosa, ma tutto sommato in linea con l'idea di aiutare i più poveri e i più deboli, l'idea di iniziare a dotare di computers prima i bambini dell'interior, l'interno del Paese, e quindi quelli della capitale; delle 2360 scuole del Paese, mancano solo alcune di alcuni quartieri di Montevideo. E la soddisfazione non è solo dell'Esecutivo.

Il quotidiano argentino La Nación ha parlato con alcune maestre, che hanno spiegato come sia "rivoluzionaria" la presenza di un computer nella vita dei bambini: "E' uno strumento fondamentale per chi vuole cambiare la realtà a partire dall'istruzione" spiega la maestra Alicia López, che insegna nella scuola 95, a circa mezz'ora dal centro di Montevideo, in un'area in cui non ci sono punti di incontro né supermercati e, come dice la direttrice Flora Fernández, "l'unico punto di riferimento delle famiglie e dei ragazzi è la scuola". Per dare un'idea di quanto sia cambiato il modo di insegnare e di apprendere grazie ai computers: in un paesino a 2 ore da Montevideo non arrivano i quotidiani e la maestra non poteva lavorare con questo strumento, da marzo, grazie a Internet, i bambini possono consultare non solo i quotidiani uruguayani, ma quelli di tutto il mondo; nella scuola 95 di Montevideo un bambino racconta entusiasta della prima volta che ha potuto osservare più da vicino, grazie ad Internet, Guernica, la celebre opera di Pablo Picasso, per una ricerca assegnatagli dalla maestra sul maestro andaluso. E il mondo non si apre solo per gli studenti, ma anche per le loro famiglie: essendo i computer di proprietà dei bambini, molte famiglie ne hanno uno per la prima volta in casa e, grazie ai propri figli, scoprono le grandi opportunità del web. Come racconta quel bambino della scuola 95, il cui padre è meccanico e gli ha chiesto se su Internet poteva vedere i prezzi più favorevoli per i suoi pezzi di ricambio.  (da rottasudovest.blog.lastampa.it)







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