Quella volta che Mike surclassò Fiorello
Data: Mercoledì, 09 settembre 2009 ore 19:44:52 CEST
Argomento: Comunicati


Mike Bongiorno esce di scena e con lui anche un bel po’ di quell’entusiasmo, di quella energia positiva, di quella carica vitale dal sano sapore paesano che lui efficacemente sintetizzò nella parola-simbolo: “Allegria!”. Un’uscita di scena non triste, quella di Bongiorno: se n’è andato all’improvviso, tradito fulmineamente dal cuore, fortunatamente senza il calvario e l’oltraggio di una malattia. E’ stato roccia Mike fino alla fine: presentatore e Uomo di Spettacolo sempre; artista che con intelligenza e fiuto lungimirante ha saputo amministrare una lunghissima e onorata carriera; persona piena di vita, di voglia di fare e di futuro; narciso dai capelli eternamente castani ed eternamente cotonati; sportivo e salutista. Ma anche uomo con la piena consapevolezza della sua età: ha fatto in tempo a designare suo “erede” professionale Gerry Scotti e a cambiare “pelle” scommettendo su se stesso e sulla straordinaria sintonia con Fiorello.

E proprio “Fiore” vive questo “strappo” come la perdita del “mio miglior compagno di giochi”. Non è un modo di dire. Due anni fa, l’artista siciliano definì il presentatore “un bambino di 83 anni”. Successe a Roma alla fine di giugno, per l’Asiago Pride, il divertente giro d’onore di Fiorello mascherato da majorette per il successo del cd di “Viva Radiodue”. Volle Mike Bongiorno, che in quel programma veniva “perseguitato” quotidianamente con telefonate a sorpresa di Fiorello, alla testa del bizzarro corteo. Mike accettò e la sua performance surclassò quella dell’amico Fiorello: vestito da zio Sam, in divisa a stelle e strisce e tuba in testa, Bongiorno fu l’unico che non si impensierì di fronte alla folla enorme che invase via Asiago, talmente tanta che Fiorello rinunciò a fare l’intero percorso. Mike no, si fece largo con disinvoltura, come se fosse stato su un sicuro palcoscenico. Non faceva caldo, di più, ci si squagliava, l’afa percepita era di quaranta gradi. Mike fu l’unico a non versare neanche una goccia di sudore.

Porgersi con garbo e rassicurante leggerezza agli amati telespettatori è stata la sua cifra, intensa quanto la sua lunga vita che in gioventù mise più volte a repentaglio come “staffetta” nella Resistenza. Una vita bella come un film. O come il quiz più appassionante che l’Italia ricordi: una vita “rischiatutto”.

da www.ilmessaggero.it







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