''RICREAZIONE'': IL DIALETTO A SCUOLA? PRIMA 'NSIGNAMUCI L'ITALIANU!
Data: Giovedì, 27 agosto 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Secondo Marco Travaglio nel giornalismo italiano esiste una tecnica consolidata: l’arte del parlar d’altro per cancellare le notizie invise ai potenti. Insomma il parlar del futile, mentre ci sono cose molto più importanti. Ora, lo stesso sta accadendo in questa estate con la scuola: mentre vengono falcidiati migliaia di posti di lavoro e si ventila la possibilità della cassa integrazione per migliaia di docenti e amministrativi, di che si va a parlare, a dibattere, su cosa si va ad argomentare? Sull’insegnamento del dialetto a scuola. Un questione che sembra diventata capitale. Bossi, dalla nebbiosa Padania, forse anche per tenere sotto scacco il governo,  sentenzia: bisognerà insegnarlo tramite le canzoni popolari dalla primaria alla secondaria superiore. Ora, per carità, in una nazione così vitale di dialetti e di tradizioni popolari, si tratta di una proposta culturale. Ma in Sicilia, nella bella Sicilia, dove ci sono tante parlate, mica un solo dialetto, o lingua come preferiscono chiamarla molti, come si farà, cosa si insegnerà? E poi si levano già mille voci minacciose: e le lingue straniere? Non è più importante conoscere l’inglese, per potere viaggiare in lungo e in largo per il mondo, piuttosto che rinchiudersi nello studio di mille sterili idioni locali?
Insomma, mentre migliaia di precari restano a casa senza lavoro, la questione vitale è l’insegnamento del dialetto. Guai a non considerarlo. Bossi invita la Gelmini a discutere la questione a Ponte di legno. Vada e parli del dialetto. Anche se soldi per finanziare questo nuovo, fondamentale insegnamento non ce ne sono.
Mi sa, però, che ci sarebbe qualche altra marginale priorità. Qualche giorno fa mi è capitato di leggere qualche messaggino dei ragazzi, di quelli che si scambiano molto frequentemente col telefonino. Uno recitava così: “Ciao, io mi sto divertendo, faccio vita montana” per dire che era di mondo; un altro “Ciao, abbi la cortezza di telefonarmi” per dire “accortezza”. Carusi, invece del dialetto, a scola…’nsignamuci l’italianu!

SILVANA LA PORTA






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