LA MATEMATICA NELLA SCUOLA: INCONTRO CON EMMA CASTELNUOVO
Data: Giovedì, 03 settembre 2009 ore 22:33:46 CEST
Argomento: Opinioni


a cura di Renza Bertuzzi

Professoressa Castelnuovo, cominciamo dalla sua carriera...

 In verità, - ma questo non lo scriva - io ho potuto fare tutto ciò che ho fatto, grazie all’assenza, in Italia, di un corpo ispettivo, come c’è in Francia. Questo mi ha permesso una libertà di ricerca e di sperimentazione che altrove non avrei avuto. Il mio primo libro è del 1948, e solo nel 1944 avevo potuto finalmente assumere il servizio, come vincitrice di Concorso del 1938, nelle scuole tecniche inferiori, fatto che mi era stato impedito dalle leggi razziali vigenti durante il Fascismo. In quei primi anni di insegnamento, mi ero accorta che i ragazzi non avevano interesse per la geometria e, in quel periodo, mi capitò di leggere un testo di un matematico e astronomo francese, Alexis Clairault, vissuto nel 1700, da cui trassi la constatazione che era assurdo dare in mano ai ragazzi libri di testo così astratti e che occorreva, invece, cominciare dalla realtà, da ciò che i ragazzi potevano vedere con i loro occhi, quindi dall’area e dal perimetro, dei campi per chi viveva in campagna e dalle costruzione e dalle ombre per chi viveva in città. Fui sollecitata a scrivere, così cominciai con una casa editrice che poi fallì e passai dunque a “La Nuova Italia”.

 Come giudica il fatto che i nostri studenti non ottengano risultati soddisfacenti in Matematica nei test internazionali?

 Non vuol dire niente. I test dovrebbero essere tarati sui programmi che si svolgono e così come sono non riescono a valutare lo stile di preparazione. Nelle nostre scuole medie la Matematica è amata e seguita dai ragazzi, alle superiori invece è troppo astratta e i programmi dovrebbero essere cambiati, ma non dai matematici di oggi che in generale mancano di cultura.

 Che funzione ha la Matematica nella scuola?

 La matematica insegna a parlare ed unisce. Infatti, è molto importante avere in classe studenti stranieri, i quali sono sollecitati all’apprendimento della nostra lingua anche dallo studio della matematica. Insisto, avere studenti stranieri in classe è molto importante. Purtroppo, con questo regime, tutto è decaduto. Si bada solo a diminuire il numero dei professori, dimenticando che meno ore significano meno apprendimento. E’ pericolosissimo questo smantellare tutto.

 La Matematica aiuta anche il pensiero critico?

 Dipenda da chi la insegna.

 Quale esperienza ricorda di più?

 Senz’altro quella che ho fatto, negli anni ’70 in Niger, uno dei Paesi africani più poveri. Per 4 anni, per conto dell’Unesco, ho lavorato con i ragazzi del posto. E’ stata un’esperienza straordinaria. Ho lavorato con loro, con materiale povero, inducendoli a parlare,sotto il controllo costante di ispettori e consulenti francesi, sempre presenti nelle scuole della ex colonia francese. Ho comincio dai soliti problemi sulle aree e sui perimetri, problemi che interessano sempre, sotto qualunque cielo, perché sollecitano ad osservare e a riflettere su qualcosa che varia e su qualcosa che è invariante. I ragazzi attenti, ma non osavano parlare; ed io continuavo perché “sentivo” il loro interesse E poi il giorno dell’esposizione sono rimasta: non avrei mai immaginato tanta sicurezza, tanta proprietà di linguaggio, tanta gioia nel presentare i vari argomenti e i loro lavori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 







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