Microsoft e Yahoo si alleano per detronizzare Google
Data: Giovedì, 30 luglio 2009 ore 11:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Ora sono due contro uno. Ma potrebbe comunque non bastare. Microsoft e Yahoo, insieme, contro Google. Un accordo che durerà dieci anni, se tutto andrà bene, e se l’antitrust americana dirà che sì, si può fare: due colossi possono allearsi contro un altro colosso, senza rischi per la concorrenza nel mondo della ricerca su internet. I numeri, a prima vista, sembrano suggerire che la gara resterà comunque più che aperta: Microsoft e Yahoo dovrebbero arrivare a controllare, insieme, un terzo del mercato delle ricerche on line. A Google rimane più del doppio: il 65 per cento. È per questo che perfino l’alleanza fra i due imperi potrebbe non bastare, è per questo che Bill Gates non può più stare fermo: perché il mondo del business tecnologico oggi non è solo software, computer, macchine. È persone, desideri, mappe, notizie, un programmino che ti fa vedere la strada dove abiti e perfino casa tua dal cielo, libri gratis da sfogliare sul web, voli a buon prezzo, email, blog e video.

È questo che ora Bill Gates vuole: l’informatica che sa di umano, non solo il programma ma la persona che accende il computer al mattino e inizia a cercare, curiosare, sperare. Grazie a internet. E il re di internet è Google, l’idea di due studenti visionari, Page e Brin, il motore di ricerca che in undici anni è diventato il più amato e utilizzato al mondo. Che poi, anche Google non è solo cuore: è un algoritmo, è affari, è milioni di profili di persone che prima di tutto sono «utenti» e poi diventano «clienti» per gli esperti del marketing. Il segreto di Google è la raccolta pubblicitaria. Ed è lì che, nel risiko, s’infila Yahoo. Il secondo motore di ricerca per importanza, il grimaldello di Bill Gates per incrinare il dominio di Google. L’accordo funziona così: Bing, il nuovo motore di ricerca creato da Microsoft, diventerà la piattaforma per i siti di Yahoo; quest’ultima venderà spazi pubblicitari sui siti di entrambi i marchi, sfruttando le tecnologie di Microsoft. Per i primi cinque anni Yahoo manterrà l’88 per cento delle entrate ricavate dalle ricerche e dalle inserzioni pubblicitarie. Yahoo non riceve un dollaro in cambio dell’operazione, il che ha deluso molti, e ha fatto crollare il titolo a Wall Street. È un anno e mezzo che si parla di fusione, dopo offerte miliardarie da parte della società di Bill Gates per acquistare Yahoo, ora l’accordo è stato fatto a costo zero. Ma Carol Batz, amministratore delegato di Yahoo (la donna che ha sostituito il fondatore Jerry Yang, da sempre ostile alle avances di Gates, o meglio del suo amministratore delegato Steve Ballmer) ha spiegato che la società otterrà un utile annuale di 500 milioni e una riduzione delle spese di capitale di 200 milioni. Quindi i soldi ci sono.

Ora tocca solo all’antitrust, poi la Santa Alleanza del web dovrebbe partire all’inizio del 2010. Il Congresso di Vienna dell’informatica è durato diciotto mesi, però alla fine non ha partorito una restaurazione e basta. Bill Gates non è Metternich. È vero che Redmond, la città della Microsoft, è la pioggia di Seattle, e Google è Mountain View, il sole della California. Ma in mezzo c’è Yahoo, Sunnyvale, California anche lì. Il mondo che Gates non era mai riuscito a conquistare. Ma dall’altra parte Google muove le sue pedine nel risiko: ha annunciato il lancio di un sistema operativo tutto suo, alternativo a Windows. E poi anche il regno della trasparenza ha il suo lato quasi oscuro: tutti i dati e le informazioni raccolte alimentano dubbi sulla privacy. Anche se Microsoft e Yahoo sono Golia, Google non è Davide: dalla sua non ha solo una fionda, non ha solo la fantasia. Ha anche delle pietre solide, non sassolini: un’azienda, un business, un meccanismo. Due terzi delle persone che navigano in rete passano da lì, da quel logo di sei lettere. È un impero anche lui. Ma è storia: quando la guerra si fa seria, entrano in gioco le alleanze.

 Eleonora Barbieri







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