Google pensa ai micropagamenti per l'editoria online
Data: Venerd́, 11 settembre 2009 ore 20:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Google sta lavorando dietro le quinte ad una piattaforma di micropagamenti appositamente indirizzata alle esigenze dell'editoria on-line. E' lo stesso colosso di Mountain View a fare luce sull'argomento, in risposta ad una richiesta della Newspapers Association of America la quale ha recentemente sollevato un dibattito riguardante gli eventuali modelli di business da poter applicare alle realtà online per la fornitura di contenuti a pagamento.

La visione di Google è molto chiara ed è illustrata in un corposo documento inviato alla NAA. Il punto di partenza, per Google, è il seguente:

"Google crede che un web aperto sia un vantaggio per tutti gli utenti ed per gli editori. Tuttavia "aperto" non significa necessariamente gratuito. Crediamo che i contenuti su Internet possano essere supportati da diversi modelli di business, inclusi i contenuti fruibili solamente dietro sottoscrizione"

Il sistema che Google ha in mente sarebbe basato sulla già nota piattaforma Google Checkout; il colosso di Mountain View spiega che il suo piano è attualmente in una fase iniziale di pianificazione. Sebbene attualmente il sistema sia stato definito come in fase di sviluppo, Google ha già le idee ben chiare: i micropagamenti saranno un veicolo di pagamento disponibile sia a Google sia a terzi nel corso del prossimo anno.

L'idea è quella rendere disponibili tutti i mezzi necessari affinché risulti semplice il pagamento di piccole somme di denaro, da pochi penny a diversi dollari, aggregando gli acquisti nel corso del tempo. Google si adopererà per contenere i rischi di non-pagamento assegnando limiti di credito basati sullo storico di ciascun utente e utilizzando sistemi proprietari per l'analisi del rischio al fine di tenere traccia di abusi e frodi.

I costi di transazione sono uno dei principali ostacoli ai micropagamenti, ed è questo il motivo per il quale la proposta di Google potrebbe suscitare vero intersse presso le realtà editoriali. Google suggerisce un sistema di revenue sharing, simile a quanto avviene con Android Market o App Store: Google potrebbe trattenere il 30% dell'introito e girare il restante 70% a chi ha prodotto il contenuto.

Il progetto di Google rappresenta una proposta di particolare spessore, per un duplice motivo: innanzitutto rappresenta un modo che il colosso di Mountain View ha ridare smalto a Google Chekout e in secondo luogo, non certo per importanza, permette a Google di saltare dall'altra parte della barricata e di assumere non più il ruolo di nemico delle agenzie stampa e dei siti di informazione ma quello di alleato, potendo diventare l'occasione per nuove fonti di reddito. (da hwupgrade.it)

Andrea Bai







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