Camilleri, Lega scriva leggi in padano
Data: Giovedì, 30 luglio 2009 ore 08:37:38 CEST
Argomento: Comunicati


"I leghisti imparino l'italiano oppure scrivano le leggi in padano, in veneto o nella lingua locale della provenienza del singolo deputato". E' l'invito ironico dello scrittore Andrea Camilleri, da sempre fautore dell'importanza del dialetto e utilizzatore di esso per i suoi libri. Camilleri entra così nella polemica scatenata dalla norma che vorrebbe un esame di dialetto regionale per l'assunzione dei maestri di scuola e fa specifico riferimento all'esponente del Pdl, Fabio Granata, il quale "ha detto che la norma stessa è scritta male in italiano", sottolinea il padre di Montalbano. "La norma è stata presentata - prosegue lo scrittore - su tutto questo non c'é alcun dubbio. Possono tirare il sasso e ritirare la mano come accade sempre quando c'é una sollevazione in risposta a una iniziativa di questo genere". Lo scrittore siciliano ribadisce la sua difesa dei dialetti definendoli "una ricchezza per la nostra lingua, quella marcia in più per l'Italia" e tira in ballo gradi autori come Porta, Belli, Pirandello, Martoglio, che "rappresentano l'enorme tradizione culturale dialettale che da sempre costituisce una linfa nazionale". In questo senso "i dialetti non sono una sostituzione della lingua ma un arricchimento della stessa ed essi - ammonisce Camilleri - non possono certamente essere usati come elementi di secessione". Inoltre, "sono pochi i dialetti che possono assurgere a lingua nazionale come quello sardo, ma i sardi - prosegue lo scrittore - non pretendono certamente l'esame di 'sardinita'". In merito alla necessità di arginare il fenomeno dei tanti maestri scolastici meridionali che lavorano al Nord, Camilleri si chiede: "Ma perché bisogna arginarlo? Forse perché i meridionali sono più svegli? O perché hanno bocciato il figlio di Bossi?". Al contrario, lo scrittore auspica un "sempre maggiore scambio tra gli italiani perché altrimenti si finisce come quei matrimoni dello stesso gruppo sanguigno che diventano impoverimento culturale. La mentalità che si sta diffondendo - conclude - diventa sempre più localistica e di frazione localistica, in essa scompare perfino l'idea di unità d'Italia".







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