OCCUPAZIONE USP CATANIA, RIFLESSIONI DI UNA DOCENTE:NON MOLLIAMO!
Data: Mercoledì, 02 settembre 2009 ore 17:11:21 CEST
Argomento: Opinioni


Occupazione USP Catania - Riflessioni di una docente

02-09-09 | Riceviamo e volentieri pubblichiamo le riflessioni di Grazia Maria Scardaci, docente della scuola Primaria, entrata di ruolo con le ultime immissioni, che non dimentica.

 

Note a margine d’una favola che può diventare tragedia

 

(Di Grazia Maria Scardaci)

 

 

L’U.S.P. di Catania è occupato, non è l’unico U.S.P. presidiato ma un seguito, parte d’una catena innescata dalla contro riforma Gelmini: impoverimento delle scuole, mancanza di supporti umani e disoccupazione a gogò.

Abbiamo ampiamente discusso sulle infauste decisioni ministeriali e adesso ne cogliamo i risultati, almeno parte di essi, per il resto dobbiamo ancora vedere, vagliare, dar corso a questo travagliato anno scolastico e supportare le riduzioni in modo da non far perire la scuola pubblica.

Probabilmente è il risultato di questa cura anoressica della pubblica amministrazione: tagli ATA, tagli ai DOCENTI, tagli alle possibili strutture e alle occasioni formative che in team potevano essere generate.

Lo shock è forte ed è grave che molti docenti precari non siano intervenuti per tempo pensando, meridionalmente parlando, ad un accomodamento traverso fra”amici e parenti”…lo shock li ha sorpresi e adesso disorientati si rivolgono ai nuclei che hanno percepito per tempo, sensibilizzato il deserto che purtroppo sino ad oggi, ne sono testimone, hanno incontrato.

Adesso è il momento della consapevolezza, del punto; l’ottimale svolta per ridefinire la geometria di questi piani di desertificazione della scuola pubblica a favore della scuola privata, dove crescono e continuano a crescere, delle rose affanniate dal denaro dei facoltosi che a guardar bene magari sono quelli che evadono le tasse, comprano i panfili oltre che diplomi e lauree ai propri figli.

Perfetti cittadini per un adeguato modello di Stato…il futuro è nel mistificare, rubare, imbrogliare e scegliere per status, il resto operai e sartine come, nel medioevo, le famiglie nobili rendevano ricco e potente il primogenito e suore e frati tutti gli altri.

Duro risveglio anche per il clero che ha cavalcato l’onda e adesso si trova disarcionata dal brocco che hanno fatto diventare cavallo.

Le mie sono note a margine, note del mio tempo e della mia Nazione, testimonianze di anni sbagliati e d’una italianità, in generale, che ci pone in imbarazzo.

Non ci sono medicine a rapida guarigione ma solo lente e metodiche – costanti, vi prego – iniziative che portino lo stato sociale a divenire lo Stato effettivo del nostro Paese.

Non molliamo!







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