Catania centro nevralgico della protesta regionale dei precari della scuola
Data: Martedì, 15 settembre 2009 ore 07:05:00 CEST Argomento: Redazione
Catania è diventata centro
nevralgico della protesta regionale dei precari della scuola, per
numero e capacità organizzative.
Tanto che la prima assemblea regionale dei coordinamenti si è svolta
proprio nel cortile dell'Ufficio scolastico provinciale, occupato da
dodici giorni. A partecipare le delegazioni di Palermo, con i proff.
Salvo Altadonna e Fabio Lo Verso; Enna, rappresentata dalla prof.ssa
Claudia Termine; Messina, con i proff. Antonio Messina e Maria Vitale
Merlo, componente del sindacato Sfida (Sindacato famiglie italiane
diversamente abili) e Siracusa. Sono queste le città siciliane dove
sono sorti significativi moti di protesta. La tensione sta montando,
tanto che, proprio durante l'assemblea, è giunta in tempo reale la
notizia dell'avvenuto inizio dello sciopero della fame di due
insegnanti messinesi, che protestano proprio davanti alla sede del
Comune della città dello Stretto: Letizia e Rosaria. I delegati
presenti in assemblea hanno preferito, per delicatezza, non svelare i
cognomi.
«Alle colleghe va tutta la solidarietà del movimento siciliano, un
movimento che deve saldarsi anche in vista dei prossimi appuntamenti,
ossia la manifestazione regionale indetta dalla sigle sindacali della
scuola e lo sciopero nazionale che si terrà a Roma, il 3 ottobre», dice
una delle moderatrici dell'assemblea, la prof.ssa Claudia Urzì.
Certo è che dopo le ultime dichiarazioni del segretario regionale
dell'Flc Cgil, Giusto Scozzaro - che guarda al problema di massima
portata, cioè i tagli, giudicando non bastevoli le discussioni sugli
ammortizzatori sociali - sembra essersi allentata la tensione tra il
movimento e la suddetta sigla sindacale.
«Il tavolo regionale con l'assessore Leanza per noi della Flc è
definitivamente chiuso - conferma anche Vittorio Turco, della
segreteria provinciale catanese - si torna alle piattaforme
contrattuali separate. Cgil da un lato, Cisl e Uil dall'altro».
Al corteo di stamane a Palermo, la posizione del coordinamento precari
resterà invariata: si scenderà in piazza per dire no ai contratti di
disponibilità e per ribadire il no ai tagli.
Nel frattempo, si guarda anche al post manifestazione: le iniziative si
susseguiranno senza tregua e, almeno a Catania, diventa sembra più
palpabile l'idea di un possibile blocco dell'inizio della scuola.
Inoltre, sulla falsariga della denuncia messa in atto dal Codacons, si
prevede di pianificare vertenze, a partire proprio dal problema più
visibile che si verificherà all'apertura dei cancelli degli istituti:
il sovraffollamento delle classi.
«E' necessario individuare tutti i casi, eclatanti e non, di
sovrannumero, presentando apposita denuncia dei dirigenti scolastici
che, nei decreti attuativi della Legge Gelmini, risultano come diretti
responsabili della distribuzione degli alunni i quali, almeno sulla
carta, non dovrebbero essere più di 26 per classe. Noi abbiamo ragione
di credere che in molti casi il numero possa andare ben oltre,
contravvenendo ai decreti sulla sicurezza, come il D.M del 1975», si è
detto in assemblea. Presente e solidale anche l'Anpi (Associazione
nazionale partigiani): «Quella dei precari è una battaglia per la
difesa dei diritti civili», dice Domenico Stimolo.
La parola è una sola: mobilitazione. In collaborazione, soprattutto,
con gli studenti universitari - dal primo giorno presenti in
Provveditorato - e medi.
La
Sicilia (Alessandra Belfiore)
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