NUOVO ANNO SCOLASTICO, MA C'E' TANTA TRISTEZZA...
Data: Marted́, 01 settembre 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Primo settembre. Oggi inizia il nuovo anno scolastico, targato 2009/10. E non sarà un anno scolastico come i precedenti. Troppe incertezze, troppe nubi minacciose si addensano sulla scuola italiana. La riforma, ad esempio. Tanto attesa da decenni, ora che è alle porte, ci sembra un mostro minaccioso che avrà, come unico scopo, risparmiare, risparmiare, risparmiare. Insegnamenti, cattedre, personale, senza tenere conto della qualità dell’istruzione. Quella è una cosa marginale che non pare interessare nessuno, rivedere i contenuti, adeguarli al mondo dei giovani vertiginosamente cambiato rispetto al passato, di questo quasi nessuno parla. Si interviene sui posti di lavoro, mai si attua una seria revisione dei programmi della secondaria superiore, quelli, per intenderci di 80 anni fa, nuovi, nuovissimi, lucenti e freschi di bucato.
E chissà se in questo nuovo anno scolastico ci sarà, come si invoca da più parti, disciplina, severità, rigore. Belle parole, ma inutili, non saranno quattro provvedimenti fumosi a riportare la scuola alla sua antica serieà, che era poi la serietà di tutta una società.
Primo settembre. C’è aria di tristezza, quest’anno. Perché c’è il problema di questo licenziamento di massa. Tanti precari, tanti amici rimangono a casa, si sentono franare il terreno sotto i piedi, toccano con mano la precarietà, la fragilità della loro esistenza. Non hanno un lavoro stabile, e non lo hanno nemmeno, come negli anni precedenti, per almeno nove mesi. Non hanno una scuola dove tornare ogni mattina, delle classi dove rivedere i volti dei loro alunni e ricoprire ogni giorno il piacere di una confidenza nata dalla continuità. Sono sbandati quest’anno, senza meta, senza volti amici. Esseri anonimi in una scuola anonima, sempre diversa. O addirittura le quattro pareti di casa.
Mentre scrivo, sento un bip. E’ il mio telefonino, un messaggio. Viene dalle convocazioni di lettere, solo 10 cattedre, un viaggio inutile per tanti colleghi.
E’ una mia cara amica, penso che nei suoi occhi, tra tanti divertimenti estivi, ho letto sempre un fondo di tristezza, un’ombra sottile e inquietante, la paura di un futuro incerto.
Leggo: “Sono triste. Anche se pagata, non voglio rassegnarmi all’idea di stare a casa un intero anno.”
E’ così, su queste malinconiche note, che inizia il nuovo anno scolastico.
Primo settembre. Si comincia. Ma c’è tanta tristezza.


SILVANA LA PORTA





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