PRECARI DELLA SCUOLA 'IN MUTANDE'
Data: Sabato, 05 settembre 2009 ore 19:43:47 CEST
Argomento: Rassegna stampa


PALERMO  - In mutande e costumi da bagno hanno gridato la propria rabbia nella nuova manifestazione, davanti l'ufficio scolastico provinciale di Palermo, per attirare ancora l'attenzione dell'opinione pubblica sulla loro situazione di precari della scuola "rimasti in mutande" e che non "possono neanche andare a mare per una breve vacanza".

La manifestazione di insegnanti e personale Ata di Palermo è soltanto una delle decine che si sono svolte in tutta Italia, in quello che è stato definito il "no Gelmini day". Proteste in varie città tra cui Milano, dove si è svolto un corteo a cui hanno partecipato circa 300 precari, con sit in davanti alla prefettura e a Perugia, con una "colazione precaria", davanti all'ufficio scolastico regionale di Roma e con cortei anche a Messina e Catania, dove i prof precari hanno sfilato con una cassa da morto per simboleggiare la morte della scuola pubblica.

La protesta più singolare è stata quella di Palermo, dove da dieci giorni è in atto un presidio permanente di precari con cartelli e striscioni contro la riforma della pubblica istruzione che li ha praticamente tagliati fuori dalla possibilità di lavorare. Il coordinamento palermitano della protesta chiede: il ritiro dei tagli della scuola pubblica; la stabilizzazione di tutti i precari della scuola; la risoluzione della vertenza del personale Ata. Il coordinamento rifiuta i contratti di disponibilità. I sindacati provinciali della scuola Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno indetto per il 14 settembre una manifestazione a Palermo e ieri sera hanno deciso di sospendere l'occupazione dell'Ufficio scolastico.

Il portavoce di Idv, Leoluca Orlando, è andato in via Praga ad ascoltare le ragioni dei precari e a portare la solidarietà del suo partito. A Catania hanno sfilato oltre cinquecento precari. Insegnanti e impiegati Ata hanno portato a spalla un cassa da morto che rappresentava la scuola pubblica italiana ed esposto manifesti e scandito slogan contro l'applicazione della legge Gelmini. "Questa strada - ha sottolineato Giovanni Nastasi, del coordinamento precari di Catania - è piena di persone che l'anno scorso avevano un posto di lavoro, una cattedra.

Oggi siamo tutti a spasso: 1.500 tagli nella sola provincia di Catania non sono numeri, ma persone come me e i miei colleghi, persone che hanno una vita, una storia e sentimenti". A Messina invece un corteo con 400 persone ha sfilato partendo da piazza Municipio fino alla prefettura. Anche qui i manifestanti hanno portato in corteo una bara con scrittò "La scuola è a lutto per la perdita dei suoi precari". "In città - ha detto Mariagrazia Pistorino, segretaria della Flc Cgil di Messina - la situazione dei precari è gravissima. Apprezziamo lo sforzo del governatore Raffaele Lombardo per garantire alcuni inserimenti lavorativi nell'ambito di progetti speciali, ma si tratta solo di palliativi. Al governo regionale chiediamo un impegno maggiore per fare pressione sull'esecutivo nazionale". "Non è vero - ha aggiunto Katia Santacroce, presidente del Comitato insegnanti precari di Messina - che saranno penalizzati soltanto i giovani, tra di noi ci sono precari da oltre 20 anni. Continueremo ad occupare il provveditorato ad oltranza finché non avremo risposte".
ANSA.IT






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