''RICREAZIONE'': NESSUNA PIETA' PER GLI INSEGNANTI
Data: Sabato, 01 agosto 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


AH, LEI INSEGNA? IO INVECE LAVORO
 
 
Ogni tanto mi torna in mente una frase ironica, letta chissà dove e chissà quando, pronunciata da un tale che, parlando con un povero insegnante, a un certo punto, un po’per celia, un po’ per sottolineare la sua superiorità rispetto a quella fortunata categoria cui apparteneva il suo interlocutore, esclamò: “ Ah, lei insegna? Io invece lavoro”E che dire, infatti, del lavoro dell’insegnante visto dagli altri? E’ un lavoro part time. No, è un lavoro minimo, solo 18 ridicole ore settimanali. Anzi, sapete che vi dico? Non è neanche un lavoro. A scuola ci si riposa abbastanza, senza dubbio. Dicunt.E così gli insegnanti vivono drammaticamente lo scarso riconoscimento sociale del loro ruolo professionale: non c’è essere più screditato e socialmente invisibile del povero professorino, quello così poco trendy e così tanto piccolo che tutti ne fanno ormai ciò che vogliono… Ma davvero il lavoro di un individuo si misura dalla quantità effettiva delle ore lavorative? E la correzione dei compiti? La preparazione delle lezioni? Le numerose riunioni pomeridiane? Niente. La società non risponde a questo accorato tentativo di giustificarsi e far capire la fatica compiuta giorno per giorno dai miserrimi docenti. Ci provano, i professori. Ma di questi tempi vengono immediatamente rintuzzati: come si sta con tre mesi di vacanza l’anno? E magari hanno finito la maturità qualche giorno prima, sei ore quotidiane a scuola, stremati dal caldo per quattro soldi.E poi lavorare in classe non è equiparabile allo stare in ufficio: i genitori, i colleghi e soprattutto gli allievi non sono pratiche da smaltire o clienti in fila da esaurire, ma persone con cui instaurare un rapporto proficuo e costante, che deve essere perennemente alimentato.Avete capito? Nessuno risponde? Parla solo un graffito che, qualche tempo fa, minaccioso dai muri di una grande città, recitava più o meno così: “ Dio non ha creato niente di inutile, ma con le mosche e gli insegnanti ci è andato vicino.”SILVANA LA PORTA






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