LA SCUOLA E LA 'MERITOMETRIA'
Data: Luned́, 10 agosto 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


La scuola e la “meritometria”

di Vincenzo Pascuzzi

Mi riferisco al commento di Roger Abravanel sul Corriere della Sera del 5.8.09 (1), relativo agli esiti della maturità o esami di Stato. I 3.529 studenti maturati con “100 e lode” riceveranno un premio di 1.000 euro (è certo qualcosa ma non molto; corrisponde a stento due settimane d’inglese in Gran Bretagna). La ripartizione dei “100 e lode” fra le regioni italiane denuncia una disomogeneità di giudizi o almeno un sospetto in tal senso (sono indulgenti gli esaminatori del Sud o troppo severi quelli del Nord?) . La scuola quindi ha necessità di ben valutarsi e perciò occorrerebbero: una struttura, dei test standard da usare come “meritometri” oggettivi, degli ispettori, dei valutatori, degli operatori, una costante attività di misurazione. Successivamente – dice Abravanel - si potrebbe “lanciare un programma nazionale di miglioramento dell’insegnamento”. E’ chiaro che, per realizzare la struttura di valutazione e farla poi funzionare, occorrono – oltre a strategie e decisioni politiche - tempi medi o lunghi (non meno di 5 anni). Ma intanto che facciamo?

Che la scuola stia in crisi è assodato e pacifico. Oltre ai risultati internazionali, c’è addirittura chi dice che “La scuola ha smesso di insegnare” (2) o che “la scuola è morta” (3), lo denunciano poi – da anni - moltissimi docenti e molti presidi delle facoltà universitarie, lo confermano le cifre della dispersione scolastica intorno al 20-22% (corrispondenti a poco meno di 200 mila abbandoni annui!). Si dovrebbe perciò intervenire massicciamente e già da subito.

L’intervento (o programma di miglioramento) non dovrebbe partire, privilegiare o limitarsi a rendere più omogenee, sul territorio nazionale, le attribuzioni dei voti alti (“100 e lode”). L’intervento dovrebbe principalmente puntare a ridurre il numero dei bocciati. Per evitare qualsiasi possibilità di equivoco e strumentalizzazione, va chiarito che non si intende proporre affatto di promuovere chi non lo merita ma creare le condizioni per far meritare la promozione ai ragazzi in difficoltà che adesso vengono bocciati e poi magari abbandonano la scuola. Questa operazione sarebbe anche convenientissima in termini economici e sociali.

L’unica iniziativa recente in tal senso è stata l’OM 92/2007 di Fioroni. Buona nelle intenzioni, questa OM non è stata però adeguatamente finanziata (i recuperi con i fichi secchi), ha anche sbagliato prescrivendo tassativamente l’effettuazione di tutti i recuperi entro agosto (e ciò ha costretto tutte le scuole a mentire dichiarandoli effettuati anche quando non lo erano), ha considerato solo i sospesi dal giudizio ignorando bocciati, non è stata opportunamente corretta dalla Gelmini.

C’è poi un discorso di fondo relativo al miglioramento della scuola. Si può perseguire questo obbiettivo: a) a costo zero anzi “risparmiando” (i “tagli” della Gelmini); b) cercando di imporlo dall’alto senza coinvolgere e far partecipare – nella progettazione e nella gestione degli interventi - genitori, alunni, docenti e presidi; e c) in tempi brevissimi? La risposta ovviamente è NO!

Altre questioni e altre domande:

1) il miglioramento dell’istruzione è stato perseguito, nei fatti, durante l’anno abbondante di vita del governo attuale, dal ministro Gelmini? Perché Roger Abravanel non si pronuncia in proposito?

2) la riduzione in atto del numero dei docenti e il conseguente aumento del numero degli alunni per classe non produrranno, a giugno 2010, un sicuro peggioramento della situazione?

3) l’aver tranquillamente disatteso quanto previsto dalla finanziaria 2007, e cioè l’assunzione di 150.000 docenti precari e 20.000 ata in tre anni, il conseguente permanere di un esercito di precari (sfruttati in condizione di para-schiavitù e pur in presenza di 142.000 cattedre scoperte!), non costituisce un sicuro danno didattico per gli alunni e un discredito grave dell’azione del ministro e del governo?

4) il cercare di “salvare” … in corner 16.000 precari mediante un’intesa tra Miur, Inps, Regioni non costituisce una goffa, tardiva, tragicomica auto-smentita, una toppa dell’azione di governo?



Pertanto, ben venga la struttura per la “meritometria” oggettiva e precisa della scuola, chiesta da Abravanel , ma essa non sia usata come diversivo e alibi: ministro e governo affrontino, intanto e con risorse adeguate, i problemi concreti e strutturali.

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(1) Roger Abravanel - Corriere della Sera del 5.8.09
http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_05/maturita_meritocrazia_abravanel_00094482-8188-11de-8a09-00144f02aabc.shtml

(2) Luca Ricolfi – La Stampa del 23.7.09
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6205&ID_sezione=29&sezione=

(3) Lea Reverberi – La Repubblica del 27.3.09
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20090327173945







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