Il pił grande licenziamento di massa nella storia della Repubblica
Data: Domenica, 16 agosto 2009 ore 20:09:34 CEST
Argomento: Opinioni


 

Il più grande  licenziamento di massa nella storia della Repubblica, lettera inviata anonima  a Tecnica della Scuola, di seguito troverete una lettera che in maniera  concisa fotografa l'esistente. Diffondiamola nella rete, ma soprattutto sulla  stampa, vi invito a tradurla e a inviarla ai giornali degli altri paesi, ai  politici e alle istituzioni locali. Vi chiedo comunque di farla  circolare anche come lettera ai giornali. Sta passando sotto silenzio, cari  lettori,  uno dei fatti più gravi della storia repubblicana di cui il  fenomeno dei licenziamenti è un brutale effetto derivato, la dismissione  della scuola pubblica statale, un grave attacco alla scuola nazionale,  per reintrodurre localismi, egoismi ,  anacronistiche divisioni tra Nord  e Sud . Le esternazioni di Bossi e della Lega nonché quelle del ministro  Gelmini ci lasciano sconcertati, mentre, sotto i nostri occhi,  si sta  compiendo la rottamazione del personale docente, uomini e soprattutto donne  che dopo anni di studio, concorsi superati, titoli  acquisiti, esperienze maturate, sfruttamento pluriennale sempre con  stipendio iniziale in zone disagiate, in scuole di frontiera, sacrifici  familiari, ora conosceranno la disoccupazione, l'avvilimento e la  disperazione, in un paese che sta scivolando verso l'ignoranza e la barbarie  che avrebbe bisogno di loro: di conoscenza, di cultura, di cittadinanza, di  scuola.
Libero Tassella

Libero Tassella

 

Nella calura agostana e nell'assordante silenzio mediatico il Governo sta per produrre il più grande licenziamento di massa nella storia della Repubblica. 
Da settembre ci saranno quasi 17 mila cattedre in meno per gli insegnanti precari. Tra pochi giorni, contando anche il taglio dei bidelli e degli amministrativi, ci saranno più di 20.000 disoccupati ad aggiungersi all'esercito crescente dei senza lavoro italiani. 
Le classi avranno meno docenti ma più alunni e saranno dunque a rischio sicurezza. Si prevede infatti che le classi dall'anno prossimo saranno mediamente composte da 26 bambini al­l’asilo, 27 alle elementari e 30 in medie e superiori con­tro una media europea di 15-20 studenti. 
Nonostante queste cifre il Ministro va da tempo ripetendo che in Italia ci sarebbero più insegnanti per studente rispetto alla media europea (una vecchia mezza verità, infatti non viene spiegato che nella conta questi signori mettono anche gli insegnanti di sostegno che in Europa non esistono, dato che il nostro è l'unico paese che ha fatto la scelta dell'integrazione dei diversamente abili nelle classi. 
Di fatto però le nostre sono le classi più affollate d'Europa). La scuola viene colpita come mai è stato fatto dal dopoguerra ad oggi e i mezzi di comunicazione parlano di realtà scolastica solo in riferimento alla pittoresca proposta leghista dei test di dialetto per i docenti, tutti i telegiornali riportano la decisa condanna della Chiesa della sentenza del Tar Lazio che preclude gli scrutini agli insegnanti di religione ed esclude l'ora di religione dalla valutazione globale degli studenti (dopo mesi di torpore la Santa Sede torna a condannare).
I mass media danno risalto alla notizia del ricorso del Ministero contro la sentenza del Tar Lazio sugli insegnanti di religione. Mentre migliaia di docenti precari stanno per essere cacciati dalla scuola la preoccupazione della Gelmini è quella di mettersi subito sull'attenti per la Santa Sede e ricorrere a favore dei colleghi di religione che non rischiano nulla. 
La Gelmini ha affermato: “L'ordinanza del Tar tende a sminuire il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, come se esistessero docenti di serie A e di serie B”. 
E i 17.000 docenti precari che verranno cacciati via il mese prossimo cosa sarebbero? Docenti di serie C? Il Ministro lo sa che i precari di religione sono gli unici tra i docenti precari ad avere lo stipendio assicurato e gli scatti di anzianità? 
Un licenziamento di massa nel settore più importante del Paese e nessuno alza la voce. Questo è davvero uno strano Paese.

 

17/08/2009

 

 

 







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