SEI UN INSEGNANTE DI PROFESSIONE? di Daniela Bonetti
Data: Mercoledì, 02 settembre 2009 ore 11:33:16 CEST
Argomento: Opinioni


SEI UN  INSEGNANTE DI PROFESSIONE?

 

di Daniela Bonetti Professione Insegnante – Verona-

 

 

E’ il primo giorno di scuola e le vacanze le abbiamo alle spalle, ma è proprio vero che ci siamo staccati dalla scuola a giugno? Sono certa che per tutti noi le lezioni non hanno segnato la fine dell’impegno perché gli esami ci hanno occupato ancora un bel po’ di tempo. E poi l’Insegnante è andato in vacanza. Ma a voi non è mai capitato di incontrare chi ha parlato con soddisfazione e rispetto del nostro lavoro, magari sulle spiagge prendendo il sole o  facendo un po’ di conversazione? Quando si dice che si è Insegnanti, la frase ricorrente che ci si sente dire è sempre la stessa: quante ferie avete voi? E’ tutto qua. E’ questa la nostra professione? E’ riassunta in quattro parole così stupide e così offensive?

La Professione di Insegnante non è per tutti, ecco cosa ci distingue dalle altre professioni, ma sta a noi ricreare l’immagine sfuocata e travisata dell’opinione pubblica.

 

Gli Insegnanti insegnano e  insegnare  non è un lavoro qualsiasi e  non è nemmeno un mestiere, ma è una grande professione di impegno e di capacità. La cultura che cerchiamo di trasmettere è certo una parte essenziale del tempo che dedichiamo all’allievo, ma per fare bene dobbiamo essere anche sereni, pazienti, severi in giusta misura, un po’ diplomatici, quasi psicologi, generosi, ma senz’altro professionisti. L’Insegnante dà molto e spesso riceve ben poco, sia dall’opinione pubblica sia dalla società in cui esercita. Ma allora perché non  smettiamo di insegnare? Perché la professione che abbiamo scelto è stimolante, innovativa e cambia ogni giorno. Il  contatto diretto con la gioventù rende la persona viva, fresca  nel cuore e nella mente e la proietta nella sfera dell’adolescente che cresce e si trasforma.

 

Chi ha scelto di essere Insegnante  non lo ha fatto certo per le ferie. Sta a noi però impegnarci per dimostrare sempre attaccamento al nostro lavoro, anche se molte volte ci sentiamo poco gratificati.

 

 

 

 

Qualche volta  si potrebbe essere un po’ più solidali e uniti, sia nelle lotte sindacali, sia nell’appoggio ai colleghi. Penso ora a tutti quei precari che ogni anno aspettano con  trepidazione il momento della convocazione e che con grande delusione  non entrano mai di ruolo. I sindacati in questi momenti si spacciano sempre per grandi difensori dei diritti, ma a volte l’obiettivo vero è una iscrizione in più.  Avere più iscritti o più eletti nelle file delle RSU porta dei vantaggi grandissimi ai sindacati e ai loro dirigenti perché da questo dipende il numero degli insegnanti che non andranno a scuola.

 

E se non tutti i dirigenti entrano nel vortice vantaggioso, allora il sindacato pagherà lo stipendio del “fortunato”: più  alte sono le entrate nelle casse del  sindacato, più insegnanti non andranno a scuola.

 

Ma allora come ci si può proporre di aiutare i colleghi senza incorrere nel gioco di potere? Prima di tutto andando a scuola e condividendo con i colleghi gli impegni, le discussioni, i momenti delle riunioni collegiali che a volte creano attriti e contrarietà  e recuperando la volontà di denunciare le pressioni a cui si è quotidianamente sottoposti.

 

Noi di Professione Insegnante siamo animati da idee e proposte, siamo nella scuola e offriamo ai colleghi il supporto delle nostre competenze per rivendicare la nostra autonomia professionale e  condividiamo la necessità di rappresentare i soli docenti che hanno differenze notevoli dagli altri operatori della scuola. Alla formazione ufficiale di questa Associazione con fini anche sindacali ho aderito anch’io e spero che molti la sosterranno perché si rivolge esclusivamente agli Insegnanti  di tutti i tipi di scuola.

 

Daniela Bonetti

 

 

Verona, 1 settembre 2009                                   Daniela Bonetti ( Professione Insegnante)

 

 

 

 







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