Gelmini: fuori dalla scuola i professori che fanno politica
Data: Marted́, 15 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


ROMA (14 settembre) - Fuori i professori politicizzati dalla scuola. Il ministro dell'Istruzione Gelmini prepara il tetto del 30 per cento per la presenza degli alunni stranieri in classe e affila le armi contro quei professori che a suo dire piegano la scuola agli interessi di parte. Intanto proseguono le manifestazioni dei precari contro i tagli alla scuola.

«Quando invito alcune persone - ha detto ancora il ministro - ad uscire dal mondo della scuola, mi riferisco ad una minoranza che fa politica. La scuola è un luogo che va rispettato, si può discutere a livello politico qualsiasi decisione, ma una volta che un provvedimento è diventato legge va rispettato». Annunciando che il ministero ha intenzione di insediare un nucleo per valutare l'attuazione della riforma, il ministro ha concluso sottolineando come sia «fuori luogo fare polemiche sui soldi. Quando si governa si governa alle condizioni date, e le condizioni date sono quelle imposte dai conti pubblici e dalla crisi economica. Non assumiamo come alibi il problema che c'è - la carenza di risorse - per non fare».

Pd: inaccettabile nostalgia ventennio. «Le ultime dichiarazioni del ministro Gelmini sono inqualificabili e inaccettabili per uno Stato democratico. Poichè non si ha notizia di dirigenti scolastici e insegnanti che non abbiamo applicato le norme approvate da questo governo (sulle quali rimane la nostra contrarietà e quella del mondo della scuola e delle famiglie italiane) chiediamo al ministro un chiarimento politico in Parlamento sulle dichiarazioni di oggi che, con toni minacciosi, sembrano voler impedire anche la libera manifestazione del dissenso». Così la Capogruppo PD in commissione istruzione alla Camera Manuela Ghizzoni. «Il messaggio è chiaro ed è identico a quello che compariva nei locali pubblici durante il Ventennio fascista, quando gli esercenti erano obbligati ad attaccare un cartello con scritto “Qui non si fa politica”. Non accetteremo mai di scivolare verso un nuovo Regime» conclude.

Cesa: pensi ai problemi reali. «L'anno scolastico si apre all'insegna dell'incertezza più totale. Il ministro Gelmini lasci perdere i professori politicizzati e si concentri sui problemi reali che affliggono la scuola: insegnanti a casa dopo vent'anni di precariato, scuole senza bidelli, edifici fatiscenti, caos sul tempo pieno con conseguenti aggravi per le famiglie italiane». È quanto afferma, in una nota, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.

Tetto agli stranieri in classe. «In effetti accade in alcune classi che la presenza degli immigrati sfiori quasi il cento per cento - ha detto il ministro Gelmini - E' chiaro che queste non sono le condizioni adatte per favorire l'integrazione perché la scuola assolva la funzione di integrare gli studenti immigrati. Noi abbiamo già annunciato un provvedimento del quale stiamo studiando gli aspetti tecnici che prevederà una quota, cioè un tetto del 30 per cento proprio per favorire le condizioni migliori per l'integrazione degli alunni stranieri. Poi avremo anche una nuova materia credo che sia significativa, cioè l'introduzione dell'educazione alla cittadinanza e alla costituzione, cioè favorire sia da parte dei nostri ragazzi che da parte degli studenti immigrati la conoscenza dei principi basilari del vivere civile».

«L'ora di religione deve avere la stessa dignità delle altre materie». «Credo che l'ora di religione debba avere la stessa dignità delle altre materie e credo anche che l'Italia non possa non riconoscere l'importanza della religione cattolica nella nostra storia e nella nostra tradizione». Secondo il ministro, che si è detta d'accordo con il Vaticano, va «garantita agli insegnanti della religione cattolica la stessa situazione, le stesse condizioni degli altri insegnanti».

«Eccessiva la mobilità dei docenti». «Ai docenti viene consentita una mobilità eccessiva che va a danno degli studenti e della qualità della scuola - ha detto il ministro, ribadendo il concetto già espresso in un'intervista a Tuttoscuola - Infatti stiamo ragionando per fare in modo che la continuità didattica sia possibile e quindi venga data la possibilità ai dirigenti scolastici di mantenere gli insegnanti nella stessa classe, nello stesso istituto almeno per un biennio. Io credo che questo migliorerebbe di molto la qualità della didattica all'interno delle nostre scuole ed è un obiettivo che noi ci prefiggiamo. Per troppi anni abbiamo parlato di organici, di programmi, di curricula, di ore di lezione. Dobbiamo tornare a parlare di merito, di serietà, e avere una scuola che veramente prepari i giovani un futuro».

«Esiste una minoranza che cerca l'agone politico». «Esiste all'interno della scuola una minoranza, lo sottolineo una minoranza, di dirigenti e di insegnati che confonde la scuola con l'agone politico - dice la Gelmini - Credo sia assolutamente legittimo avere posizioni politiche, ma queste vanno espresse nelle sedi opportune. La scuola è un'istituzione, credo forse la più importante del nostro Paese, e in quanto tale va rispettata. Alla scuola si applicano le riforme non si fa politica». Gelmini ha ricordato che ci saranno 2.000 classi in più per il tempo pieno e ha ribadito l'importanza della scelta del maestro unico prevalente.

Palermo, in piazza san precario. Un corteo degli insegnanti precari è partito stamani da piazza Marina a Palermo per raggiungere Palazzo d'Orleans sede della presidenza della Regione siciliana. Nel corteo anche la statua di san precario. I precari chiedono alla Regione di elaborare «un piano quadriennale per attribuire alla scuola parte dei fondi Fas». Il coordinamento dei precari ha anche indetto una manifestazione di protesta nazionale per il 3 ottobre a Roma. E il 23 del mese prossimo vi sarà un'altra protesta, sempre nella capitale, indetta dai sindacati.

Roma, rave party sotto il ministero. Hanno ballato per diverse ore della mattina per protestare contro la riforma della scuola voluta dal ministro Gelmini. Alcune decine di studenti e il sindacato dei Cobas si sono dati appuntamento intorno alle 10.30 di questa mattina in viale di Trastevere, davanti la sede del dicastero della pubblica istruzione, proprio in concomitanza con il primo giorno di scuola per la regione Lazio. Musica techno, per il rave party di protesta indetto dagli studenti anche a sostegno dei precari della scuola che da qualche giorno presidiano dei giardini poco distanti dal ministero.

Catanzaro: 5000 tagli in Calabria. I precari calabresi della scuola hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale di Catanzaro. I sindacati e i precari calabresi contestano i provvedimenti adottati con la riforma del ministro Gelmini che, spiegano, «porterà a ingenti tagli sul personale». «Sommando i precari che non hanno avuto l'incarico annuale - ha aggiunto Trotta - e quelli che non saranno chiamati per le supplenze di breve durata, in Calabria rimarranno a casa in cinquemila. È un dato che questa regione non può sopportare

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