Una grande voce semi-dimenticata
Data: Venerd́, 04 settembre 2009 ore 22:28:36 CEST
Argomento: Rassegna stampa


"Malvagie si impossessarono della tua vita dal giorno
in cui, a un segno degli astri, lasciò il suo campo,
innevato di gigli. Fioriva nella gioia.
Mani malvagie entrarono tragicamente in lui…

E io dissi al Signore: - Per i sentieri mortali
lo portano. Ombra amata che non sanno guidare !
Strappalo, Signore, a queste mani fatali
o sprofondalo nel lungo sonno che tu sai dare !

Non posso gridargli, non posso seguirlo !
La sua barca è spinta da un nero vento di tempesta.
Riportamelo nelle mie braccia o raccoglilo in fiore.

Si è fermata la barca rosa del suo vivere…
Non conosco l’amore, non ebbi pietà ?
Tu, che mi giudicherai, lo capisci, Signore !"

 

Chi era Gabriela Mistral? 

Gabriela Mistral ebbe un ruolo fondamentale nei progetti di riforma del sistema educativo messicano e cileno e fu membro attivo della commissione culturale della Lega delle Nazioni. Fu console cileno a Napoli, Madrid, Petropolis, Nizza, Lisbona, Los Angeles, Santa Barbara e New York. Dal governo cileno fu inviata in Spagna come rappresentante delle donne universitarie cilene al congresso universitario dell'Istituto di Cooperazione Intellettuale. Nel 1924 si recò negli Stati Uniti dove insegnò letteratura spagnola in numerose università. Fra il 1925 e il 1934 visse in Francia ed in Italia dove ebbe prestigiosi riconoscimenti dall'Università di firenze. Durante la sua permanenza in Europa scrisse più di cinquanta articoli per quotidiani e riviste e lavorò, tra gli altri, con Madame, Curie e con il filosofo francese Henry Bergson, premio Nobel per la letteratura nel 1927.

Nel 1946 - l'anno in cui il mondo stava uscendo dall'incubo della guerra - le fu assegnato il premio Nobel per la letteratura. Per la terza volta ad un autore di lingua spagnola, e per la prima volta ad un'autrice latino americana. La sua poesia era ancora pressoché sconosciuta al di fuori dell'America latina ed improvvisamente, a cinquantasei anni, lei persona schiva e riservata, raggiunse la fama internazionale che meritava. Molto famosa ed apprezzata da noi, negli anni ‘50, oggi è conosciuta quasi solamente dagli amanti della poesia o da coloro che studiano la letteratura ispanoamericana. Insegnò letteratura spagnola negli Stati Uniti alla Colombia University, all’Università di Middlebury, e all’Università di Puerto Rico.
Il premio Nobel le fu consegnato accompagnato da queste parole "Gabriela Mistral, questa cilena che salutiamo con ammirata commozione nel piccolo novero delle donne che hanno vinto il nostro premio, si avvicina fraternamente nel nostro ricordo a un'italiana altrettanto inizialmente sconosciuta, Grazia Deledda. Molte cose le uniscono. L'oscuro lavoro in condizioni disagiate, le difficoltà rovesciate dalla loro tenacia creativa e dal loro calore umano; e quello sguardo puntato sui piccoli, sui miseri, sulle esistenze che proliferano nell'ombra magica di province in cui si svolge la drammatica lotta tra fede e superstizione, tra preistoria e modernità".
La Mistral amava moltissimo l'Italia, amore che le fece esprimere il desiderio di "possibilmente morirci", ma morì a New York il 10 gennaio 1957. Gli ultimi anni della sua vita, malata di leucemia, li aveva passati negli Stati Uniti dove aveva tenuto alla Columbia University, affollatissime conferenze. Sulla sua tomba, che si trova in Cile nel Norte Chico, Gabriela Mistral ha voluto incise queste parole: "Come l'anima sta al corpo, così l'artista è per il suo popolo".

La sua morte provocò un nuovo plebiscito di adesioni e ben possiamo affermare che la sua figura appartiene ormai al gruppo dei classici ispano-americani. Maestra normale, la Mistral trova la sua ispirazione nell’umile contatto con le cose, che la porta sempre più intimamente alla comprensione dell’anima del continente. La natura e i bimbi sono i temi principali della sua lirica, ma l’origine del suo successo essa lo deve a un tragico episodio affettivo, che colorò e segnò tutta la sua esistenza: l’abbandono dell’amato ed il suo suicidio. Ne vennero i Sonetos de la Muerte che, presentati a un concorso poetico nel 1914, rivelarono d’improvviso la sua grandezza lirica: da quel momento le arrise il successo e la sua figura si impose nel continente.







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