LA SCUOLA E IL RISPARMIO DI MARIA CAZZELLA 2
Data: Sabato, 22 agosto 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


La scuola e il risparmio di Maria Cazzella – 2 (*)

di Vincenzo Pascuzzi

Aule più affollate (cioè più alunni per classe, magari anche in deroga o spregio alle legge sulla sicurezza n. 626/94), numerose perdite di continuità didattica, docenti anziani divenuti soprannumerari ricollocati in altre scuole magari in provincia, precari storici con minori possibilità di lavoro, esplicite disposizioni del Miur agli Usr a disattendere quanto deciso dal Tar in merito alle “code”, attività didattiche forse forzatamente orientate ai test e quiz tipo Invalsi, scioperi di docenti e ata già proclamati per il 9 e il 23 di ottobre, contestazione studentesca (onda anti-Gelmini) già decisa dall’Uds, verifica della sicurezza limitata solo al 2% (!) degli edifici scolastici oltre ovviamente a meno soldi alle scuole per il funzionamento ordinario (carta igienica, fotocopie, francobolli, supplenze, attività di recupero, …): così si prospetta caratterizzato l’a.s. 2009-10 che inizia a giorni.

Le conseguenze prevedibilissime saranno una qualità ancora più scadente dell’istruzione e quindi un aumento di bocciati, di dispersi, di diplomati con voti bassi. Questa situazione viene indicata, dal ministro Gelmini, come: riforma, razionalizzazione, introduzione del merito, del rigore, fine del buonismo e con altri vacui e contraddittori slogan. Le polemiche sui confronti Nord-Sud, sui dialetti, sui presidi e insegnanti meridionali, sull’Irc sono inutili e pretestuose e servono a camuffare, ma solo un po’, una situazione oggettivamente più critica rispetto a 15 mesi fa, quando sono entrati in carica il governo e il ministro attuali.

Voglio segnalare o sottolineare due situazioni significative relative al fatto che il risparmio applicato a un segmento di un sistema vasto e complesso, come è quello scolastico, si trasforma in realtà in una perdita complessiva se riferita al sistema stesso.

La prima situazione è relativa alla riduzione del numero dei docenti e ata (perseguita con riferimento o pretesto a eterogenee medie europee). A fronte di ben 57.000 tagli e di 41.000 pensionamenti, sono stati calcolati 16.000 licenziamenti reali, malamente camuffati dalla precarietà storica, ai quali provvederà parzialmente un improvvisato accordo tra Miur, Regioni, e Inps. Quindi, da una parte, il bilancio Miur “risparmierà” sì 16.000 stipendi al prezzo – come già detto - di un maggior numero di bocciati e sospesi mentre dall’altra Regioni e Inps interverranno con indennità di disoccupazione causate dai …. risparmi! Sembra assurdo ma è proprio così! Cercheremo poi di fare conti e bilanci dopo il primo quadrimestre e a giugno 2010.

La seconda situazione è una questione minima, che sta alla precedente un po’ come l’evangelica pagliuzza sta alla trave, ma è anch’essa illuminante e densa di significati. Quasi tutte le scuole adesso non dispongono più nemmeno dei soldi per i francobolli. Se un docente ha bisogno di un certificato di servizio allora o va a ritirarlo di persona oppure deve spedire i francobolli per la risposta. Quindi la richiesta non può essere inoltrata via fax ma deve esserlo via lettera. Fino a qualche anno non era così. Apparentemente le scuole e il Miur risparmiano, ma in realtà scaricano i loro costi, aumentandoli, sui docenti.

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(*) Si collega alla nota precedente di aprile 2009:


Eccovi il precedente articolo "La scuola e il risparmio di Maria Cazzella







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