Microsoft contro tutti. Parla Ballmer: Google, Linux e Apple nel mirino
Data: Giovedì, 06 agosto 2009 ore 14:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


L'accordo di fine luglio fra Microsoft e Yahoo sui servizi di ricerca è ancora un argomento molto caldo fra gli esponenti della comunità finanziaria americana. E lo è per vari motivi. Fra questi il rischio che il "deal" – grazie al quale le due compagnie arrivano a sfiorare il 30% di share in un mercato in forte espansione dominato da Google – si riveli presto un letale autogol per la società californiana. Il rischio che Yahoo faccia la fine di Aol, come sostiene qualcuno, c'è sebbene il Ceo Carol Bartz abbia dichiarato nei giorni scorsi, in un'intervista al New York Times, come l'azienda non "verrà snaturata". Se la Bartz è certa di far fruttare al meglio l'accordo nell'ottica di una più razionale struttura dei costi e di margini operativi più consistenti, a Redmond sono convinti di aver fatto l'operazione necessaria per mettere il sale sulla coda della grande rivale nel Web, spingendo l'acceleratore sulla crescita del nuovo motore di ricerca proprietario Bing. Sulla carta tutti quindi contenti e più agguerriti che mai nel cercare di rubare utenti (e business) al gigante del search di Mountain View. In realtà il matrimonio di interessi è legato a precisi obiettivi – specificati nel documento (http://sec.gov/Archives/edgar/data/1011006/000119312509163909/d8k.htm) depositato presso la Securities and Exchange Commission americana – e se, in pratica, i ricavi medi per ricerca di Yahoo e Microsoft negli Usa saranno fra 12 mesi inferiori di una certa percentuale a quelli di Google (oggi siamo a circa 4 centesimi di dollaro contro sette) la società di Sunnyvale potrà esercitare una clausola per interrompere l'accordo.

Steve Ballmer, il vulcanico numero uno della società di Redmond, è ben consapevole della portata della scommessa da vincere ed è sicuro di uscire in bellezza dallo stato di crisi grazie ai nuovi prodotti che saranno immessi sul mercato nei prossimi 12 mesi, cominciare ovviamente dal sistema operativo Windows 7. Il tradizionale e spesso sarcastico ottimismo del Ceo di Microsoft non è quindi venuto meno anche in fase di recessione e in occasione dell'ultimo incontro con gli analisti finanziari (tenutosi giovedì 30 luglio) Ballmer ha rilanciato la sfida a tutti i principali concorrenti della società. Linux, Apple, Android e Chrome OS (gli ultimi due a firma Google) sono i nomi dei rivali segnati nella lista "nera" dal capo di Microsoft, ben conscio del fatto che tutti, in modo diverso, sono pronti a sferrare un duro attacco alla supremazia di Windows nei computer (nei telefonini la piattaforma di Redmond non è quella più diffusa). Per le minacce di cui sopra Ballmer ha già trovato l'antidoto e si chiama "Seven": l'arrivo di Win 7 è a suo dire la miglior risposta alle offensive dei rivali e rafforzerà un business (quello di Windows) che "non ha problemi, come invece sostiene una parte degli analisti finanziari". Nemmeno l'ascesa di Apple, sia negli smartphone che nei pc, riesce a frenare l'irruenza di Ballmer nel rivendicare il ruolo di primadonna della sua Microsoft: a Cupertino, questo il pensiero del manager, fanno un bel lavoro ma vivono di un modello fatto di bassi volumi e prezzi di vendita molto alti. Microsoft invece è un "high-volume player" e vuole catturare una grande fetta del mercato, offrendo prezzi accessibili al mass market. L'affondo di Ballmer ha quindi avuto come obiettivo Linux e, indirettamente, Google. Non è vero che i prodotti open source non hanno prezzo, sostiene il Ceo, e a differenza di altri noi siamo esattamente dove vorremmo essere e non a metà di un percorso. La storia insegna che l'ex delfino di Bill Gates, quando si è lanciato in pubbliche invettive contro la concorrenza (Apple nella fattispecie) è spesso caduto in grossolani errori di valutazione e anche in tema di open source le sue dichiarazioni sono per lo meno opinabili (basti pensare a quanto fatto in chiave Linux da Ibm e Oracle o al fatto che uno dei principali sponsor del kernel del software libero è Intel, il partner più vicino alla società di Redmond). Se Windows 7 ha tutte le carte in regola per far dimenticare Vista ed essere di gran lunga il sistema operativo di riferimento per la stragrande maggioranza di chi usa un computer, diverso è lo scenario in ambito mobile e nei servizi Web. I cosiddetti Windows Phone sono chiamati a reggere l'urto dei googlefonini e frenare la costante crescita di iPhone e BlackBerry (per non dimenticare la rediviva Palm con il suo nuovo WebOs). Sul fronte Web, l'accordo con Yahoo è stato salutato da Ballmer come un'operazione "win-win" (vincente per entrambi) ma allo stato attuale delle cose su 100 dollari di fatturato legati ai servizi di search advertising ben 65 finiscono nelle casse di Google. Che non ha certo intenzione di lasciarne qualcuno per strada. Anzi.

Gianni Rusconi







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