LA RAGIONE DI ORIANA
Data: Giovedì, 09 settembre 2004 ore 20:25:23 CEST
Argomento: Rassegna stampa


LA RAGIONE DI ORIANA

 

E’ giunto alla sua quindicesima edizione “La forza della ragione”, l’ultimo pamphlet della Fallaci- by Silvana La Porta

 

 

Gli islamici? Solo devastanti invasori, malvagi figli di Allah. L’Europa? Una colonia dell’Arabia. L’Italia? Un avamposto di tale colonizzazione. Le Crociate? La risposta cristiana a quattro secoli di invasioni musulmane. Animata da tali vampe polemiche, combattiva, narcisa, apodittica come sempre, trionfa nelle librerie con “La forza della ragione” Oriana Fallaci, la giornalista italiana più conosciuta nel mondo, da tempo residente a New York. E dall’America, la terra a suo tempo appassionatamente difesa nel libro scandalo “La Rabbia e L’Orgoglio”, Oriana lancia ancora una volta i suoi strali contro il mondo islamico, appellandosi alla Dea illuminista per eccellenza, sua Maestà la Ragione, cui gli occidentali devono, a suo dire, immediatamente ricorrere dinanzi alle reiterate minacce del mondo orientale.

Pagina dopo pagina, nello stile consueto della scrittrice, tagliente, incalzante, a tratti anche cattivo, si delinea l’immagine di un Islam malvagio, conquistatore spietato nei secoli dell’Europa cristiana con le armi, gli stupri, le uccisioni e le stragi: impressionante la morte del patrizio veneziano Marcantonio Bragadino, mutilato e condannato a essere spellato vivo dinanzi al sultano. Oggi i metodi sono diventati più eleganti, l’invasione spesso pacifica di migliaia di extracomunitari parla chiaro: l’Europa è invasa da popoli di cultura islamica,  desiderosi di imporre i loro usi e costumi a tutti, senza esitazioni. Un attacco, quello al continente europeo perpetrato anche con un metodo silenzioso e subdolo: se una donna per il Corano è un ventre per partorire, quale migliore invasione che quella dei suoi mille figli? Basta esportare essere umani e poi farli figliare, complice la poligamia. E così, dinanzi a tale fiume umano, la Fallaci indaga spietatamente le colpe non indifferenti dei governi di tutti i paesi europei, favorevoli all’arrivo degli stranieri, al punto che Marsiglia è ormai una città araba, la Francia tutta conta tremila moschee, la Germania tre milioni di musulmani turchi. Ecco la nuova Europa, l’Eurabia, il vecchio continente ormai strapopolato da arabi, che rischia di perdere la sua identità, che fondamentalmente, per tutti,  credenti o atei che siano, è assolutamente cristiana.

Coraggio, dunque, e non paura necessitano dinanzi a questo tentativo che, secondo la Fallaci, mira a snaturare la nostra cultura e a minimizzarla, per poi fagocitarla completamente. Una guerra culturale, quindi, pericolosissima, quella che l’Islam ha dichiarato all’Occidente, per piegarci, scoraggiarci, intimidirci fino a farci soccombere.

Un libro manicheo? Certamente, se l’America è tutta forte e generosa e i figli di Allah tutti prepotenti invasori. Un pamphlet che invita alla guerra di religione? Probabilmente, se tutte le grandi religioni hanno ispirato guerre di conquista. Una Mein Kampf della Fallaci? Anche, se la scrittrice mira a difendersi da accuse e accusatori. Un libro autocelebrativo, la cui vera protagonista non è la lotta tra Oriente e Occidente, ma Oriana Fallaci? Può darsi, se la scrittura parla sempre un po’ del suo autore.

Ma crediamo che, al di là della condivisibilità o meno delle tesi esposte in queste 300 pagine di scrittura fitta e nervosa, Oriana abbia dato una risposta eloquente ai rapporti tra Oriente e Occidente in una dura tirata nella quale accusa il civile mondo occidentale di limitare qualunque forma di espressione democratica, negando ai suoi evoluti figli la più sacra delle libertà, quella di parola.

E in fondo proprio lei è stata la prima vittima di quell’Occidente, la patria della democrazia, che l’ha zittita e processata in occasione del precedente, sconvolgente libro. "La forza della ragione" comunque ha fatto e fa ancora riflettere. Cosa chiedere di più a un buon libro?                                  

 

                                 Silvana La Porta

 

 

                            

 







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