PRECARI SICILIANI: QUALI SALVATI E QUALI NO? IL CASO DI MESSINA
Data: Marted́, 11 agosto 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


La drammatica situazione della scuola messinese tra l’indifferenza del Governo, le incertezze dei Sindacati e le ambiguità e ingiustizie del Decreto “Salva Precari”
Nel corso di questi ultimi due anni, caratterizzati da un continuo susseguirsi di sit – in, cortei, manifestazioni di protesta, che hanno visto scendere in piazza un numero sempre crescente di insegnanti della scuola pubblica, sia di ruolo che precari, di genitori e di “semplici” cittadini e con la straordinaria riuscita di uno dei più eclatanti scioperi generali del comparto scuola organizzato dalle maggiori organizzazioni sindacali e svoltosi in tutte le città d’Italia il 30 ottobre scorso, il futuro della Scuola Pubblica in Italia, soprattutto in questa torrida estate 2009, è diventato sempre più nero a causa dei pesantissimi e dissennati tagli all’Istruzione e alla Ricerca messi in atto dai Ministri Tremonti e Gelmini.
Nella sola provincia di Messina, sempre a livello di Scuola primaria, i posti in organico di diritto hanno subito una contrazione di ben 209 unità, passando dai 2.846 dell’anno scolastico 2008/09 ai 2.637 dell’anno scolastico 2009/10, determinando la costituzione di 201 insegnanti in soprannumero la maggior parte dei quali, ben 165, su posto comune. Solo 99 di questi docenti in soprannumero hanno avuto assegnata una cattedra, mentre i restanti andranno ad occupare sedi normalmente destinate ai precari. Inoltre, le legittime istanze delle famiglie che hanno richiesto un deciso ampliamento del tempo pieno per oltre 150 classi sono state, ancora una volta, disattese.
Ma se la Scuola Primaria piange lacrime di sangue, i colleghi della Scuola Secondaria di primo grado di certo non ridono. I docenti in soprannumero in questo ordine di scuola sono 183 e, anche in questi caso, si tratta di colleghi con diversi anni di insegnamento di ruolo sulle spalle. La mannaia dei tagli si è abbattuta pesantemente soprattutto sugli insegnanti di lettere e sui loro colleghi di tecnica a causa delle pesanti contrazioni del monte orario settimanale di queste discipline, perdendo così, dopo tanti anni, la titolarità nella loro scuola all’interno del Comune e ridiventando, dopo tanti anni di carriera, di nuovo “pendolari”, costretti a raggiungere sedi distanti decine e decine di chilometri.
Nella Scuola Secondaria di II grado, nonostante i ben 114 pensionamenti, si è avuta una riduzione in organico di 177 cattedre. Anche in questo caso, la situazione è drammatica ed avrà pesanti ripercussioni sui docenti precari.
Come se tutto questo non fosse sufficiente, la scure dei tagli si sta rivelando addirittura definitiva e irrisolvibile per le migliaia di docenti precari, già drasticamente ridotti numericamente nel precedente anno scolastico – in particolar modo sul sostegno- ed arrivati ormai in fase terminale, senza più reali prospettive di un futuro lavorativo nella Scuola, dopo tanti anni di apprezzato e qualificato servizio svolto sempre con dedizione e professionalità e oramai rassegnati a dover di colpo e traumaticamente riuscire nell’impresa di cambiare mestiere e di trovare una nuova occupazione per continuare a vivere in modo onesto e dignitoso.
L’unico raggio di luce, a dire il vero fioco e parziale, è arrivato il 7 agosto scorso in seguito alla firma di un accordo tra il Governo Regionale e il MIUR per i precari della scuola siciliana che da quest’anno in numero ancora maggiore resteranno disoccupati.
    L’accordo prevede l’assegnazione di una dotazione aggiuntiva di personale alle scuole, che sarà utilizzato in attività progettuali finalizzate a favorire l’innalzamento dell’offerta formativa attraverso un ulteriore supporto all’insegnamento della matematica, delle scienze, della tecnologia e della lingua italiana. I docenti precari saranno altresì impegnati nella copertura di tutte le supplenze brevi e saltuarie che si determineranno nel corso del nuovo anno scolastico. In cambio di tutto questo lavoro verrà loro riconosciuto il punteggio e una retribuzione economica pari a circa il 60% del normale stipendio.
    Volendo ottimisticamente vedere il bicchiere mezzo pieno, c’è quasi da ringraziare il Signore per il fatto di aver voluto concedere a questi “fortunati” colleghi la possibilità di continuare ad avere ancora delle prospettive di lavoro nella scuola ma, non va trascurato il fatto che, in realtà, dopo una vita di studio, di aggiornamento professionale e di sacrifici i docenti diventano sempre più tappabuchi e si ritroveranno a vagare tra un plesso e l’altro per lo svolgimento ora di qualche supplenza ora di attività di recupero. Paradossalmente i precari svolgeranno così il duplice e contraddittorio ruolo di essere stati le prime vittime dei tagli e, al contempo, lo strumento per rimediare ad essi, senza far crescere ulteriormente il disagio dell’utenza e delle famiglie.
    L’incarico (e qui sono le note dolenti) sarà attribuito UNICAMENTE al personale precario già destinatario di un contratto annuale da parte dei vari Uffici Scolastici Provinciali per l’anno scolastico 2008/09. I costi finanziari dell’intervento saranno di circa 10 milioni di € per le casse dello Stato, interamente coperti dai fondi Europei dei PON 2007/13 e di circa 40 milioni di € per il bilancio della Regione Sicilia, che utilizzerà a copertura i fondi dei POR.
    I criteri di individuazione dei docenti che beneficeranno del provvedimento hanno creato legittime e forti polemiche fra gli altri altrettanto “storici” precari della scuola che si vedranno, dopo anni di incarichi annuali, in particolar modo sul sostegno, ma che nel precedente anno scolastico, soprattutto a Messina, sono  rimasti fuori dalle nomine del CSA per pochi punti e che hanno ugualmente svolto i 180 giorni di servizio fino al termine delle attività didattiche, irrimediabilmente e per SEMPRE ingiustamente rovinati. Resteranno DEFINITIVAMENTE fuori dalla SCUOLA. E che dire, dei tanti precari storici che per vari motivi hanno rinunziato, come era nel loro diritto, alla nomina annuale per lavorare con i Dirigenti, consapevoli che la loro posizione avrebbe di fatto garantito le nomine nelle Graduatorie d’Istituto, restando più vicino a casa, come nel caso delle docenti lavoratrici – madri.
    Non va altresì trascurato il fatto che molti precari rimasti fuori dal decreto occupano in Graduatoria ad Esaurimento posizioni di gran lunga migliori e con punteggi più elevati rispetto ai loro colleghi che hanno avuto, magari un incarico di appena 2 ore di lingua straniera inglese e che erano rimasti fuori dal sostegno.
    Per porre rimedio a queste palesi ingiustizie e discriminazioni fra “poveri”, si chiede con forza a tutte le Organizzazioni Sindacali di adoperarsi per attuare le necessarie modifiche al Decreto, prevedendo che i requisiti di accesso non siano limitati solo all’ottenimento dell’incarico nell’anno scolastico 2008/09, ma si tenga conto dei precari che hanno avuto la nomina dall’Ufficio Scolastico Provinciale anche negli anni scolastici 2006/07 e 2007/08 e che nell’anno scolastico 2008/09 abbiano prestato servizio con nomine dei Dirigenti Scolastici fino al termine delle attività didattiche, raggiungendo i 180 giorni di servizio.
    Va ricordato, infatti, che nell’anno scolastico 2008/09 a Messina oltre 166 docenti specializzati di sostegno in servizio dal 2000, si sono ritrovati disoccupati. I dati ufficiali parlano chiaro e sono inequivocabili. Nel corso dell’anno scolastico 2007/08 si era registrata una disponibilità sul sostegno, nella sola scuola primaria, di ben 168 cattedre vacanti, ricoperte da docenti precari con contratto a tempo determinato.
    Nella tormentata estate scorsa, invece, pur con il medesimo numero di alunni riconosciuti diversamente abili, sono stati conferiti appena 49 incarichi annuali. Cosa sia accaduto a Messina rispetto alle altre città della Sicilia, invece, è tuttora un mistero che si spera possa, un giorno, essere svelato.
    Gli insegnanti precari storici di questa città sempre più allo sbando nei più importanti settori della vita civile e sociale, in cui le categorie più deboli sono quelle destinate a pagare il prezzo più alto, chiedono con forza che le Organizzazioni Sindacali, di concerto con il MIUR e la Regione Sicilia riescano ad apportare le opportune e necessarie modifiche al Decreto “salva precari”, riconoscendo legittimamente anche a tutti gli altri colleghi che per anni hanno lavorato con incarichi dell’USP di poter continuare a sperare di sentirsi parte integrante della Scuola Siciliana ed Italiana alla quale hanno sempre dato tutta la loro dedizione e professionalità.
               Prof. Giacomo Gugliandolo


   






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